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IL MIRACOLO DEL PORTIERE: LA DOPPIA PARATA

Effettuare due interventi in rapida successione esalta il numero uno e il pubblico, allenamento e didattica per i giovani. Gli esercizi in video.

Nel precedente post abbiamo esaminato il gesto tecnico della rialzata dopo un tuffo. Si tratta spesso del preludio a un secondo intervento. Per essere il più efficace possibile il portiere deve essere veloce nell’adottare la giusta tecnica in funzione:

  • della distanza dell'avversario;
  • della porzione di porta libera da difendere;
  • della traiettoria che potrebbe assumere il pallone.

 

DISTANZA E TRAIETTORIE

Se l’attaccante avversario è molto vicino e dobbiamo proteggere poca luce di porta – quantifichiamola in un metro o meno – la tecnica è la seguente:

  • il primo tuffo deve terminare con la gamba superiore più vicina possibile al terreno, col piede pronto per poggiare velocemente e spingere;
  • l’appoggio deve essere effettuato sotto l’altezza del ginocchio dell’altro arto;
  • utilizzate la mano sul lato di tuffo come ulteriore appoggio per sollevare il corpo e protendersi, con la spinta della gamba, verso la palla.

 

Obiettivo in questo caso è proteggere la porta da un tiro o andare in uscita bassa a contrasto sull’attaccante. In questo tipo d’intervento, la testa deve rimanere allineata alla direzione di tuffo e protesa tra le braccia. Questa tecnica difficilmente può essere vincente contro palloni alti, è ideale invece contro traiettorie radenti il terreno o per la parata sul portatore di palla.

 

DISTANZA MEDIA DALL’AVVERSARIO

Anche in questi casi la spinta verso la palla viene effettuata con la gamba opposta al lato di tuffo. L’appoggio deve essere eseguito oltre l’altezza del ginocchio che poggia in terra. Il corpo ruota verso la porzione di porta da coprire, busto e testa si posizionano in direzione del punto in cui si intende impattare la palla. La mano vicina al terreno aiuta a trovare il giusto equilibrio. 

DISTANTI DALL’AVVERSARIO

È questa una situazione nella quale il portiere ha il tempo per muoversi prima dell’intervento. Dalla posizione finale di tuffo si effettua la rialzata sullo stesso lato (leggi il relativo articolo) e successivamente si fa un passo – o più a seconda delle distanza da coprire – verso la porzione di porta rimasta sguarnita. Infine si spinge in direzione del pallone, stavolta con la gamba sul lato di tuffo. È importante restare bassi con schiena e testa durante la corsa di recupero posizione, soprattutto in caso di traiettorie radenti.

 

SUL LATO OPPOSTO

Nel caso in cui la palla si trovi sul lato opposto a quello di tuffo e sia vicina al portiere, questi deve effettuare una rotazione del corpo sull’asse del bacino. Il movimento rotatorio deve essere eseguito per proiettare busto e braccia verso la palla: anche in questo caso l'eventuale spinta avviene con il piede opposto al lato della seconda parata.

 

PREREQUISITI MOTORI

  • Tecnica di tuffo ottimale.
  • Capacita coordinative di combinazione e spazio temporali.
  • Valutazione della traiettoria e lettura della situazione.
  • Frequenza passi (solo per palle lontane dal portiere).

Articolo a cura di Daniele Airoldi - Si ringrazia Adam Caressa per essersi prestato nelle dimostrazioni e la società Gs Soccer Boys di Turbigo - Leggi tutti gli altri articoli sull’allenamento dei giovani portieri a cura di Apport

 

 

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