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NON VEDO MA PARO

L’attaccante calcia col difensore che sta chiudendo, le posizioni, i consigli gli atteggiamenti corretti da adottare per effettuare l’intervento decisivo, anche nel difficile caso in cui la palla sia coperta e si rischi di non veder partire il tiro.

L’uno contro uno davanti a noi si sta per risolvere con un tiro in porta dell’attaccante. Ha lo spazio per calciare a rete direttamente, la distanza glielo consente quindi lo farà ed evidentemente il difensore non copre l’intero specchio della porta. Questa situazione è molto pericolosa per il portiere, spesso il difensore lo impalla e gli impedisce di vedere in modo totale o parziale la sfera. Può quindi accadere che non la veda partire e rimanga sorpreso senza riuscire neanche ad abbozzare l’intervento. Questa situazione, che analizziamo caso per caso, si verifica spesso nella zona centrale o sulla diagonale larga del campo (vedi primo post di questo blog), è pertanto il caso di allenarci proprio in queste aree specifiche.

 

IN DIAGONALE STRETTA  

Ovviamente più l’avversario è defilato, più la luce della porta è ridotta e minore è la possibilità di subire gol. La posizione corretta è quella che vede il numero uno sulla linea ideale che va da centro porta al pallone, fermo all'altezza del palo che sta coprendo. Il portiere non deve compiere l'errore di spostarsi dalla posizione ideale anche qualora non veda il pallone. Il rischio sarebbe quello di concedere un ampio lato di porta scoperto che difficilmente riuscirebbe a difendere. Peggio ancora, potrebbe rischiare di farsi trovare in movimento al momento della partenza del tiro (portiere preso in controtempo).

Cosa deve fare? Cercare, abbassandosi e spostando leggermente il capo, di vedere la palla e leggere i movimenti dell'avversario. In caso di conclusione il tiro potrebbe arrivare direttamente addosso, alla figura come suol dirsi, o essere intercettabile con un tuffo levagamba. È il tipo di gesto tecnico che il numero uno compie quando la conclusione è diretta vicino al corpo. La gamba sul lato del tiro scivola, dietro o davanti all’altra, per consentire a busto e braccia di raggiungere velocemente il terreno e chiudere il più rapidamente possibile sulla traiettoria della sfera. Il difensore, nella maggioranza dei casi, dovrebbe concedere il tiro schermando col corpo la zona di porta del secondo palo. Un aiuto per il portiere, già pronto sul primo.

 

IN DIAGONALE LARGA

Nel caso la situazione si sviluppi dalla zona della diagonale larga l’intervento possibile è uno dei precedenti o, su conclusione un poco più angolata, per caduta. È il caso in cui la gamba sul lato del tiro funge solo da appoggio per la distesa a terra o in aria del resto del corpo. Se la conclusione è indirizzata sul secondo palo potrebbe essere necessario addirittura un tuffo col cosiddetto passo spinta. È un tuffo effettuato utilizzando la gamba sul lato di caduta per spingere con la velocità e la forza necessaria all’intercetto della sfera.  Nel caso in cui il tiro fosse a rientrare potremmo dover ricorrere ad un vero e proprio spostamento di posizione con entrambe le gambe mediante un passo accostato o incrociato. La posizione di partenza, in questo caso, è uguale alla precedente, solo leggermente più avanzata; il riferimento resta la retta ideale che unisce pallone e centro della porta.

 

IN ZONA CENTRALE

Qualora invece ci si trovi in zona centrale, la luce di porta è maggiore e le difficoltà aumentano sensibilmente. E i gesti tecnici citati in precedenza devono appartenere al repertorio dell’estremo difensore per risolvere la situazione. In questa zona di campo la comunicazione con i compagni fa la differenza. Il numero uno appena comprende lo sviluppo della situazione di pericolo deve invitare il difensore ad accorciare in pressione verso il portatore della palla per ridurre la luce della porta. Anche mezzo metro, in questo caso, può fare la differenza. Più è grande la distanza tra chi calcia e il difensore che ostruisce la visuale, più tempo ci vuole affinché il portiere veda la palla e maggiore è la luce di porta aperta. Per questo è importante che il difensore accorci. La nostra posizione, in questa evenienza, sarà sempre sulla linea ideale che parte dal centro della porta e attraversa la palla, ma in posizione più arretrata della precedente.

Figura 1

ESERCIZI PER VOI

Si dispongono delle sagome che possono essere più o meno avanzate secondo la difficoltà dell’esercizio. L'allenatore parte palla al piede e dopo qualche tocco calcia verso la porta cercando di rimanere coperto dalla sagoma. In questa situazione, una buona capacità di calcio con entrambi i piedi è sicuramente un valore aggiunto. Successivamente è possibile rendere più dinamico l'esercizio facendo pervenire la palla al tecnico da una zona diversa rispetto a a quella da cui parte la conclusione. Il portiere seguirà il movimento della sfera così come in partita partendo dalla posizione originaria del pallone. Una terza consiste nel realizzare un allenamento in situazione di uno contro uno, che abbia come obiettivo il tiro in porta (figura 1).

Figura 2

Se poi si vuole sviluppare lo stesso esercizio con più elementi della squadra, una proposta tipo può essere la seguente: il tecnico sceglie il numero di difensori e attaccanti da coinvolgere, questi ultimi effettuano un giro palla e i difensori assumono velocemente la corretta posizione. Al comando del mister l'attaccante in possesso palla deve controllare e concludere entro due tre tocchi cercando di non uscire dalla luce del difensore che gli si oppone (figura 2).

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