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COME COMUNICARE TRA ALLENATORE E GIOCATORE

I bambini e i ragazzi di oggi vanno resi partecipi e protagonisti della seduta di allenamento. Ecco alcune semplici indicazioni per migliorare il rapporto tra giocatore e istruttore.

Durante le serate di formazione che svolgo per gli allenatori di settore giovanile ricevo spesso alcune domande: «Cosa devo fare se i ragazzi non mi ascoltano? ...  Non stanno attenti durante le spiegazioni, ma avranno voglia d’imparare? Ai ragazzi d’oggi non interessa nulla del calcio, come faccio a fargli capire che si devono impegnare?». Spesso rispondo con un provocazione: «Provate a immaginare: una squadra riesce ad allenarsi senza istruttore? Un tecnico può allenare senza una squadra?» Parafrasando: abbiamo mai pensato che talvolta costruiamo gli allenamenti basandoci solo sulle nostre idee e senza pensare ai bisogni dei giocatori? I bambini che alleniamo in quest’epoca si contraddistinguono per basse competenze relazionali, scarso spirito d’iniziativa, evidenti difficoltà nell’auto organizzarsi in gruppi di gioco, problematicità motorie e di autonomia. Allo stesso tempo si differenziano dai coetanei del passato per creatività, facilità di dialogo (attraverso l’utilizzo dei social network), sono più predisposti ai cambiamenti e devono gestire un “sovraccarico" di stimoli sonori e visivi. Dispongono inoltre di sviluppate capacità cognitive. Abbiamo mai pensato se gli allenamenti che costruiamo con tanta cura tengono conto di questi fattori? Osservazione, rispetto del bambino, padronanza di competenze tecniche e relazionali sono solo alcune delle parole chiave sulle quali l’allenatore di settore giovanile deve costruire il proprio intervento.

 

CONSIGLI PRATICI PER FARLI DIVERTIRE

Se i nostri giocatori non stanno attenti quando presentiamo gli esercizi tralasciamo spiegazioni lunghe e complesse. I bambini hanno la necessità di muoversi e sperimentare, non sono abituati ad ascoltare per lungo tempo. Cerchiamo di costruire attività modulabili e modificabili in corsa, che possano essere spiegate velocemente e che non necessitino di troppe regole. Si potrebbe addirittura chiedere ai bambini di provare a spiegare gli esercizi e come li migliorerebbero o lasciare che ne inventino.

Non si impegnano? Cerchiamo di coinvolgerli negli aspetti decisionali e nella formazione da mandare in campo (su questo tema ci soffermeremo in un prossimo post). I ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati e stimolati a prendere iniziative concrete. Più i bambini si sentono protagonisti nella gestione del gruppo e più l’attività sportiva sarà vissuta con trasporto e impegno.

IL RUOLO DELLA TECNOLOGIA

Come dialogo con i giovani? Oltre a creare spazi appositi, a inizio e fine allenamento, condotti dal mister o a turno dai giocatori, utilizziamo i canali che già conoscono: gruppo squadra facebook, gruppo squadra whatsapp… sono strumenti che dalla categoria Esordienti alle successive danno vantaggi per comunicazioni di tipo istituzionale e l’opportunità, se gestiti in modo appropriato, di fornire enormi spunti di dialogo e discussione. Permettono di educare alle regole, perché il gestore e garante sarà sempre l’allenatore, il quale avrà la responsabilità di veicolare contenuti sensati, nel rispetto del gruppo e delle regole della società.

 

CREIAMO GIOCHI COINVOLGENTI

Sono svogliati, apparentemente disinteressati? Partiamo dal gioco! Costruiamo attività ludiche che permettano ai giovani calciatori di mettersi alla prova, in autonomia, su richieste tecniche e motorie. Abbiate cura di costruire esercizi che divertano creando, durante le attività analitiche e quelle situazionali, mini gare tra squadre, tornei e giochi con obiettivi a premi. Poter svolgere l’attività sportiva con enfasi e gioia, aver l’opportunità di prendere decisioni significative per il gruppo, avere facilità di dialogo con il mister e i dirigenti, sentire che le proposte sono cucite a loro misura… non solo aiuta a creare l’appartenenza al gruppo, ma migliora la motivazione al gioco del calcio e a riscoprire la passione nel farlo. Proviamoci!

Con la collaborazione di Simone Susio – Clicca qui per leggere gli altri articoli di Susio e Botturi

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