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PROTEGGIAMO LA PORTA

Una volta appresa la difesa della profondità impariamo a indirizzare l’attaccante avversario per chiudergli la via del gol.

PROTEGGIAMO LA PORTA

 

Una volta appresa la difesa della profondità impariamo a indirizzare l’attaccante avversario per chiudergli la via del gol.

 

Fra partite di campionato e playoff che si avvicinano prosegue la progressione didattica presentata alla nascita di questa rubrica. Le nuove esercitazioni proposte da Mario Beretta, hanno portato nel lavoro alcune piccole ma significative novità. Sono cambiati due parametri importanti, uno è il numero di giocatori impiegati contemporaneamente (ora sono tre) l’altro è la posizione del difensore al momento dell’avvio dell’azione. Questi non si pone più solo centrale e frontale, bensì parte da diverse altezze e angoli rispetto a palla e avversario. Come ogni tecnico mi si è presentato il problema di dover strutturare in modo razionale ed efficace il lavoro. Diciotto giocatori, due stazioni distinte, per non creare file e lunghe attese. Un allievo dà il via al gioco trasmettendo palla all’attaccante, una volta eseguito l’esercizio i tre componenti ruotano scambiandosi il ruolo. La continua rotazione rende il lavoro più vicino alla situazione di gara per intensità e richiesta di concentrazione. Nella nostra proposta impieghiamo nove giocatori a stazione.

Figura 1

CORRIAMO NEL MODO GIUSTO

La variabile spazio da proteggere cambia e, soprattutto, si cominciano a riconoscere in modo lampante situazioni che i ragazzi sperimentano durante la partita. Per fare un esempio, mi è capitato nel corso della stagione che i miei esterni bassi incappassero in un errore abbastanza classico per chi è alle prime armi: chiudere verso un attaccante lanciato a rete, aggredendo la sua corsa invece che proteggere, con il corretto movimento in diagonale, la porta.

Il difensore deve scegliere quale sia lo spazio più importante da coprire e la porta è il riferimento principale. In questo caso infatti, specialmente se il duello si svolge in posizione decentrata, è fondamentale far capire all’allievo che la linea laterale va sfruttata a proprio vantaggio, perché sull’esterno la punta “vede” poca porta. Indirizzare l’avversario sul piede debole e/o costringerlo a decentrarsi sono e restano le scelte più logiche e facilmente apprendibili dai giocatori inesperti. Ultima raccomandazione non posizionarsi sulla verticale del pallone, è fondamentale andare a collocarsi subito lateralmente per indirizzare l’avversario (figura 1).

QUANDO E COME AGGREDIRE

La corretta lettura dei tempi di arresto, nell’uscita in pressione sulla punta, è una delle situazioni più complesse per i ragazzi. I miei difensori, talvolta, avanzando si avvicinano troppo e rischiano sistematicamente di essere saltati con un semplice spostamento laterale del pallone. Un indicazione chiara e inequivocabile da dare? Questa: esco e aggredisco sino a che l’attaccante non ha stoppato la palla, da quel momento in poi inizia il vero duello (vedi video di apertura). Purtroppo non è sufficiente avere la pazienza di correggere in continuazione, gli errori continuano a verificarsi, è allora opportuno, secondo me, non abbandonare del tutto il lavoro propedeutico. Possiamo proporre esercizi preparatori prima di iniziare le situazioni aspecifiche, magari svolti con intensità crescenti come nel riscaldamento. Rinfrescati i principi base si può passare alla situazione vera e propria. Certo le proposte possono diventare ripetitive. Una soluzione consiste nel rendere più ludico il lavoro inserendo, come anello di congiunzione, degli uno contro uno senza palla. Due esempi: l’attaccante deve superare il difensore attaccando una linea di meta senza farsi toccare o deve riuscire a non farsi sfilare una pettorina che faremo sporgere dal pantaloncino. È anche un buon mezzo, garantito, per iniziare l’allenamento con un clima divertente e allegro.

 

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