CALCIO, FAVOLE E GIOCHI A CARATTERE DIDATTICO
Per guidare e rendere il più possibile efficace il processo di apprendimento nei piccoli si può giocare in un contesto ricondotto a quello delle fiabe.
Mercoledì 28 Giugno 2017 | Marco Bettoni

Nel post precedente ho illustrato quali sono le basi scientifiche su cui poggia il “metodo delle fiabe motorie” oggetto di questo blog, una metodologia didattica che, come si diceva, io uso nell'ambito del calcio ma può essere adottata per qualsiasi insegnamento. Facciamo un passo indietro e torniamo alla prima proposta pratica mostrata, la favola di Robin Hood. Si presta, come qualsiasi altra esercitazione tradizionale, a essere soggetta all’inserimento di più variabili, tutte utili agli scopi che si prefigge il metodo. Possiamo per esempio lavorare sui fondamentali, il tutto proposto sotto forma ludica, mai noiosa o ripetitiva in modo da sollecitare la creatività dei bambini. Cerchiamo, in sostanza, di fornire loro uno spazio ricco di stimoli cognitivi, motori e tecnici vicini alle situazioni che i piccoli giocatori troveranno all’interno del campo di gioco.
GLI OBIETTIVI DELL’ESERCITAZIONE
Vediamo, per rimanere in un contesto pratico, come possiamo orientarci verso i seguenti obiettivi, adatti per le fasce d'età dei più piccini.
Motori: sviluppo capacità di orientamento spazio temporale, differenziazione, ritmo, adattamento e trasformazione.
Tecnici: guida della palla, ricezione e controllo orientato, passaggio, smarcamento.
Cognitivi: flessibilità, capacità di inibizione del compito, attenzione focalizzata, memoria di lavoro, pianificazione e problem solving.
LA FAVOLA DI ROBIN HOOD, UN'EVOLUZIONE
Per prima cosa introduciamo nuovi personaggi, uno è la guardia del principe Giovanni. Deve essere riconoscibile, quindi possibilmente dovrà indossare qualcosa di diverso o avere un oggetto in mano che simboleggi l'arma che ne contraddistingue l'autorità (più verosimile è meglio “entreranno” nel gioco i bambini e le bambine). Questi deve cercare di catturare Robin Hood e imprigionarlo in una delle “gabbie” colorate (avremo predisposto dei cerchi di vari colori nello spazio di gioco). L'altro nuovo personaggio può essere Little John, l’inseparabile amico di Robin Hood. La regola diventa che lui e solo lui (il mastro di chiavi) può liberarlo se viene catturato e messo in gabbia. Lo farà passandogli una chiave (un pallone), che avrà con se. Ma che succede se viene messo in galera il mastro di chiavi per primo? Fate trovare una soluzione ai vostri bambini…
LE VARIANTI
Di seguito alcune varianti possibili: a) Little John porta la palla (la chiave) guidandola con i piedi; b) aumentate il numero di personaggi “guardie“ o “Little John” per rendere l’esercizio il più dinamico possibile; c) una volta aperta la gabbia il compagno deve ripassare la chiave a Little John (concetto di uno due) che però non può essere catturato dalle guardie godendo di una fantasiosa immunità; d) una volta passata la chiave al compagno Little John può essere catturato per obbligarlo a sua volta a trasmettere velocemente il pallone e “tagliar fuori “ la guardia. Inoltre, in questo modo, il compagno imprigionato deve trovare il tempo giusto e cercare lo smarcamento del destinatario del passaggio; e) i Robin Hood hanno il pallone e quando vengono presi dalle guardie lo devono lasciare nel forziere del principe Giovanni (un cerchio colorato indicato dalle guardie). I Robin derubati del loro tesoro si posizionano comunque a guardia furtiva del forziere contenente il loro soldo muovendosi in maniera circolare attorno ad esso in attesa di Little john, il quale con un pallone di colore diverso può aprire il forziere effettuando un uno-due con il compagno; f) stesso esercizio come sopra ma introduciamo due Little John e i Robin derubati dalle guardie potranno muoversi liberamente anche verso altri forzieri. In questo caso si incrementa il carico cognitivo aumentando lo scambio d'informazioni perché Robin non sarà più in una situazione statica di attesa ma dinamica di aiuto.