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Mi sono fatto male!

Infortuni nel calcio: dalla riabilitazione alla prevenzione. Un corretto percorso di recupero, portato a termine correttamente, permette di ridurre il rischio di ricadute.

Stefano Respizzi

Le cronache sportive sono infarcite di infortuni nei quali incappano, purtroppo di frequente, atleti di qualsivoglia disciplina. Si tratta di eventi improvvisi e negativi che costringono il calciatore a interrompere l'attività, talvolta per periodi prolungati. Nel calcio accadono più frequentemente (circa cinque volte di più) durante le partite rispetto che nel corso degli allenamenti, a dimostrazione di come la carica agonistica giochi un ruolo decisivo.

Meno frequentemente si sente invece parlare di riabilitazione dagli stessi.  La riabilitazione sportiva è il periodo che intercorre tra il trauma e il desiderato ritorno in campo. Se da un lato, quindi, l'infortunio è un evento istantaneo e doloroso (come può essere un contrasto di gioco particolarmente violento), la riabilitazione è un percorso, il viaggio che il calciatore deve intraprendere per tornare nel pieno della forma.

I compagni, in questo viaggio, sono molti, tutti indispensabili. Al primo posto i medici (specialisti in medicina dello sport, specialisti in riabilitazione e ortopedici se necessario un intervento chirurgico) che devono coordinare le attività riabilitative assieme ai fisioterapisti e ai preparatori atletici. La riabilitazione sportiva, atta a preparare l’atleta per prestazioni agonistiche, è caratterizzata dalla necessità di riportare rapidamente il soggetto infortunato alla miglior performance. È opportuno ricordare che essere rapidi non vuol dire andar di fretta: com’è noto, utilizzando una citazione tipica del mondo dello sport, i grandi campioni sono molto veloci e… fanno la cosa giusta!

Nella persona normale, video in alto, e nel caso di Giuseppe Rossi gli esercizi di rieducazione del gesto sportivo con sollecitazione dell’equilibrio e delle capacità coordinative sono molto importanti nelle fasi più avanzate della riabilitazione. E, nel caso del calciatore, propedeutici alla ripresa degli allenamenti sul campo e con le squadra. Hanno, inoltre, un’importante azione preventiva. (Italyphotopress©)

Veloci ma non troppo

Ecco quindi come la comprensibile necessità di riprendere prima possibile, non deve creare situazioni rischiose che possono mettere a repentaglio l’integrità fisica generale del calciatore. In tal caso, il danno subito potrebbe essere ben superiore al valore del tempo guadagnato, compromettendo talvolta definitivamente la carriera agonistica.

In quest’apparente paradosso sta la difficoltà dell’intervento riabilitativo in ambito sportivo. Le ultime indicazioni protendono ad abbracciare il concetto di riabilitazione sportiva accomodante. S’intende, cioè, il passaggio a una proposta che pone obiettivi funzionali sempre più avanzati solo in base alla risposta organica del paziente. Sono quindi superati i protocolli basati su obiettivi temporali predeterminati, questo in favore di protocolli confezionati sulle necessità e le capacità del calciatore. I risultati funzionali raggiunti guideranno la progressione dell’intervento riabilitativo.

Raggiunta la auspicata guarigione, è poi indispensabile dedicare attenzione a un altro aspetto, la prevenzione al riverificarsi dell’evento afflittivo, quindi come evitare di rifarsi male.

Di tutto questo si occuperà questo blog; descriverà il percorso riabilitativo nei suoi dettagli fino alla meta attesa e, soprattutto, darà consigli su come prevenire nuovi infortuni.

 Con la collaborazione di Cristiano Sconza

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