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Il contatto col terreno, la palla e gli avversari: già nelle prime fasce d’età, attraverso opportuni giochi, possiamo intuire chi è predisposto a diventare un numero uno.
Giovedì 19 Gennaio 2017 | Ivan Beghi
C’è chi ci diventa ma soprattutto c’è chi ci nasce. Il ruolo del portiere è indiscutibilmente l’unico del calcio per il quale occorrono specialissime predisposizioni, caratteristiche motorie, psicologiche e caratteriali. Dopo le due proposte precedenti (vedi gli altri post), ecco il terzo gioco sfida pensato da Claudio Rapacioli (con la collaborazione di Oreste Ungari) per le Scuole Calcio e provato sul campo. L’intento primario è stato esercitare e far giocare i piccoli calciatori in base ai bisogni coordinativi e motori tipici dell’età. Congiuntamente, e con un pizzico di fantasia, sono stati inseriti dei semplicissimi elementi dinamici legati a schemi motori vicini a quelli tipici del portiere, oltre a regole che stimolano il contatto col terreno e con i compagni di gioco. Sottobiettivo dell’esercitazione capire chi, fra i bambini coinvolti, dimostra i prerequisiti adatti al ruolo dell’estremo difensore.
IL GIOCO DI SUPERMAN E DEGLI STREGONI
In un’area delimitata da cinesini e di dimensioni adeguate al numero dei partecipanti al gioco si dà il ruolo di “stregone” ad alcuni di essi (uno ogni tre o quattro bambini). I piccoli si devono muovere liberamente all’interno dell’area di gioco, gli stregoni hanno come obiettivo bloccare sul posto i compagni toccandoli (vedi video di apertura). Chi viene toccato dallo stregone deve fermarsi e mettersi in posizione carponi ma può essere liberato da un suo compagno se questi (imitando Superman) riesce a infilarsi sotto di lui scivolando su un fianco con un braccio teso in avanti e il pugno chiuso. Il ruolo degli stregoni viene affidato a turno a tutti e vincono quelli che riescono nell’intento di bloccare tutti i compagni nel minor tempo possibile.
Leggi gli altri post e guarda le altre esercitazioni a cura di Ivan Beghi
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