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LA STRADA GIUSTA PER FARLI CRESCERE

Allenare un giovane calciatore è un compito complesso, ma può diventare semplice ed efficace se fatto con responsabilità e con criteri corretti e chiari.

«Il settore giovanile deve essere una grande fucina di giocatori e per fare questo bisogna insegnare più tecnica che tattica. Invece mi capita di vedere allenatori che a bambini di dieci, undici anni, insegnano la tattica. Penso che questi personaggi andrebbero messi in prigione, perché ai piccoli devi insegnare la parte ludica facendo sì che migliorino nella tecnica». È una dichiarazione di Fabio Capello datata luglio 2014. Affermazioni come questa mi mettono a disagio come altre. Eccone un paio: «…i bambini delle scuole calcio hanno disimparato l’equilibrio, perché giocano su campi di erba sintetica e non di terra come una volta…», «…dai dilettanti ai professionisti l’imperativo è vincere, gli allenatori sono costretti a far giocare i ragazzi migliori che hanno in quel momento, tralasciando il resto…». Sono considerazioni che hanno un fondo di verità, ma che liquidano in maniera sbrigativa, e non affrontano, come dovrebbero, il gravissimo ritardo dello sport italiano in generale. Nella formazione dei bambini (anche negli stati in via di sviluppo) l’attività fisica rappresenta un pilastro dell’educazione e della società, offre il senso di appartenenza alla comunità. In attesa che il nostro governo capisca l’importanza dell’educazione fisica fin dalle scuole elementari, si prenda coscienza del gravissimo analfabetismo motorio di questa generazione di nativi digitali e i grandi club si convincano dell'importanza di valorizzare il prodotto nazionale a km 0, il fulcro del mio ragionamento si concentra ancora sull’aspetto programmatico nella scuola calcio. Quale strada percorrere affinché i bambini di talento non si perdano e tutti siano valorizzati secondo, per esempio, le indicazioni di Massimo De Paoli ?

 

ISTRUTTORI: PUNTIAMO ALL'ECCELLENZA

Quando con i tecnici della scuola calcio ci siamo seduti per pianificare la stagione siamo giunti alla conclusione che il “giocare a calcio” comprenda diversi aspetti tra loro inscindibilmente connessi. Una programmazione accurata non ne può trascurare neanche uno. Anzi si userà, per esempio, il sottostante elenco  di caratteristiche come criterio selettivo e predittivo non solo per i ragazzi, ma anche per evolvere come tecnici, evitando così di perdersi per strada perché non si sa dove andare.

Vi presentiamo un esercizio che può essere utilizzato con i giovani in fascia immediatamente preagonistica ma ha valenza anche per il settore agonistico e prime squadre. Allena la visione di gioco, l’adattamento e la percezione dell’ambiente nel contesto di gioco. Si lavora sulla lettura della situazione in riferimento all’avversario diretto, sulle capacità attentive e sull’anticipazione. Clicca sull’immagine per aprire la scheda completa.

 

LE CARATTERISTICHE DEL GIOCATORE EFFICACE

Dai match-analyst, in generale, e dall’osservazione dei nostri ragazzi, in particolare, ci siamo resi conto che il calciatore efficace è quello dotato di alcune caratteristiche essenziali per costruire principi e sottoprincipi di gioco:

  • Intelligenza psicomotoria, qualità cognitivo percettive di analisi di spazi e tempi.
  • Consapevolezza di sé e della situazione complessa che ha intorno, sia statica sia dinamica.
  • Capacità di anticipare gli accadimenti, le giocate, di intuire le traiettorie, rapidità nella scelta decisionale e nel processo: orientarsi, osservare, decidere e agire.
  • Capacità di organizzarsi e riorganizzarsi.
  • Tempismo, ritmica di base.
  • Prerequisiti psicomotori e coordinativi, equilibrio.
  • Agilità nell'effettuare le sequenze motorie tipiche del calcio.
  • Non perdere mai di vista che lo scopo finale è fare gol, avendo la porta avversaria sempre in mente.
  • Controllo della situazione esterna (il gioco) e interna (le emozioni).
  • Resilienza: riuscire a produrre giocate intense, nel tempo, senza mai darsi per vinti.
  • Amore per la sfida, il confronto, l'agonismo, la competizione e i duelli.
  • Capacità attentive e di concentrazione prolungate.
  • Abilità nell’inquadrare e risolvere i problemi.
  • Capacità nel gestire le proprie risorse, di qualsiasi natura esse siano, nel corso dell’incontro.
  • Abilità raffinata con gli attrezzi del mestiere, palla, piede e corollari.
  • Capacità di comunicare efficacemente.

Ne consegue che è su queste caratteristiche che devono essere costruiti gli esercizi pratici.

Fine prima parte – Clicca qui per leggere tutti gli articoli di Simonetta Venturi

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