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SOUSA: LE STRATEGIE PER FERMARE L’INTER

Mancini punta sulla solidità del suo calcio e lavora sugli inserimenti delle mezze ali, l'allenatore della Fiorentina schiera una squadra duttile con difesa a tre o a quattro in funzione delle fasi di gioco.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout

Inter - Fiorentina non è solamente la partita fra la prima e la seconda forza del campionato, è sicuramente un incontro di grande interesse dal punto di vista tattico. E in questo grande merito alla nuova Viola dell’emergente tecnico Paulo Sousa. I nerazzurri non hanno ancora convinto sul piano del gioco, ma vincono. I toscani hanno alternato prestazioni da grande squadra ad altre più scialbe. La formazione di Mancini ha nella fase difensiva il suo punto di forza ma, derby a parte, ha affrontato squadre tecnicamente inferiori, rischiando poco e portando a casa i 3 punti grazie a soluzioni individuali.

CAPOLISTA TECNICA E ABILE IN COSTRUZIONE, MA LENTA

L’Inter comincia sempre la sua manovra in palleggio, cercando di coinvolgere tutti i giocatori con una buona ma non velocissima circolazione di palla. Spesso è Felipe Melo che si abbassa tra i centrali di difesa per dettare i tempi di gioco, ma non è raro che sia il trequartista Perisic a muoversi incontro per ricevere e avviare l’azione (foto 1). 

Foto 1: Felipe Melo si alza per creare lo spazio per l’abbassamento del trequartista in fase di impostazione.

UNA FIORENTINA DAI DUE VOLTI

Paulo Sousa, fin dal precampionato ha plasmato la sua squadra secondo il suo modo di vedere il calcio proponendo novità molto interessanti a partire dal sistema di gioco. La Fiorentina in fase di possesso palla si schiera con un 1-3-4-2-1 con i due esterni sempre altissimi, pronti a cercare il cross o la conclusione (foto 2). 

Foto 2: Marcos Alonso in possesso di palla sulla trequarti, dall’altra parte si alza anche Blaszczykowski.

Le prestazioni dei due trequartisti sono quindi fondamentali, dai loro piedi passa quasi tutto il gioco offensivo e si propongono spesso per ricevere palla tra centrocampo e difesa avversaria. Il secondo gol siglato nel match del turno infrasettimanale contro il Bologna è un esempio lampante di applicazione di questa soluzione. L’azione parte con una verticalizzazione di uno dei tre centrali per il trequartista che fa da sponda per l’esterno con successivo cross e gol di Kalinic (foto 3 e 4). 

Foto 3: verticalizzazione per Borja Valero che di prima intenzione lancia Marcos Alonso sulla sinistra.

Foto 4: l’esterno viola arriva sul fondo e crossa per Kalinic che è bravissimo nei movimenti in area di rigore, più di Babacar che predilige ricevere la palla addosso.

L’Inter dovrà prestare molta attenzione visto che anche contro il Verona ha lasciato qualche spazio di troppo alle sovrapposizioni degli esterni (foto 5)

Foto 5: Felipe Melo chiude lo spazio lasciato libero dalla salita di Telles, ma Kondogbia non segue la sovrapposizione interna dell’avversario che, ricevuto il pallone, può sfruttare il campo davanti a sé per attaccare frontalmente la linea difensiva nerazzurra.

In fase di non possesso, invece, i viola si dispongono a quattro in difesa con l’abbassamento dell’esterno di sinistra (Pasqual o Marcos Alonso) e lo scivolamento degli altri tre difensori verso destra. La linea è però sempre molto alta e vulnerabile alle giocate in profondità alle proprie spalle come è successo in occasione del gol subito da Quagliarella nella partita poi persa a Torino (foto 6).

Foto 6: Quagliarella si inserisce alle spalle della linea tra Gonzalo Rodriguez e Roncaglia, troppo alti in quest’occasione.

CON ICARDI NERAZZURRI PIÙ INCISIVI

L’Inter non è una squadra che verticalizza spesso, ma da quando è ritornato Icardi gli attacchi alla profondità sono diventati più frequenti. Un’altra cosa sui cui Mancini sta lavorando è l’inserimento delle mezz’ali in area di rigore. Contro il Verona la scelta di decentrare la seconda punta Ljajic ha creato gli spazi per gli inserimenti di Kondogbia e Guarin (foto 7).

Foto 7: Ljajic è in possesso di palla sulla destra e in area ci sono quattro maglie nerazzurre, comprese quelle delle mezz’ali che si propongono con i tempi giusti.

Se l’incursione non viene ben eseguita o non è la prima scelta per la finalizzazione, l’Inter opta per il tiro da fuori, non a caso è una delle squadre che tenta di più la conclusione dalla distanza. I nerazzurri provano a liberare un giocatore al tiro anche in occasione dei corner. Nello schema proposto contro il Verona, Kondogbia è partito dall’interno dell’area di rigore, s’è abbassato sui 25 metri e ha ricevuto il pallone da Medel dopo uno scambio corto tra il cileno e il battitore designato del corner. Per favorire la conclusione i nerazzurri attuano anche due blocchi all’interno dell’area di rigore (foto 8 e 9). La Fiorentina, dal canto suo, è una delle formazioni più pericolose sui calci da fermo. Saltatori come Gonzalo Rodriguez, Babacar, Marcos Alonso, Kalinic e Astori salgono sempre e hanno già siglato gol pesanti.

Foto 8 e 9: Kondogbia parte dall’interno dell’area di rigore, arretrando velocemente la sua posizione fino ai 20 - 25 metri. Telles batte il calcio d’angolo toccando verso Medel che serve subito il centrocampista francese per mandarlo al tiro. In area di rigore, due blocchi per concedere spazio e tempo per la conclusione.

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