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CALCIO: LA FASE DI POSSESSO DI GASPERINI

Con la partenza di Perotti e l’arrivo di Cerci e Suso il tecnico del Genoa ha dovuto rivoluzionare l’approccio tattico alla fase offensiva. Ecco come.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout

Chiudiamo l’approfondimento tattico circa l’approccio al calcio di Gian Piero Gasperini e il suo Genoa con una breve analisi dell’ultimo match di campionato disputato contro la Lazio. La finestra di mercato di riparazione ha regalato al tecnico piemontese Cerci e Suso, insieme dall’inizio dal primo minuto nell’inedito 1-3-4-1-2 scelto contro la formazione di Pioli. I due sono giocatori con caratteristiche molto diverse da Perotti (approdato alla Roma), precedente partner di Pavoletti in attacco. Gasperini ha dovuto quindi studiare soluzioni offensive differenti orientate al maggior coinvolgimento dei centrocampisti. L’obiettivo era quello di favorirne gli inserimenti da dietro, una soluzione per la quale è risultato fondamentale l’apporto degli esterni (Laxalt e Ansaldi).

 

ESTERNI IN APPOGGIO O A SOSTEGNO?

Suso ha giocato prevalentemente come trequartista, abbassandosi sulla linea dei mediani per impostare l’azione; sul suo movimento incontro, l’interno sul lato opposto ha attaccato la profondità in rotazione con Pavoletti. Nella prima immagine (foto 1), si nota come Laxalt non accompagni in appoggio Dzemaili, rendendo semplice la lettura dell’azione da parte di Basta, terzino biancoceleste, che scapperà con i tempi giusti in copertura chiudendo con un colpo di testa sull’inserimento del genoano.

Genoa Lazio 1: Suso è in possesso di palla. Pavoletti taglia internamente seguito dal proprio marcatore, Dzemaili prova l’inserimento. La posizione di Laxalt (bassa) non consente allo svizzero di trovare lo spazio tra difensore centrale e terzino avversario, che ha gioco facile nell’intercettare il pallone.

Nella seconda immagine invece, notate come l’esterno uruguaiano alzi il proprio raggio d’azione, rimanendo sempre molto largo. In questo caso l’inserimento del centrocampista svizzero obbliga Basta ad affrontare un uno contro due, a causa anche dell’assenza in copertura dell’esterno alto in catena della Lazio (foto 2).

Genoa Lazio 2: sempre Suso in possesso di palla. A differenza che nell’occasione precedente, Laxalt costringe Basta a scegliere se assorbire l’inserimento di Dzemaili o rimanere largo per chiudere su un eventuale cross dell’uruguaiano.

LE TRANSIZIONI

Nonostante la partita non abbia regalato grandi emozioni, i rossoblù hanno sempre dato l’impressione di poter essere pericolosi in contropiede, impostato con almeno quattro giocatori a cercare la superiorità numerica contro la difesa avversaria (foto 3). 

Genoa Lazio 3: la fase di transizione positiva del Genoa, accompagnata dai tre giocatori offensivi Suso, Cerci e Pavoletti.

Anche in transizione negativa i genoani hanno mostrato grande compattezza, alzando molto la posizione dei difensori centrali e creando densità in zona palla. Difficilmente i loro avversari riescono a ripartire velocemente anche perché i giocatori di Gasperini in caso di difficoltà si affidano al fallo tattico sistematico. Contro una squadra, la Lazio, con velocisti come Felipe Anderson a Basta, e degli incursori molto bravi come Mauri e Parolo, questa tattica è risultata vincente e ha consentito ai padroni di casa di non subire quasi mai ripartenze pericolose (foto 4).

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project). 

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Genoa Lazio 4: appena perso il pallone, Munoz accorcia sul portatore di palla, che viene ingabbiato da altri tre giocatori. Mauri riuscirà a conquistare una punizione, ma non riuscirà a dare sfogo alla ripartenza biancoceleste.

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