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CALCIO SOCIALE 1 PROFESSIONISTICO 0

Per una domenica il signor Rossi si prende i riflettori e racconta storie diverse che fanno riflettere e offrono un’immagine più genuina del mondo del pallone.

Ivano Maiorella

Quella del 22 marzo sarà una domenica particolare. Senza calcio? No, con un calcio diverso. Il calcio spezzatino può riservare qualche sorpresa. Soltanto una partita di A si giocherà alle 15, Juventus-Genoa. La necessità aguzza l’ingegno e Rai Sport decide di puntare tutto sul calcio che racconta il Paese. Un reality che supera la realtà, con le periferie che diventano centro. Lo Juventus Stadium rimbalzerà la linea con il campo di San Basilio e le prodezze di Tévez si alterneranno con quelle di Mattia Bruschi, ingegnere meccanico e difensore centrale dell’Ansaldo Energia di Genova.

Sarà mica una riedizione della Compagnia dei Celestini?

No, Stefano Benni non c’entra niente. C’entra invece Enrico Varriale e il suo Stadio Sprint di domenica 22 marzo, per l’appunto. Un’idea intelligente che fa onore a lui e alla direzione di Rai Sport.

 

SPAZIO BEN RIEMPITO

Accadrà così che nel palinsesto sportivo di sabato pomeriggio, lo spazio lasciato vacante dal calcio super professionistico sarà rimpiazzato da quello sociale. Una bella sfida professionale anche per giornalisti sportivi chiamati a fare i giornalisti e basta, senza aggettivi. Una sfida editoriale non da poco per un servizio pubblico in cerca d’identità. Il parterre de rois di Stadio Sprint di domenica 22 marzo, dalle 17 alle 18 di pomeriggio su Rai 2 si collegherà con tre campi di calcio sociale: Roma, Bologna e Genova.

A Roma il collegamento sarà dal campo di San Basilio, nella periferia est della Capitale. I Liberi Nantes significano integrazione contro le discriminazioni e i pregiudizi. È una squadra formata da esuli e richiedenti asilo. Sfideranno il nuovo Salario, in un incontro tra “periferie” diverse.

A Bologna sarà collegato don Luigi Ciotti, all’indomani della manifestazione nazionale per la Giornata della memoria e dell’impegno di sabato 21 marzo. Che c’entra il calcio? In studio ci sarà anche il papà di Dodò, Domenico Gabriele, bambino di 11 anni centrato da un proiettile di mafia mentre giocava a calcio con i suoi amici nel 2009. Dopo tre mesi il bambino è morto. Saranno dedicate a lui le immagini che scorreranno durante il collegamento: il torneo “Oltre le regole” coinvolge duemila ragazzi e ragazze bolognesi tra i 6 e i 9 anni. Un campionato senza classifica e senza cartellini rossi e gialli. I cartellini sono “azzurri”, destinati a chi si distingue di più nel fair play.

 

MATTIA BRUSCHI FACCI UN GOL

Il terzo collegamento sarà con Genova per Ansaldo-Gs Sori, nell’ambito del Torneo Uisp “Il Lavoratore”, che si svolge da quarant’anni con le squadre che rappresentano le diverse aziende. Oggi c’è crisi di lavoro e cassa integrazione, ma il torneo continua. La partita si svolgerà a Cornigliano, uno dei quartieri simbolo del tessuto lavorativo della città, un tempo località balneare e di villeggiatura, trasformatosi nel corso del ‘900 in un grande polo industriale, con il grande stabilimento dell’Italsider, oggi Ilva, sullo sfondo. In campo ci sarà anche Mattia Bruschi, classe '76, ingegnere Ansaldo da 12 anni. Con la passione del calcio fin da bambino, Mattia arriva a giocare fino in Promozione con buonissimi risultati. A 24 anni un infortunio alla schiena e cala il sipario. Dopo un anno di stop i colleghi lo convincono a riprendere. L'avanzamento di carriera in Ansaldo e la nascita di tre figli non fermano Mattia e l’anno scorso, con la squadra dell’Ansaldo, arriva anche a vincere il titolo di campione italiano dei Cral Aziendali. “Nello spogliatoio Ansaldo non ci sono differenze di livello – raccontano i compagni di squadra - dirigente, quadro, impiegato e operaio sono tutti uguali, compagni di squadra, uniti dalla voglia e dalla passione per il calcio”. Terminata la partita tra Ansaldo e Sori, la palla passerà agli studenti del Liceo scientifico-classico Martin Luther King-Liceo che se la vedranno con quelli dell’artistico Paul Klee Barabino, nell’ambito del campionato studentesco di calcio a 11, che vede la partecipazione di ben 12 istituti scolastici di Genova. E qui altre storie, altri sogni, altre Italie. A volerle raccontare, attraverso il pallone.

 

LO SPICCHIO SOCIALE DEL PALLONE

“Questa domenica senza calcio professionistico dà la possibilità di accendere i riflettori sul valore sociale del nostro calcio – dice Alessandro Baldi, referente nazionale Lega calcio Uisp – ci auguriamo che non sia soltanto una scelta estemporanea, pur importante e coraggiosa di Rai Sport. In ogni caso sfrutteremo questa bella opportunità per mostrare cosa riesce a fare lo sport sociale, quali valori riescono a trasmettere i mille e mille campetti che ognuno di noi ha vicino casa. Perché non provate a conoscerli meglio?”. Il calcio super professionistico si ferma ma il racconto giornalistico non va in crisi. A volerlo raccontare, il calcio sociale non si ferma mai. E non basta la maglia azzurra per dire Italia.

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