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DIAMO UN CALCIO ALL’ALLERGIA

Come affrontare il classico “raffreddore da fieno”, e sconfiggere i diversi allergeni presenti nell’aria nel periodo primaverile.

Rodolfo Tavana, responsabile sanitario A.C. Milan

Si può essere allergici a mille sostanze, ma oggi ci occupiamo, in modo specifico, del problema che più da vicino riguarda il calciatore, la rinite allergica (spesso definita “raffreddore da fieno”). Questo tipo di allergia, determina secrezioni nasali e agli occhi e provoca un forte fastidio dettato anche dal numero di starnuti in serie che la caratterizzano. Il segnale di allarme, soprattutto per chi non ha mai riscontrato il problema, sono gli pseudo raffreddori cui si va incontro in primavera, passano non appena piove e riprendono col bel tempo, soprattutto se si svolge attività all’aperto. Il periodo delle allergie va da marzo a giugno e dipende dalla sostanza cui si è allergici e dall’ambiente in cui si vive. A volte cambiando squadra e spostandosi in un territorio in cui si è meno esposti all’allergene il problema riduce la sua entità o scompare.

 

COME CURO LA RINITE ALLERGICA?

In questo caso dobbiamo distinguere tra il portiere e i giocatori di movimento. Quando si starnutisce, infatti, si tende a chiudere gli occhi e questo, prima di una parata, è ovviamente un problema. Poi si deve tener conto del fatto che quando si è in movimento i problemi sono limitati e tendono a manifestarsi al termine dello sforzo fisico. Questo perché durante l’attività si liberano nell’organismo sostanze che controbattono i sintomi. La situazione peggiore quindi, anche in questo caso, è quella del portiere, ma è un problema per tutti, perché in allenamento, rispetto alla partita, ci sono più pause che favoriscono la manifestazione dei sintomi.

Le cure più risolutive sono i vaccini da effettuare durante l’inverno, oggi però si possono utilizzare le nuove generazioni di antistaminici che hanno pressoché risolto il problema della sonnolenza che causavano in precedenza. La cura va ovviamente studiata da un allergologo, considerando che il cortisone per via sistemica non è permesso dalla normativa antidoping. Un’ulteriore alternativa consiste nella medicina omeopatica, cui diversi portieri ricorrevano negli anni ’90 quando gli antistaminici causavano ancora sonnolenza. Terapia, anche in questo caso, ovviamente concordata con un medico omeopata.

 

ADULTI E BAMBINI COSA CAMBIA?

La reazione è la medesima, il problema è che se si sviluppa in gioventù rischia di sfociare nell’asma allergico che merita ben altre attenzioni. Quindi se si manifesta la classica “fame d’aria” ci si indirizza immediatamente presso un pronto soccorso. Una volta constatato il problema, dovremo seguire le direttive dell’allergologo e, in ogni caso, con le dovute cautele, è possibile svolgere l’attività sportiva anche a livello agonistico.

 

REGOLE DA SEGUIRE!

  • Dopo l’allenamento fate la doccia il prima possibile per rimuovere gli allergeni e limitare i problemi.
  • Prestate attenzione alle informazioni, fornite dai centri meteorologici, sui picchi degli allergeni che vi riguardano.
  • Avere sempre i farmaci a disposizione e, nel club per cui sei tesserato, informare il medico sulla terapia, per verificare che rispetti le normative antidoping.

In ogni caso, è importante che l’allenatore sia informato.

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