Conosci il cardiofrequenzimetro?
È lo strumento più utilizzato per la valutazione del carico cardiaco nel gioco del calcio, con e senza palla. Consigli per un corretto utilizzo.
Mercoledì 4 Febbraio 2015 | Roberto Sassi
Tra gli strumenti di controllo del carico di allenamento il più diffuso è sicuramente il cardiofrequenzimetro, che permette di valutare la risposta cardiaca all’esercizio e di quantificare parte del carico interno del singolo atleta. Con l’evoluzione tecnologica si è passati da strumenti ingombranti e limitanti a strumenti da polso in grado di registrare e trasmettere il segnale in diretta (telemetria) a una centralina, permettendo aggiustamenti del carico non solo da una seduta all’altra, ma anche nella seduta stessa.
I sistemi sono solitamente composti da una fascia toracica o da una maglietta appositamente sensorizzata che acquisiscono i battiti cardiaci e li inviano a un ricevitore, sia esso un orologio da polso piuttosto che un PC. Un requisito fondamentale del sistema è la possibilità di registrare i dati, in modo da poterli analizzare in “live” o a fine allenamento. Registrati i dati, è possibile realizzare una tabella riassuntiva del carico cardiaco dell’allenamento, valutando in questo modo il raggiungimento o meno degli obiettivi cardiocircolatori prefissati: se ne riporta qui di seguito un esempio (vedi tabella).
Quale carico?
Per quantificare il carico a cui è stato sottoposto il sistema cardiocircolatorio del singolo atleta il metodo più rapido e diretto è quello di sommare i minuti trascorsi in diverse fasce d’intensità cardiaca, stabilite a priori grazie agli studi della fisiologia e del modello prestativo del calcio. Le ricerche hanno evidenziato che una partita di calcio si gioca a una FC media pari all’85% della FC-max dell’atleta e che almeno per 45 minuti si rimane sopra tale soglia, un primo riferimento; se invece si vogliono evidenziare gli adattamenti fisiologici è possibile individuare come soglia un’intensità pari al 90% della FC-max, al di sopra della quale si verificano gli adattamenti organici ricercati con l’allenamento metabolico. Questi due riferimenti (le ultime due colonne della tabella) e la loro somma sono i valori più importanti in questo tipo di valutazione.
Un metodo più articolato è rappresentato dai diversi sistemi TRIMP (Training Impulse), che moltiplicano ogni secondo passato a una determinata intensità per un valore arbitrario tanto più alto quanto vicino alla FC-max. Sommando i valori rilevati delle singole sedute della settimana si può ottenere il carico cardiaco settimanale, utile riferimento per la programmazione della settimana successiva.
Osservando il report di fine seduta (tabella) o fine settimana è possibile notare la grande variabilità intra e inter individuale, dettate dalla condizione fisica, dal tipo di allenamento, dalle caratteristiche fisiologiche, dal ruolo di gioco e dall’impegno del giocatore.
Un’ulteriore analisi è rappresentata dal monitoraggio delle FC massime raggiunte in allenamento e della diminuzione della FC nel primo minuto successivo a un determinato esercizio standardizzato: in questo secondo caso è possibile calcolare il valore di T/2 oppure il decremento in valore assoluto.
La registrazione di diversi mezzi di allenamento danno la possibilità di apprezzare la variabilità della risposta cardiocircolatoria a esercitazioni con e senza palla (vedi grafico): risulta evidente come sia più facile la “gestione” dell’intensità durante il lavoro “a secco” rispetto a quello tecnico-tattico.
Tracciato cardiaco di un allenamento con la palla nella prima parte e senza nella seconda parte dell’allenamento
Considerazioni pratiche per l’allenamento
Il cardiofrequenzimetro è uno strumento utile per il controllo del carico cardiaco per gli allenamenti con e senza palla. Il sistema “live” permette di stimolare i giocatori durante l’allenamento e modificare tempi di lavoro e di recupero.
Con la collaborazione di Antonio Gualtieri