CALCIO: CHE TIPO DI MISTER SEI?
Sei uno scrittore, un poeta o un genio? Lavori per schemi, per concetti o riesci a dare una tua impronta unica e irriproducibile alla squadra?
Venerdì 21 Ottobre 2016 | Angelo Pereni

La storia e il panorama del calcio nazionale e internazionale ci raccontano una cosa. Esistono tre “filosofie”, tre linee di lavoro, che influenzano fortemente il modo di interpretare il ruolo dell’allenatore. I tre indirizzi nascono da altrettante, legittime e diverse convinzioni. Ci sono i conservativi, quelli che una buona squadra meno si tocca meglio è, quindi proteggono le loro certezze. Poi esistono gli allenatori che preferiscono allenare il gioco e, altri, che preferiscono allenare i giocatori.
I PURISTI
I “puristi” sono coloro che prediligono allenare il gioco attraverso schemi, cercando l’interprete adatto al proprio metodo di lavoro. Per loro non è determinante che un giocatore sia in ottima forma, piuttosto, invece, che sappia mandare a memoria i movimenti provati e riprovati in allenamento e che sia in sintonia con la sua dottrina. Questo tecnico trovata una ricetta difficilmente la cambia, soprattutto per sua resistenza culturale ma anche perché teme per il prestigio personale e cambiare potrebbe andare a discapito della realizzazione della “sua” opera. Il suo credo di calcio parte dagli schemi e dai suoi particolari. È’ un modello di conduzione che negli anni ottanta e novanta era vincente mentre adesso fa fatica a imporsi. Al giorno d’oggi è quasi impossibile tenere invariata a lungo una formula di gioco sia perché nell’arco di un campionato ti possono venire a mancare certi tipi di giocatori sia perché gli avversari, se sei ripetitivo, imparano a contrastarti efficacemente. In questi casi se non si dispone del fuoriclasse che decide le partite con giocate fuori dall’ordinario si finisce per stentare.
I PRAGMATISTI
Nella seconda scuola si collocano i “pragmatisti” e sono quelli allenatori che considerano il campionato, le coppe, i tornei la somma delle singole partite nel corso delle quali si possono sperimentare le proprie idee. Questi privilegiano allenare i giocatori attraverso “concetti” di gioco tralasciando la schematizzazione. Nell’arco delle diverse gare cambiano modulo di gioco e disposizione tattica perché trasmettono ai giocatori gli strumenti per interpretare diversi spartiti. A questa categoria appartengono quegli allenatori che allenando i giocatori possono, più facilmente, mescolare la loro rosa e scegliere i più adatti a fare squadra in quel momento.
I PREDESTINATI
Poi esistono i “predestinati” che riescono a essere se stessi stando in mezzo alle due vie precedenti. Strada difficile da percorrere perché miscelare l’una e l’altra e stare sempre in equilibrio è impresa difficilissima. Questi sono quelli che fanno “epoca” e inventano modelli di gioco quasi sempre difficilmente riproducibili con altri giocatori di diversa qualità rispetto a quelli utilizzati nel momento in cui costruiscono qualcosa di eccezionale e unico.
SCRITTORI, POETI E GENI
I puristi ottengono la stabilità attraverso una soluzione unica, gli schemi, li paragonerei agli “scrittori”, però risultano poco vincenti. I secondi ricercano attraverso la trasmissione di concetti diverse soluzioni, li paragonerei ai “poeti” e riescono a vincere spesso. I terzi li metterei in relazione ai “geni” che, alla lunga, vincono e convincono creando modelli di difficile imitazione.
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