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MIHAJLOVIC ALL’ESAME MANCINI

L’aggressività del Milan opposta al palleggio della nuova Inter del tecnico marchigiano che con ogni probabilità opterà per il tridente a scapito del trequartista.

L'articolo è realizzato con la collaborazione della piattaforma Wyscout

Questo Inter - Milan sarà il derby delle incognite. Arriva subito dopo la pausa per gli impegni della nazionale e, soprattutto, dopo gli ultimi colpi di mercato che hanno regalato ai nerazzurri giocatori nuovi e la possibilità di affidarsi a un diverso sistema di gioco. In questo scorcio di stagione Mancini ha optato per un 1-4-3-1-2 con Brozovic o Hernanes sulla trequarti. Ceduto il brasiliano e arrivati Perisic e Ljajic, il tecnico nerazzurro dovrebbe optare per il tridente e conseguente 1-4-3-3 col ritorno del croato sulla linea dei centrocampisti. Rimarranno comunque una costante gli “strappi” offensivi delle mezz’ali Kondogbia e Brozovic in area di rigore. Quest’ultimo, già nella scorsa stagione aveva dimostrato ottimi tempi di inserimento e, complice la tendenza di Jovetic ad abbassarsi per collegare centrocampo e attacco, può diventare una spina nel fianco della difesa rossonera (foto 1).

Foto 1: Palacio si defila e riceve, Brozovic s’inserisce in area per andare a ricevere il cross dell’argentino.

Dietro il Milan dovrà essere più attento rispetto a quanto visto nelle prime due giornate di campionato nelle quali i difensori centrali hanno tardato ad accorciare sulle punte e creato i presupposti per l’attacco della profondità alle loro spalle (foto 2).

Foto 2: Romagnoli tarda nell’accorciare sulla punta che ha il tempo per girarsi e premiare l’inserimento del compagno alle spalle della linea difensiva.

LE CERTEZZE DEL MILAN

Mihajlovic il sistema di gioco l’ha trovato già dall’inizio del ritiro (1-4-3-1-2) ma è ancora alla ricerca di qualità e condizione mentale accettabili. Non è un caso che nelle prime uscite stagionali a fare la differenza siano stati i singoli: Bacca e Luiz Adriano, due nuovi acquisti. Il tecnico serbo vuole una squadra corta che pressi fin dalla metà campo. In particolare, una volta perso il pallone, il Milan alza molto il baricentro per cercare la rapida riconquista della sfera e soffocare sul nascere le velleità di ripartenza avversarie (foto 3).

Foto 3: un esempio di pressing rossonero.

Nel derby, questa pressione si scontrerà con la proprietà di palleggio dei nerazzurri, molto positiva già dalla difesa soprattutto se - ma è molto difficile - recupererà Miranda. Interessante valutare l’inserimento nei meccanismi nerazzurri di Felipe Melo, giocatore di indiscutibile valore in fase di interdizione, ma che palesa lacune se pressato quando imposta. Che tale compito possa essere affidato anche al brasiliano, di ritorno in serie A dopo l’esperienza al Galatasaray, è molto probabile. Mancini, del resto, chiede esplicitamente alla  squadra di far girare molto il pallone, coinvolgendo quasi sempre tutti e dieci i giocatori di movimento, un atteggiamento utile per non dare punti di riferimento stabili al pressing avversario. Il Milan sembra dipendere molto dai due nuovi attaccanti. A parte la difficile partita d’esordio contro la Fiorentina, Bacca e Luiz Adriano si sono mossi bene, cercandosi continuamente e alternando movimenti incontro al pallone ad attacchi della profondità. Soprattutto il colombiano – vedi gol del momentaneo 1 a 0 contro l’Empoli - ha messo in mostra la sua ben nota velocità e potenza quando aggredisce in profondità.

 

INSERIMENTI E RIPARTENZE

Se gli inserimenti dei centrocampisti potrebbero essere l’arma in più per l’Inter, le ripartenze sono forse la risorsa tattica collettiva più efficace a disposizione di Mihajlovic. Quando riconquista palla il Milan attacca subito la profondità cercando una delle due punte e accorciando velocemente con molti uomini (foto 4).

Foto 4: la ripartenza che ha portato al gol del Milan contro il Perugia; dopo aver riconquistato il pallone sulla trequarti difensiva, i rossoneri salgono velocemente e portano quattro giocatori in condizione di infilarsi in area di rigore.

La squadra di Mancini sembra patire questo tipo di atteggiamento, più di una volta, soprattutto nella partita inaugurale contro l’Atalanta, l’Inter ha alzato in fase offensiva tutti e due gli esterni bassi, lasciando completamente scoperte le due fasce ed esponendosi alla velocità di Gomez e Maxi Moralez (foto 5).

Foto 5: i due terzini dell’Inter partecipano molto alla fase offensiva ma se anche Medel sale i due difensori centrali sono vulnerabili sull’eventuale ripartenza avversaria. Qui Kondogbia perde il pallone sulla trequarti offensiva, sia il centrocampista cileno che l’esterno basso di competenza sono in posizione avanzata e ne approfitta Gomez che si invola in fascia.

La differenza, come spesso accade, potrebbe farla anche una giocata su palla inattiva. L’Inter all’esordio ha messo in mostra uno schema interessante su punizione dalla trequarti. Un pallone giocato corto per Jovetic e appoggio di prima intenzione per Brozovic che va in sovrapposizione non appena battuta la punizione (foto 6). E in questo influirà non poco la scelta tra Ranocchie e Medel per rimpiazzare Miranda, date le diverse caratteristiche dei due e la differente complessione fisica.

Foto 6: Brozovic tocca il pallone per Medel e poi attacca la profondità. Il cileno appoggia in diagonale per Jovetic che di prima cerca di premiare il taglio del croato.

I cugini rossoneri hanno optato frequentemente per un paio di soluzioni: se la punizione, o angolo, è sul versante destro dell’attacco cercano direttamente il cross in area per uno dei due centrali di difesa o le punte; se la palla inattiva viene giocata sulla trequarti sinistra, il terzino, la mezz’ala e il trequartista accelerano la battuta e attaccano la difesa sul lato di battuta, cercando il tre contro due per arrivare o al tiro o al cross dal fondo (foto 7).

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project).

Foto 7: Antonelli batte per Bonaventura e accompagna l’azione offensiva assieme a Honda. Si forma un tre contro due a loro favore sul vertice dell’area di rigore.

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