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Riscaldiamo il corpo e… la mente

La messa in azione è un momento fondamentale, sul piano fisiologico, per prevenire inutili infortuni e accompagnare il giocatore nel clima partita anche dal punto di vista dell’attenzione e della concentrazione.

Un buon riscaldamento è fondamentale, anche se spesso è poco considerato. Permette, infatti, un ottimo inizio della seduta di allenamento o della partita, a patto di unire coerentemente l’aspetto fisiologico a quello mentale. Questi sono i due aspetti di cui tener conto per far sì che il giocatore sia pronto a gestire qualunque impegno. In tal modo, preparo i muscoli ad affrontare lo sforzo e aiuto il giocatore a entrare in sintonia con il compito che lo attende (partita o allenamento), sia come singolo sia come gruppo. Una delle cose peggiori che vedo fare è correre attorno al campo, mentre è sensato sfruttare lo spazio al suo interno e le linee che rappresentano precisi punti di riferimento per i diversi ruoli: quindi utilizziamo linee, direttrici e diagonali che i giocatori sono abituati a eseguire in partita, utilizzando distanze attorno ai venti, trenta metri. Un riscaldamento “tattico” che riflette i tempi e gli spazi in cui poi i giocatori dovranno muoversi, secondo il ruolo, in partita.

 

Procediamo per gradi

Presto poi attenzione al corretto incremento dell’intensità, che si traduce anche in una crescente partecipazione dei calciatori. È poi fondamentale che svolgano bene gli esercizi per essere pronti evitando inutili rischi d’infortunio, ma anche per coinvolgerli e farli entrare nel clima partita. È anche importante che abbiano un ritmo di coppia se lavorano in due, di gruppo se sono in 4-6 o di squadra se sono coinvolti tutti. Semplifichiamo il concetto: “Siamo come una band e se uno stona addio prestazione” e quindi se i musicisti si dedicano al sound check noi prestiamo la giusta attenzione al riscaldamento.

Il riscaldamento ha dei ritmi e delle priorità, e questo deve essere trasmesso da chi lo guida. Si deve essere in sintonia con i calciatori che non devono mai svolgerlo passivamente, essendo sempre coinvolti anche sul piano mentale. E questo dipende sia dalla qualità delle proposte sia dalla nostra partecipazione.

Ivan Carminati e Xherdan Shaqiri

Un momento difficile

Il riscaldamento più complesso è quello del giorno dopo. Lavorare con i giocatori che non hanno giocato è difficile perché sono scontenti, ma devono allenarsi e farlo bene. Quindi il mio obiettivo, in questo caso, è di riportarli nel giusto clima di allenamento sul piano fisico e, ancor più, su quello mentale per ottenere la loro attenzione.

La strada maestra, sia per i bambini sia per gli adulti, sono i giochi perché consentono di fargli svolgere un lavoro fisico intenso con divertimento e grande partecipazione. Il tutto preceduto da lavori brevi, semplici, con continue variazioni di obiettivo. Se qualcuno pensa che l’utilizzo di giochi con gli adulti rappresenti una scelta banale si sbaglia. I giochi sono una ricchezza perché ti aiutano a trovare la chiave per coinvolgere il giocatore e condurlo alla giusta intensità di lavoro senza caricarlo sul piano cognitivo. Quando è possibile, inoltre, preferisco esercizi e giochi di contatto perché creano entusiasmo, legame e intensità.

Pare scontato, ma va sempre ricordato: non devono mai mancare il pallone, il sorriso e l’entusiasmo, adeguandosi poi al clima e alle condizioni del campo. Un consiglio? Con il clima freddo non dimenticate mai di prestare attenzione al lavoro per gli adduttori. Come? Ne parliamo nel prossimo post.

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