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CALCIO E PREVENZIONE: IMPARIAMO A FARE I BENDAGGI FUNZIONALI

Come e perché utilizzarli, quali le indicazioni principali e qualche suggerimento su come eseguire un buon bendaggio per il calciatore.

L’uso di un bendaggio funzionale anelastico (taping), da applicare prima di allenamenti e competizioni, è ormai abitudine consolidata nel mondo sportivo. Il bendaggio funzionale sta assumendo un ruolo sempre più rilevante nel trattamento conservativo e preventivo delle lesioni capsulo-legamentose e muscolo-tendinee nell’atleta in generale e in particolare nel calciatore. L’utilizzo di questa tecnica può essere previsto in varie fasi del percorso riabilitativo: subito dopo l’infortunio, durante la vera e propria fase di riabilitazione e come utile ausilio preventivo su un’articolazione affetta da instabilità per lesioni pregresse, al fine di evitare recidive. L’uso a scopo preventivo è poco incisivo in calciatori sani o perfettamente guariti

 

PRINCIPALI CARATTERISTICHE E PROPRIETÀ

I principali meccanismi implicati nell’utilizzo del bendaggio funzionale sono:

  • riduzione delle sollecitazioni sulle strutture biologiche interessate dalla lesione soprattutto se in fase di guarigione;
  • mantenimento degli elementi ossei in posizione neutra, orientata e specifica, cercando di vicariare la fisiologica funzione dell’articolazione;
  • parziale aiuto nel determinare un’azione antalgica;
  • incremento della resistenza della struttura a eventuali movimenti anomali o traumi;
  • riduzione dei tempi di attivazione muscolare specifica per “proteggere” l’articolazione da movimenti che possano causare recidive o aggravare la lesione .

 

QUALI INDICAZIONI DI UTILIZZO

Le indicazioni per l’utilizzo dei bendaggi funzionali vanno differenziate in base al distretto anatomico su cui sono applicati. Possiamo comunque definirne in maniera più generica le principali proprietà sulla base delle strutture dell’apparato muscolo scheletrico interessate: componenti muscolari, tendinee o capsulo-legamentose. Sul tessuto muscolare, i bendaggi funzionali trovano indicazione per limitare l’estendersi della lesione stessa o nel ridurre l’ampiezza del movimento articolare che può sollecitare eccessivamente il muscolo. In caso di interessamento tendineo, le indicazioni prevedono la realizzazione di un sistema di sostituzione dell’azione muscolare che va oltre la porzione tendinea affetta, con la finalità di diminuire le sollecitazioni vibratorie e le trazioni eccessive sul tendine stesso. L’indicazione principale rimane comunque sulle strutture capsulo-legamentose in cui il bendaggio funzionale si pone l’obiettivo di costituire un piano legamentoso artificiale, supplementare, destinato all’economia e al rinforzo del tratto indebolito a scopo sia preventivo sia terapeutico.

 

IL BENDAGGIO FUNZIONALE DELLA CAVIGLIA

Uno dei bendaggi funzionali più utili e comunemente usati nel calciatore è sicuramente quello della caviglia al fine di prevenirne un episodio distorsivo, cercando di garantire stabilità e compressione.  L’utilità del suo impiego risiede:

  • nel rinforzo della stabilizzazione passiva;
  • nella limitazione del movimento articolare;
  • nella riduzione dei tempi di reazione dei muscoli della caviglia.
  • Il tutto interferendo il meno possibile con la normale biomeccanica.

 

Realizzare un bendaggio a regola d’arte e quindi stabilizzante, non è facile anche perché in molti casi e soprattutto a livello amatoriale è il calciatore stesso che si “benda” e, purtroppo, questo non è garanzia di qualità. Questi piccoli suggerimenti possono aiutare a gestire il bendaggio in maniera corretta. Il bendaggio va iniziato dal malleolo laterale, con la benda perpendicolare all’asse longitudinale della gamba, portandosi successivamente sul collo del piede e di qui verso l’interno e sulla pianta. Importante sarà trazionare leggermente la benda tra il malleolo esterno e il tallone verso il tendine d’Achille, poiché questo passaggio rappresenta un punto forte di richiamo dell’azione dei muscoli peronieri, e tra malleolo interno e tallone, attivando l’azione del muscolo tibiale posteriore.

Bisogna poi tener presente che durante il gioco e con il passare dei minuti il taping tenderà a rilasciarsi, perdendo le caratteristiche meccaniche iniziali per via del sudore e dei frizionamenti sulla cute. Sarà fondamentale quindi eseguire, sin da prima della partita, il bendaggio con la giusta forza e precisione, capacità che solo con l’esperienza si potrà acquisire. Molto importante sarà eventualmente riconfezionare il taping nell’intervallo tra i due tempi di gioco. Per prevenire la formazione di lesioni cutanee e vesciche, soprattutto sotto il piede, è utile posizionare garze non adesive al di sotto del taping o utilizzarle per bendare prima il tallone e la regione anteriore della caviglia, creando una sorta di strato pulito e traspirante tra la pelle e il bendaggio stesso.

Con la collaborazione del Dr. Cristiano Sconza

Leggi tutti gli altri articoli del blog curato dal dottor Stefano Respizzi

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