CALCIO: PROGRESSIONI COL METODO CASTELLO
Massimo De Paoli ci guida, tramite esercitazioni correlate, alla valutazione e correzione dei comportamenti tecnici e tattici dei nostri calciatori.
Mercoledì 22 Giugno 2016 | Massimo De Paoli
Si fa presto a dire facciamo un uno contro uno. Come abbiamo visto nei due precedenti post una esercitazione apparentemente semplice che prevede il duello fra un attaccante e un difensore si presta a un’infinità di varianti e considerazioni. Soprattutto offre la possibilità all’istruttore di osservare, leggere e capire quali sono le caratteristiche dei suoi giocatori, quali le qualità, i limiti e quindi dove poter lavorare e se possibile correggere.
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GLI SVILUPPI DELL’ESERCITAZIONE
L’aspetto lasciato in sospeso nel precedente post, è come si comporta e cosa osservare nel difensore (figura 1, clicca sull’immagine per aprire la scheda completa dell’esercizio).
Figura 1: uno contro uno e alcune varianti (clicca sull'immagine per aprire la scheda completa dell'esercizio)
I dettagli, anche qui, vi forniscono informazioni sulle attitudini dei vostri giocatori. Chi difende lascia giocare sulla sponda l’avversario o lo va a prendere alto? Se va in pressione ha due problemi da risolvere: non farsi superare in dribbling e cercare di coprire almeno una traiettoria di passaggio. Il difensore bravo, tolta l’ipotesi della riconquista immediata del pallone, aggredisce e cerca di indirizzare e orientare la punta, si tiene a distanza debita per non essere superato, chiude una delle due opzioni di passaggio e indirizza l’attaccante sulla restante.
OSSERVATE E CORREGGETE
L’allenatore deve osservare lo stile di corsa, la capacità di saper orientare il corpo e se sa “leggere” le caratteristiche della punta: ha un piede dominante? È particolarmente veloce? E se, infine, in base queste letture chi difende sa regolarsi di conseguenza. Il difensore bravo, nella difficoltà di giocare contro uno più due appoggi, fa delle scelte consapevoli: può anche allontanarsi e concedere solo il tiro in porta (c’è parecchia distanza dai pali e non vuole concedere alla punta l’uno contro uno col portiere). Viceversa in situazione di vicinanza alla porta, deve temere il tiro e allora può accorciare e lasciare aperto l’appoggio facendosi aiutare dal portiere nell’eventuale chiusura. Giocano un ruolo importante, quindi, le distanze attaccante – porta e quella difensore - portiere.
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IL PORTIERE E LA COMUNICAZIONE
E il portiere? Osservate anche lui, se comunica e con quale linguaggio. Vi capiterà spesso che l’estremo difensore non lo faccia ma potrebbe (dovrebbe) dare indicazioni per supportare i comportamenti del compagno che difende. La collaborazione fra i due può essere decisiva per l’esito finale del duello. Questa esercitazione, tra l’altro, non è detto che non si possa fare senza portiere, ma con (al suo posto) un altro difensore. La comunicazione è centrale per l’esito positivo della fase difensiva. Ancora una volta vi esorto a osservare: inizialmente non dite nulla, poi stimolate i ragazzi, se serve, a fare quello che avrebbero dovuto.
ULTERIORI MODIFICHE O VARIANTI
Come immaginerete esistono moltissime possibilità, dipende, per esempio, da che tipo di uno contro uno voglio esercitare.
- Dorsale: facciamo partire dallo stesso lato attaccante e difensore, questi inizialmente applica la regola del “fair play” (lascia che la punta raggiunga prima la palla senza anticiparlo) poi cerca di non farlo girare (un esempio in figura 2).
- Laterale: gli attaccanti partono da destra, i difensori da sinistra e il mister gioca una palla lungolinea.
PIÙ LIBERTÀ ALLE SPONDE
Una ulteriore variante in progressione all’esercizio di figura 1 consiste nel concedere alle sponde di potersi muovere in profondità oltre la metà campo bassa. Come si comporta chi attacca? Cerca il loro appoggio in basso o nella parte più alta dell’area di gioco, vicino alla porta? Se tende a stare centrale farà più fatica perché il difensore può riuscire a chiudergli tutte e due le traiettorie di passaggio. Altri giocatori cercheranno, avvicinandosi, l’appoggio o la finta di appoggio su una sponda per provare a orientare il difensore e batterlo sull’altro lato.
A RIDOSSO DELLA PORTA
Anche la conclusione dell’azione si presta a osservazione, valutazione ed eventuali correzioni. Con le sponde alte, più vicine alla porta, l’obiettivo dell’attaccante (per fare gol) è giocare in profondità e, successivamente, eseguire il giusto movimento a staccarsi dall’avversario. Entra in gioco la capacità di saper gestire cambi di senso, direzione e contromovimenti. Un esempio: gioco sulla sponda, mi appoggio al difensore e poi repentinamente mi stacco: se ricevo palla di ritorno faccio quasi sempre gol. L’esercitazione risulta dunque strategica per insegnare ai giovani l’uno contro uno offensivo e difensivo in area di rigore. Abituate e lavorate, su chi difende, a reggere la marcatura perché non sempre, nel calcio, possiamo pensare che arrivi qualcuno a supportarci in raddoppio. Un mio consiglio? Non commettete l’errore, con i giovani e per ciò che riguarda la fase difensiva, di lavorare subito e solo sulla difesa collettiva e di reparto. Va benissimo non c’è dubbio ma se facciamo solo quello rischiamo che poi i nostri giocatori non sappiano come comportarsi se vengono attaccati uno contro uno in area di rigore.