PRESSING GUARDIOLA, ORGOGLIO ALLEGRI
Tedeschi perfetti nell’applicare il principio "attacco per difendere", bianconeri letali non appena sono stati concessi loro spazi.
Mercoledì 24 Febbraio 2016 | Angelo Pereni

Non doveva deludere e non ha deluso. Juventus Bayern ha entusiasmato gli amanti del calcio, partita bellissima, ricca di spunti tattici di rilievo la dimostrazione che l’organizzazione esalta il talento. Primo tempo caratterizzato da un dominio assoluto dei tedeschi. I bavaresi hanno prevalso sotto tutti i punti di vista, tecnico, tattico, fisico e mentale. Un calcio fatto di possesso palla, triangolazioni, verticalizzazioni, ampiezza dell’azione, capacità di smarcamento e inserimento: parola d'ordine “attacco per difendere”. La squadra di Guardiola ha messo in mostra pressione sia individuale che collettiva sempre più alta, capacità di intercetto, transizioni rapide, velocità di pensiero, raddoppi sul portatore di palla e occupazione razionale degli spazi (foto 1 e 2).
Foto 2: la concentrazione dei tedeschi in zona palla qui in tre ad aggredire e un uomo solo in copertura preventiva.
L'intervallo ha giovato ai bianconeri, i bavaresi hanno iniziato a pressare meno alto e a essere più lunghi sul campo perdendo d'intensità. Come succede spesso nel calcio un episodio ha stravolto lo spartito della partita e ha cambiato fisionomia al gioco. Un errore tecnico di un difensore e un incomprensione fra compagni ha consegnato il raddoppio agli ospiti e, da lì, la partita è cambiata. La tecnica è passata in secondo piano a vantaggio del carattere, delle motivazioni, dell’entusiasmo: la Juventus in questo è stata superiore e ciò le ha consentito di riaprire il discorso qualificazione
L'ANALISI TATTICA
Il Bayern non ha mostrato un sistema di gioco monotematico, tutto nasce dall'1-4-1-4-1 e poi i numeri si compongono e si scompongono secondo i movimenti in sincronia degli undici interpreti. E' passato dinamicamente all'1-3-3-3-1, all'1-4-5-1 sino all'1-4-3-2-1, con il solo Lewandowski a fungere da riferimento terminale offensivo (foto 3).
Foto 3: il Bayern si muove per concetti non per schemi variando l'assetto, in quest'immagine si propongono in attacco in tre.
Non schemi ma i concetti su cui si fonda il gioco. Vidal, l’uomo a protezione della difesa, secondo le circostanze e l’andamento della partita s'è schierato fra i centrali difensivi consentendo agli esterni bassi di salire , Bernat e Duglas Costa hanno formato la catena sulla fascia sinistra mentre Lahm, vista la posizione più accentrata Pogba, s'è posizionato a centrocampo andando a creare superiorità numerica in quella zona e lasciando a Robben il compito di sfruttare tutta la fascia destra. In campo si sono formate nove coppie contrapposte. Grazie a ciò i bavaresi, il pallino del gioco in mano, hanno costretto tutta la Juventus a difendere negli ultimi trenta metri, facilitati nelle pressioni, nei raddoppi e nella riconquista della palla in zona favorevole. Nella ripresa la squadra di Allegri ha goduto di più spazio e la partita è cambiata.
LE SOSTITUZIONI
Nella Juve per dare profondità e forza all’attacco e più peso alla manovra Allegri ha giocoforza fatto entrare Morata e un centrocampista più fresco (Sturaro). Nel Bayern Guardiola, visto il risultato che stava maturando sul campo, ha agito in modo più conservativo senza però snaturare l’intelaiatura della squadra e il proprio gioco. È stata una bella partita nella quale si è un po' perso l’equilibrio che di solito accompagna questi grandi scontri e i due allenatori sono stati costretti , dalle circostanze, a giocare due partite in una. Le due formazioni hanno espresso il meglio del loro repertorio. La Juve per un ora è stata dominata da un undici migliore per qualità complessiva, rinunciando a giocare in velocità per difetti propri e meriti altrui, il Bayern ha sofferto il ritorno e l’agonismo di una squadra bianconera finalmente liberata dall’assillo del risultato.