CALCIO: SOCIETÀ E MEDIA, FATE SQUADRA
La collaborazione con gli organi di stampa migliora l’immagine della società ed evita inutili e dannosi conflitti con i giornalisti. Consigli e indicazioni.
Martedì 15 Marzo 2016 | Gianluca Ciofi
La stampa è uno strumento fondamentale per veicolare l'immagine di una società di calcio. Può attrarre sponsor e genera visibilità per il progetto di ogni club. Il rapporto che dirigenti, allenatori e calciatori instaurano con i giornalisti però talvolta è… burrascoso. I giornalisti vengono visti come un “fastidio” e non come una risorsa e se qualche volta le società hanno ragione di lamentarsi, altre volte sono loro stesse che non mettono in condizione i nostri colleghi di lavorare al meglio. Eccovi allora alcuni consigli, rivolti ai dilettanti, che arrivano da un collega che, come me, frequenta e scrive di calcio da trent’anni: è Andrea Anzani, giornalista della Prealpina (quotidiano della provincia di Varese) dal 1991, dal 2000 caporedattore sport presso la stessa testata e per vent’anni allenatore in realtà dilettantistiche.
I CONSIGLI PER L’ALLENATORE
«Partiamo con gli allenatori. Innanzitutto devo riconoscere che il tecnico dilettante è sempre più preparato, è una figura cresciuta moltissimo negli ultimi anni, studia, si documenta, raccoglie informazioni… è molto più “professionale” rispetto al passato. Per questo il consiglio che mi sento di dare è di arrivare all’incontro col giornalista di turno possibilmente con dei dati oggettivi da fornire a sostenere la sua visione della partita, utili a rispondere a domande e controbattere, eventualmente, tesi sulle quali non si è d’accordo. Fornire dati oggettivi e condividerli facilitano il compito al giornalista e lo predispongono a maggior ragione all’analisi serena e oggettiva alla quale è tenuto. Dai colleghi viene molto apprezzata, inoltre, la disponibilità dell’allenatore a spiegare il suo modo di vedere e interpretare il calcio. Il tecnico deve avere pazienza a far capire cose tecniche o tattiche quando non vengono ben recepite o malintese. La disponibilità, insomma, fa la differenza, mettere un muro o essere restii allo scambio di informazioni non aiuta affatto.»
SOCIETÀ POCO LUNGIMIRANTI
«Per quanto riguarda le società sportive mi spiace sottolineare che con gli anni non si è creata una cultura della comunicazione come dovrebbe, questo aspetto è stato e continua a essere sottovalutato. I club si lamentano con i giornali poi però, per farvi un esempio, forniscono immagini risalenti a stagioni precedenti (con sponsor vecchi!) si fanno pregare per le interviste, non vengono incontro, insomma, alle nostre esigenze. Se ritenete che veicolare la vostra immagine attraverso una corretta e costante presenza sui media sia importante (e lo è), allora investite un po’ delle vostre risorse su questo aspetto. Utilizzate una figura dedicata, un professionista o un ragazzo che ha compiuto degli studi, ha passione, vuole crescere nel campo ed è pronto a fornire tempestivamente immagini video e dati: non improvvisate! Niente dirigente a rotazione, presidente o il primo che alza la mano… A ognuno va il suo compito. È fondamentale che il giornalista abbia un riferimento costante all’interno della società di calcio, questo aiuta la società stessa ad avere, chiedere e ottenere se necessario, a sua volta un riferimento stabile dall’organo di stampa. Si crea così un clima di reciproco e soddisfacente scambio il che migliora la qualità del lavoro del giornalista e a cascata l’immagine del club.»
SITO, UNA PAGINA SOCIAL E TANTE IMMAGINI
Al giorno d’oggi, poi, è fondamentale avere un sito ben curato nei contenuti (basta aggiornarlo due o tre volte la settimana) e un profilo facebook sul quale dialogare con l’esterno in rete. Capitolo immagini: capisco che anni fa ottenerne di aggiornate e valide era più difficile perché ci voleva un fotografo in grado di farle e così via… Con la tecnologia moderna non ci sono scusanti che tengano, è importantissimo dare alla stampa immagini recenti, aggiornate e di qualità: è sufficiente uno smartphone di nuova generazione!»
LEGITTIMATE L’ADDETTO STAMPA
Infine, importantissimo, occorre che le società non solo sensibilizzino l’ambiente interno a seguire le indicazioni fornite dall’addetto stampa ma anzi gli forniscano l’autorità di obbligare allenatori e giocatori a seguire le sue indicazioni. Capiamo tutti che alla fine di una partita ci possa essere tensione, delusione e rabbia, ma (per esempio) non presentarsi di fronte ai taccuini per le interviste di rito è un grave errore che mette in difficoltà il giornalista e si ritorce sull’immagine della società. L’addetto stampa deve avere l’autorità, allora, di obbligare il mister o il giocatore reticente ad assolvere alle richieste dei media, per il bene del club.»