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NAPOLI LAZIO STRATEGIE D'ATTACCO

La squadra di Sarri punta sui tagli e inserimenti degli esterni dietro la difesa; la Lazio gioca anche sullo stretto e proverà ad approfittare delle amnesie avversarie in fase di non possesso.

L'articolo è realizzato con la collaborazione della piattaforma Wyscout

Napoli e Lazio si affrontano dopo un incerto inizio di stagione e un turno infrasettimanale di Europa League incoraggiante. Almeno per ciò che riguarda il modulo di partenza l’arrivo di Maurizio Sarri a Napoli ha smosso l’immobilismo tattico ostentato in precedenza da Rafa Benitez. Nel secondo tempo contro l’Empoli e nella partita contro il Bruges il tecnico toscano ha scelto le tre punte e l’1-4-3-3. Pur riposizionando gli attaccanti poco è cambiato circa gli automatismi offensivi già rodati e presenti nell’1-4-2-3-1 del Napoli del suo predecessore. Si sono rivisti, innescati dai lanci di Mertens, gli attacchi alla profondità di Callejon (foto di copertina) sul movimento incontro di Higuain (foto 1).

Foto 1: Higuain effettua un movimento incontro al pallone e serve Mertens. Non appena il pallone entra in possesso del belga, Callejon taglia dalla parte opposta sorprendendo alle spalle il diretto marcatore.

Con questo nuovo modulo il giocatore che fa più fatica a puntare la porta sembra essere proprio “El Pipita” che si abbassa spesso a creare lo spazio per gli inserimenti degli esterni. Non a caso uno dei gol segnati giovedì scorso dal Napoli è nato da un cross basso di Callejon per il taglio sul primo palo di Mertens e Higuain posizionato al limite dell’area di rigore.

 

IL NAPOLI PUNTA SUGLI ESTERNI

Se le scelte di Sarri saranno confermate anche con la Lazio, gli uomini chiave potrebbero essere proprio gli esterni. I centrali di Pioli, nella gara ben giocata in settimana contro il Dnipro, hanno sofferto poco mettendo in mostra meccanismi e chiusure puntuali. L’unica situazione nella quale sono andati in difficoltà è stata proprio sui lanci lunghi alle loro spalle. Hoedt soprattutto, che non fa della velocità il suo punto di forza, ha costretto Marchetti ad agire da libero aggiunto, in posizione molto avanzata (foto 2).

Foto 2: lancio lungo da parte di un difensore del Dnipro per la punta. Hoedt non è attento, parte ritardo e non riesce a recuperare costringendo Marchetti all’uscita con i piedi al limite dell’area.

Le preoccupazioni principali per Sarri vengono soprattutto dalla fase difensiva. Nonostante la brillante vittoria, in fase di non possesso col Bruges sono emerse difficoltà sulle quali altre squadre avrebbero potuto costruire una fortuna. È capitato troppo spesso che Ghoulam dovesse fronteggiare due avversari senza l’aiuto né dell’interno di centrocampo né dell’esterno alto in catena (foto 3 e 4).

Foto 3 e 4: lancio lungo sull’esterno da parte di un centrocampista del Bruges. Ghoulam deve fronteggiare il terzino e la sovrapposizione dell’interno di centrocampo non seguito da Hamsik e senza la copertura di Mertens che durante la partita non aiuta quasi mai il compagno in catena.

LAZIO BEN RODATA IN FASE DI POSSESSO

Le situazioni appena descritte, non sfruttate dai belgi, potrebbero divenire un'arma letale per la Lazio che vanta grande sincronia nei movimenti dei suoi cinque uomini offensivi. Una delle note più positive della serata europea, sponda capitolina, è stata proprio la ritrovata capacità di produrre occasioni da gol, alzando il proprio baricentro in caso di perdita del pallone. In fase di possesso, le combinazioni che possono mettere in difficoltà una linea difensiva non attenta sono davvero molte e dipendono dai movimenti dei centrocampisti offensivi nel caso in cui, come accaduto in Ucraina, Pioli opti per l’1-4-2-3-1. I loro movimenti incontro al portatore di palla, sbloccano gli efficaci inserimenti da dietro di Parolo o del terzino che cerca il fondo per andare al cross (foto 5 e 6).

Foto 5: Kishna si abbassa creando lo spazio per l’inserimento di Parolo che attacca alle spalle della linea difensiva avversaria.

Foto 6: questa volta è Felipe Anderson ad andare incontro al pallone, subito alle sue spalle si sgancia Konko, che viene servito con un lancio lungo e va al cross indisturbato.

Un’opzione tanto efficace quanto spettacolare messa in mostra è anche lo scambio sullo stretto con penetrazione centrale tra i centrocampisti per liberare la punta, un Matri in grande spolvero al tiro in area (foto 7, 8 e 9). 

Foto 7, 8 e 9: Kishna si abbassa ricevendo palla tra le linee mentre Milinkovic-Savic alza la sua posizione. L’esterno ex Ajax effettua un uno due con il serbo, poi la palla viene data di prima intenzione a Felipe Anderson che premia l’attacco della profondità di Matri.

Quest’ultima soluzione potrebbe mettere in difficoltà il regista della squadra di Sarri (Valdifiori o Jorginho) che si verrebbe a trovare in inferiorità numerica sulla propria trequarti.

 

ATTENZIONE AI CALCI PIAZZATI

Come è ovvio in un gioco così evoluto tatticamente, le palle inattive ricoprono grande importanza. Entrambe le squadre hanno mostrato interessanti schemi sulle punizioni dalla trequarti. Come a Empoli Sarri cura molto i particolari dei movimenti combinati, quello che ha portato Mertens a siglare il gol contro il Bruges è una vera chicca. Punizione battuta sul centro-destra da Jorginho che con un lob ha cercato e trovato in area di rigore il taglio di Mertens, liberato da un blocco di Coulibaly al limite dell’area. Bravo il belga a girare nell’angolo opposto e a premiare i perfetti sincronismi (foto 10).

Foto 10: uno schema che ha portato al gol il Napoli. Mertens si inserisce tra le maglie avversarie aiutato dal blocco di Coulibaly. Jorginho con un pallonetto a scavalcare la barriera pesca in area il belga completamente da solo.

La Lazio non è da meno. Un esempio il calcio di punizione battuto dal versante destro della trequarti offensiva al 25’ del primo tempo col Dnipro. Kishna finta di andare alla battuta e poi attacca la profondità per ricevere il pallone e andare al cross trovando la difesa avversaria impreparata. (foto 11).

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project).

Foto 11: Kishna finta la battuta e si allarga sulla destra. Felipe Anderson lo serve alle spalle della barriera, permettendogli così di arrivare al cross dal fondo.

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