SCUOLA CALCIO: I BISOGNI DEI BAMBINI
Capiamo meglio i piccoli calciatori e diamo loro il contesto ideale e migliore affinché vivano infanzia e preadolescenza nel modo più sereno e proficuo.
Lunedì 3 Aprile 2017 | Isabella Gasperini
Che cos'è una Scuola Calcio se proviamo ad osservarla con gli occhi di un bambino? È come un foglio verde che gli si porge per consentirgli di disegnare le sue emozioni. Farlo con un pallone anziché una matita. Per consentire al bambino di esprimersi in campo nello stesso modo in cui esegue un disegno la Scuola Calcio va costruita attorno ai suoi bisogni infantili inizialmente e quelli della preadolescenza (categoria Esordienti) successivamente. Devono esserci le condizioni per vivere serenamente il momento in cui inizia a cambiare e si appresta a diventare grande.
I BISOGNI DEI BAMBINI DELLE SCUOLE CALCIO
Il desiderio di conoscenza. È quello di se stesso e degli altri, che lo porta a scrutare, a sperimentare diverse possibilità ed escludere quelle inappropriate. Strategie che gli consentono di imparare a rapportarsi ai coetanei, agli adulti di riferimento fuori dalla famiglia, a se stesso.
Il bisogno di autonomia. È forte e fisiologico ma anche minato dalle emozioni dei genitori che inconsciamente faticano ad accettare il distacco da lui con serenità. Mamme e papà alimentano il conflitto, esistente e insito nel bambino, fra il voler sperimentare il mondo e al contempo appagare i desideri dei genitori essendo loro fedele e dipendente.
Il bisogno di stare insieme ai coetanei. Il percorso di crescita che avviene all'interno della Scuola Calcio tocca tutte le fasi della socializzazione dei bambini. Parte dall'egocentrismo dei Piccoli Amici, passa per l'incontro - scontro che caratterizza la relazione tra bambini nei Pulcini e giunge al vissuto dei coetanei caratterizzato dal fascino del gruppo squadra e dalle contraddizioni verso il gruppo famiglia. L'adulto deve sostenere i più giovani e poi i preadolescenti esortandoli a sperimentare e lasciando a lui la scelta di trovare le strategie giuste, anche attraverso l'errore.
Il bisogno di sentirsi accolto. È quello di sentirsi accettato e approvato. Per il bambino sono importanti le regole (per esempio i rimproveri) perché gli consentono di sentirsi integro e di formare i suoi confini emotivi in modo efficace. Ma non dobbiamo mai dimenticare che egli in primo luogo ha bisogno di sentirsi accettato e amato per quello che è. Ci riescono efficacemente gli adulti che hanno una buona autostima, che sanno amare se stessi per ciò che sono e sono saldi e sereni nell'accettare i loro limiti.
Il bisogno di seguire delle regole. Nel rimproverarlo, quello che a al bambino va detto deve essere circoscritto a ciò che "in quel momento" ha sbagliato. Attenzione a non svalorizzare la sua persona. Facciamo un esempio: se in campo da una spinta a un compagno per allontanarlo perché troppo vicino anziché rimproverarlo dicendogli "Marco non sai proprio stare con gli altri" è meglio dirgli "Se in fila dai uno spintone a chi ti sta davanti puoi discutere, rischiare di picchiare e di farti picchiare. Perché non provi a dire al tuo compagno di stare più distante? Picchiarlo non serve a nulla". Il bambino, in realtà, ha tanti dubbi e perplessità sulla propria efficacia e tenta di stimarsi affrontandoli. Accoglierlo nonostante i suoi limiti e le sue incertezze lo aiuta a credere in se stesso.
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