Un blog al giorno

COSTRUIAMO LE ABILITÀ DEI BAMBINI

Le gestualità motorie si formano da piccoli, diamo ai giovani calciatori istruttori competenti, giochi divertenti e facciamoli correre... con la fantasia

I Piccoli Amici sono una fascia di età che mi ha sempre attratto dal punto di vista della ricerca. Se osserviamo l’immagine di un bambino mentre calcia o fa un contrasto e la mettiamo a confronto con quella di un adulto colto nello stesso gesto, notiamo subito che espressione del viso e gestualità sono identiche. Perché? Perché le abilità motorie e quelle cognitive sono, in realtà, molto simili anche a età molto distanti tra loro. Troppo spesso i più piccoli sono seguiti da istruttori improvvisati e poco competenti, non in grado di gestire le loro esigenze. È mia opinione che le società di calcio debbano crescere molto nell’organizzazione, nella scelta dei propri istruttori e, infine, progettare gruppi di lavoro. In quelle nelle quali collaboro cerco sempre di proporre la filosofia del team work. Consiste nell’affidare tutte le squadre delle diverse categorie, con particolare attenzione per i più piccini, a istruttori con filosofie di lavoro di alta qualità, caratterizzate da principi riconosciuti e condivisi da tutti, al pari dei club sportivi di primo livello.

 

CORRERE, SPOSTARSI GIOCARE

Per i Piccoli Amici correre e spostarsi all’interno di uno spazio è fondamentale per costruire abilità motorie e coordinative da legare al gesto tecnico. Saper dominare il proprio corpo mentre corre consente al bambino di avere meno problemi nel gestire la palla.

Nella mia esperienza, vissuta in tutte le categorie, ho lavorato spesso con ragazzi carenti a livello coordinativo. Questo è successo anche nel settore agonistico, quando un calciatore dovrebbe essere già formato. Ho riscontrato difficoltà maggiori durante le attività tecniche legate agli spostamenti: un cambio di senso, di direzione oppure negli smarcamenti. Spesso le carenze tecniche sono acuite in presenza di gestualità motorie complesse e viceversa. In sostanza a molti ragazzi manca qualcosa che non è stato insegnato loro a tempo debito.

Allora vi dico, se chiedete a un bambino di correre lo farà, eseguirà il comando subendolo ma quanti di noi gli spiegano perché lo fa? Da domande come questa è nata la mia voglia di ricerca quotidiana, trovare attività che portino i piccoli a condividere e non a subire un’esperienza che stimoli gioco, apprendimento, comunicazione e fantasia.

Gestualità ed espressività di un bambino che gioca a calcio sono uguali a quelle di un adulto

UNO SPAZIO E TANTA FANTASIA

Con l’aiuto di mister Massimiliano Romano, che ringrazio, e assieme ai bambini e agli istruttori dell’Asd Corneto Tarquinia ho creato una mia proposta didattica legata a una semplice metafora. Il pittore (il mister all’inizio), una tela (lo spazio di gioco), dei colori (i cerchi) e dei pennelli (i bambini). L’istruttore dirige l’esercitazione come potete vedere nel video di apertura. Egli deve comunicare coinvolgendo tutti i bambini nell'eseguire ma anche nel descrivere e condividere il percorso di gioco. È fondamentale, in questo caso, curare la ritmicità e non l’intensità dell’esercitazione. Esercitarsi con più ritmo, a quell’età, equivale ad accumulare più esperienze motorie possibili nei tempi giusti, e cioè allenare la coordinazione.

L’atteggiamento dell’istruttore è molto importante. Cercate di essere accoglienti, farvi capire ma anche domandare e attraverso le loro risposte intuirete se state raggiungendo gli obiettivi che vi eravate posti. È quello proposto, un gioco di ruolo. Le dinamiche di gruppo di questo genere di attività sono alla base dei giochi motori, consentono di far svolgere agli allievi delle azioni motorie diversificate a seconda del ruolo che interpretano.

Il gioco va “costruito” un passo alla volta. Prima tramite la corsa fate disegnare delle forme geometriche, poi delle lettere e infine figure a piacimento utilizzando il pallone. Acquisite queste abilità di base potranno tutte, un domani, essere utilizzate in ambito strettamente calcistico. Un esempio: saper correre in cerchio, può trasformarsi in seguito in un movimento a mezzaluna per eludere l’avversario. Disegnare un triangolo o quadrato sarà utile in futuro per un cambio di direzione o di senso. Scientificamente si tratta della costruzione di quelli che si chiamano engrammi motori. Considerati l’insieme delle esperienze motorie memorizzate dall'individuo. Quanto più ripeteremo, in maniera cosciente o inconscia, tali gesti programmati, tanto più rinforzeremo, quell'engramma motorio. Chiudo, come nel precedente post, con una serie di spunti, sui quali vorrei confrontarmi con voi su queste pagine e vi chiedo:

  • Cosa osservare e come intervenire?
  • Che tipo di comunicazione utilizzare?
  • Come modificare lo spazio?
  • Come utilizzare progressioni che siano sempre coerenti ai principi del gioco?
  • Quali feedback bisogna dare?

POTREBBE INTERESSARTI ANCHE

SCUOLA CALCIO: I BISOGNI DEI BAMBINI
SCUOLA CALCIO: I BISOGNI DEI BAMBINI
IL CALCIO DAI CINQUE AGLI OTTO ANNI
IL CALCIO DAI CINQUE AGLI OTTO ANNI
CALCIO: GIOVANI PORTIERI E IL TALENTO DA SCOPRIRE
CALCIO: GIOVANI PORTIERI E IL TALENTO DA SCOPRIRE
SCUOLA CALCIO: CHI GIOCA IN PORTA?
SCUOLA CALCIO: CHI GIOCA IN PORTA?

AGGIUNGICI SU FACEBOOK

DIGITAL MAGAZINE

ALLENARE IL GIOVANE PORTIERE

Un programma per ottimizzare i tempi di lavoro e il numero di contatti con la palla quando lavoriamo con più portieri. Una semplice proposta per chi allena nei settori giovanili.

SFOGLIA

Iscriviti su ALLFOOTBALL oppure esegui il LOGIN