CALCIO: ALLENARE NEL SETTORE GIOVANILE
Mario Beretta spiega perché è fondamentale insegnare ai giovani calciatori la costruzione della manovra da dietro. Consigli ed esercitazioni.
Mercoledì 15 Giugno 2016 | Gianluca Ciofi
Mi ha colpito, qualche tempo fa, lo sfogo di un allenatore di settore giovanile pubblicato sui social media a commento di un articolo di Angelo Pereni, “Costruiamo dal basso con i giovani”, nel quale vengono proposti principi ed esercitazioni in progressione per allenare l’impostazione del gioco partendo da dietro. «Tu insegni a impostare dal basso – si lamentava il tecnico – poi però ti ritrovi squadre avversarie, anche di club professionistici, che calciano lungo sul più forte e ti battono…». La difficoltà dell’amico istruttore è palese ed è quella di tanti: come far capire ai ragazzi (mettiamoci anche società e genitori) che la strada d’insegnamento intrapresa è quella giusta anche di fronte a sconfitte patite da pragmatiche e per nulla lungimiranti “palla lunga e pedalare”?
PERCHÉ INSEGNARE A COSTRUIRE DAL BASSO
Mario Beretta, attuale responsabile del settore giovanile del Cagliari, ci viene in aiuto. Tratterà il tema a breve, nello stage di Colorno, con focus sul periodo di preparazione precampionato. «Al di là del risultato sul campo, lavorare con i giovani sull’impostazione da dietro è un’ottima strada per insegnare i principi del calcio – spiega -. Serve affinché riescano a costruirsi la capacità di capire come e quando impostare l’azione. È chiaro che poi altri possono buttare la palla avanti e non giocarla, è un loro diritto. Ma gli istruttori di settore giovanile dovrebbero avere come primo obiettivo la crescita dei giovani, non il risultato».
PER ALCUNI CLUB NON SI DEROGA
Nel settore giovanile del Milan (leggi l’intervista a Filippo Galli) è un principio al quale non si deroga, perché ritenuto fondamentale per la crescita del giovane calciatore sotto molti punti di vista. “Giocare” la palla, invece che buttarla avanti, esercita più contatti piede palla, contestualmente allena la tecnica individuale e, soprattutto, fa sì che il giovane calciatore debba affrontare e risolvere le numerose possibili esperienze di gioco in situazione. Faranno parte del suo bagaglio tattico, tecnico e cognitivo quando sarà adulto.
DA CHE ETÀ?
«I rudimenti, semplici esercitazioni, si possono proporre – commenta ancora Mario Beretta – sin da quando i giovani cominciano a giocare a undici, tenendo conto che il prerequisito fondamentale è avere buona tecnica di base. Questo è infatti l’aspetto sul quale si deve lavorare maggiormente con i più piccoli.»
E SE C’È CARENZA TECNICA?
«Io non sono un integralista, potremmo avere giocatori con limiti oggettivi oppure trovare avversari così bravi che riescono, pressando, a chiuderci le linee di passaggio. Va bene quindi allenare anche qualche altra soluzione sul lungo a trovare un compagno libero. Consiglio però ai colleghi di lavorare comunque sull’impostazione dal basso, per un semplice motivo: si tratta di tecnica eseguita in contesti di gioco reali e si lavora sui fondamentali da utilizzare in situazione, il che per i ragazzi è fortemente accrescitivo.»
RIPETERE PER ACQUISIRE EFFICACIA
Nella nostra intervista ad Arrigo Sacchi, l’allenatore del più grande Milan di sempre sottolinea come e quanto tempo dedicasse ai movimenti di tattica collettiva in fase di possesso, per far sì che la squadra acquisisse i tempi giusti soprattutto nei movimenti senza palla, anche nelle uscite difensive. Ripetizioni e ripetizioni fino a farli diventare quasi automatismi. «Ripetere le esercitazioni è fondamentale, l’allenatore in questo modo riesce ad apprezzare, nel tempo, i progressi della squadra – conferma Beretta –. Nel nostro contesto, il settore giovanile, consiglio di farlo. Se parliamo di costruzione della manovra (non dello sviluppo), suggerisco esercitazioni in presenza di avversari in modo che ci sia sempre contrapposizione. Proposte preferibilmente con chi si difende in superiorità numerica (figura 1), almeno all’inizio, perché in questo modo la squadra riesce meglio a percepire e ad assimilare spazi e tempi dei movimenti necessari.»
COSTRUZIONE DAL BASSO IN SOVRANNUMERO
(Clicca sull'immagine per aprire la scheda completa dell'esercizio)
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