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SASSUOLO ALL’ASSALTO DEL CHIEVO

Il calcio offensivo e arrembante di Di Francesco opposto all’impianto razionale ed efficiente di Maran. Sabato al Mapei Stadium due giovani e belle a confronto.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout.

Organizzazione contro fantasia. Questo il succo di Sassuolo – Chievo. Le due squadre arrivano a questa partita con stati d’animo totalmente differenti. La formazione emiliana viene da cinque sconfitte nelle ultime sette gare e ben quattordici gol subiti. I gialloblù, al contrario, giocheranno al Mapei Stadium forti delle sicurezze che ha portato Maran. Un dato per tutti. Da quando il tecnico si è seduto sulla panchina dei veneti vanta una media di 1,33 punti a partita. Nonostante il peggior attacco dell’intero campionato, record negativo condiviso col Parma, nelle ultime sette gara sono arrivate quattro vittorie e una sola sconfitta, a Empoli.

Foto 1 La compattezza delle linee di centrocampo e difesa del Chievo Verona in fase di non possesso.

CHIEVO COMPATTO E PUNGENTE

Proviamo a carpire qualche segreto tattico di tanta solidità. Cominciamo dalla difesa. Il Chievo Verona si posiziona sul campo con un 1-4-4-2 classico e lascia poco spazio alla fantasia. In fase di non possesso, salta subito all’occhio la grande compattezza tra il reparto difensivo e quello di centrocampo (foto 1), gli spazi concessi agli avversari diventano davvero esigui. Nell’ultima partita disputata, il Palermo è riuscito ad avvicinarsi al portiere Bizzarri solo grazie a velocissimi scambi sullo stretto a elevato coefficiente di difficoltà. Nonostante i gialloblù preferiscano aspettare gli avversari nella propria metà campo, non disdegnano talvolta di optare per un pressing alto molto fruttuoso (foto 2). Un eventuale recupero palla in posizione avanzata favorisce la velocità di Meggiorini, Paloschi e Schelotto, sempre molto pericolosi.

Foto 2 A volte il Chievo pressa alto con convinzione per rubare palla al limite dell’area avversaria.

ATTACCO FANTASIA

Per mettere in difficoltà gli uomini di Maran, Di Francesco dovrà contare sulla fantasia del suo reparto avanzato. Il Sassuolo si schiera con un 1-4-3-3 molto offensivo, con Berardi e Sansone poco abituati a rientrare in difesa in caso di pericolo. Una delle migliori armi della squadra emiliana sono sicuramente le ripartenze. Recuperato il pallone, la velocità di Sansone e Berardi, sempre molto larghi, e la fisicità di Zaza, creano sovente pericoli per la retroguardia avversaria, anche grazie al supporto del centrocampo (foto 3). 

Foto 3 Su un pallone recuperato a centrocampo da Taider e si forma subito un 5 contro 4 a favore del Sassuolo, formato dai tre attaccanti più le mezz’ali che accompagnano.

Il Sassuolo dimostra grande propensione offensiva con le mezz’ali che cercano l’inserimento in area di rigore e arrivano spesso e volentieri al tiro. Come si può notare in foto 4, Sansone è in possesso di palla sulla fascia sinistra mentre Missiroli e Taider attaccano rispettivamente il primo e il secondo palo. Zaza resta al centro e Berardi scivola al limite dell’area. L’azione si concluderà con un gol sfiorato da Missiroli.

Foto 4 Con palla a Sansone sulla sinistra arrivano gli inserimenti delle mezz’ali Missiroli e Taider che attaccano rispettivamente primo e secondo palo.

SASSUOLO AGGRESSIVO

Se per il Chievo Verona il pressing alto è alternato alla chiusura a riccio nella propria metà campo, per il Sassuolo è un dogma. Di Francesco ha abituato i suoi a cercare di recuperare palla il prima possibile, per favorire le micidiali transizioni di cui sono capaci. Soprattutto quando la palla è in possesso dei terzini avversari, Magnanelli si alza per andare a chiudere sui centrocampisti mentre la mezz’ala e l’ala vanno in raddoppio (foto 5). Se però l’azione di pressing viene elusa, il Sassuolo rischia di andare in difficoltà sugli attacchi centrali, come dimostra il gol subito da Saponara del momentaneo 1-0 a favore dell’Empoli.

Foto 5 Il pressing offensivo del Sassuolo, Magnanelli sale e chiama la pressione anche di Taider e Berardi.

Probabilmente Maran, al fine di saltare il pressing ultraoffensivo di Zaza & Co., chiederà ai suoi di effettuare qualche lancio lungo in più, obiettivo la sponda di Meggiorini per Paloschi. I due insieme hanno dimostrato di trovarsi benissimo. Il primo va incontro al pallone sfruttando la sua tecnica e la sua fisicità, il secondo aggredisce la profondità con una regolarità impressionante (foto 6). È vero che l’ex milanista è il giocatore cui vengono fischiati più in fuorigioco in tutto il campionato, ma la sua grande tenacia abbinata allo stato di forma attuale (tre gol nelle ultime due partite) lo fanno diventare il maggior pericolo per la retroguardia emiliana. Il Chievo, inoltre, riesce sempre ad attaccare con almeno 4 giocatori, i due esterni di centrocampo più le due punte, lasciando in copertura i soli due centrali (Izco e Radovanovic) per proteggersi da eventuali ripartenze. 

Foto 6 Il movimento a elastico degli attaccanti del Chievo. Meggiorini va incontro al pallone facendo sponda di tacco per Paloschi che segnerà il gol decisivo nella sfida con il Palermo.

LE PALLE INATTIVE

Il Sassuolo ha dimostrato più volte di essere molto abile nel riuscire, tramite i blocchi, a liberare almeno un uomo all’altezza del dischetto del rigore, come capitato a San Siro contro il Milan quando Zaza ha segnato un bellissimo gol al volo. Il Chievo, recentemente, ha esibito alcune giocate preordinate fra le quali uno schema molto interessante per liberare al tiro da fuori area Radovanovic (foto 7).

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project).

Foto 7 Schema su calcio d’angolo del Chievo. Birsa rasoterra per Meggiorini in area che di prima toccherà all’indietro. Izco con un blocco libera lo spazio per il tiro dell’accorrente Radovanovic.

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