CALCIO: BLOOOOG! IL MIO GIGI RIVA
Fabrizio Bocca, giornalista di Repubblica, racconta il suo “quotidiano di critica del pallone”, che vorrebbe come il fuoriclasse del Cagliari, idolo della sua infanzia, o come Arrigo Sacchi.
Sabato 30 Luglio 2016 | Max Canzi

Fabrizio Bocca mangia pane e calcio da… sempre. Da quando, bambino, tifava per il Milan di Gianni Rivera e di Pierino Prati. «Con l’età è cresciuta anche la passione, ho frequentato per molti anni lo stadio, seguendo sia Roma sia Lazio. Il calcio per me è sempre stato di casa, mio padre faceva il giornalista sportivo al Corriere dello Sport. Ho poi iniziato a raccontarlo e così il calcio è diventato giornalismo sportivo. Credo di aver superato ormai i 40 anni di questo mestiere.»
Continua a scrivere di calcio su Bloooog! sul sito repubblica.it. Come è nata l’idea?
«Nasce nel 2008. Io vengo dalla carta stampata, sono stato per dodici anni capo dello sport di Repubblica e, a dirti la verità, non avevo mai pensato a un blog. Altri colleghi però mi fecero notare che gli articoli che scrivevo, se veniva data l’opportunità, erano commentati da molte persone. Col tempo, ma tutto sommato anche abbastanza rapidamente, Bloooog! è diventato molto più di un semplice blog, è un vero e proprio sito che io curo tutto da solo anche nei particolari. A cominciare dalla parte iconografica che è fondamentale e molto caratterizzante. La sua popolarità è una bella soddisfazione, soprattutto perché in un campo dove il giornalismo tradizionale non entra, considerandolo di serie B. Ma come dico sempre punta alla promozione in serie A e allo scudetto in 5 anni.»
Fabrizio Bocca, giornalista, dodici anni come capo dello sport di Repubblica e ora ideatore e autore di Bloooog!
Quali argomenti tratta?
«Bloooog! è molto particolare, nel senso che segue l’attualità molto da vicino, in maniera critica. Infatti io lo definisco: quotidiano di critica del calcio.»
Leggendo i commenti ai suoi post, pensa che quello italiano continui a essere un popolo di… allenatori?
«Sì, siamo un popolo di allenatori. Ma ormai è così in tutto il mondo. In ogni caso la nazionale è decisamente la squadra più esposta all’osservazione e alla critica, il ct un uomo perennemente nel mirino. Si passa da fasi di menefreghismo assoluto, a fasi - in occasione di Europei e Mondiali - di vera e propria ossessione critica.»
Se il suo blog fosse un calciatore, chi sarebbe e perché?
«Mi piacerebbe che fosse Gigi Riva per riferirmi all’idolo della mia infanzia. Per citare un personaggio di oggi direi Arrigo Sacchi, metodico e convinto di quello che sta facendo. Anche se non così religioso e assoluto. Io infatti mi definisco un laico del calcio, e da quando lavoro (e cioè dall’età di 17 anni) non tifo più per alcuna squadra. Non ci crede nessuno e di volta in volta mi danno dello juventino, del romanista, dell’interista e così via. Ma è così. Sono calcisticamente e giornalisticamente apolide.»
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