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CALCIO: COSTRUIAMO UN ESERCIZIO EFFICACE

Modalità e principi per strutturare una partita a tema. Un esempio pratico e le sue varianti per allenare le fasi di possesso e non possesso.

Continua il nostro viaggio all'interno della seduta di allenamento: ragionando in progressione rispetto alle esercitazioni mostrate nei due post precedenti proviamo a proporre una partita a tema che sviluppi gli obiettivi finora perseguiti. Potremmo pensare di lavorare su un unico fronte (anziché due speculari) sfruttando una maggiore ampiezza del campo. Possiamo aggiungere un attaccante e un difensore, i quali a seconda della loro posizione di partenza influenzano le scelte da adottare, da parte dei giocatori, nel tre contro due più il portiere. Suddividiamo l'area di lavoro in tre settori (più eventualmente le due fasce laterali). In ogni settore possiamo attribuire obiettivi di gioco differenti, in funzione della zona (bassa, centrale, alta), del numero di giocatori presenti e della possibilità o meno di inserimenti di giocatori da un settore a un altro. Ciò che è importante è che l'allenatore metta a fuoco la logica con cui viene proposta l'esercitazione. Per esempio, le fasce laterali possono divenire delle “zone franche” dove i difensori non possono intervenire per facilitare il raggiungimento di un determinato obiettivo, così come i comportamenti tecnico tattici dei calciatori possono variare a seconda dell'ampiezza utilizzata per delimitare i settori. Le regole di gioco, in questo senso, portano a modifiche di gesti tecnici, principi e strategie.

 

SI PARTE SEMPRE DAL PORTIERE

Nel nostro caso definiamo che il gioco comincia sempre dal portiere, prima di una squadra poi dell’altra, e l’obiettivo è far giungere la palla nella zona centrale. La prima norma determina lo svolgimento dell’esercitazione (per ogni ripetuta si alternano i fronti d’attacco), la seconda fissa la strategia; in questo caso si “attraversa” lo spazio (in assenza di questa regola, il portiere per esempio può servire la punta scavalcando il settore centrale). È possibile, inoltre, apportare ulteriori modifiche per focalizzare l’attenzione su un obiettivo in particolare. Ecco due esempi:

  • non si specifica quale giocatore deve servire uno dei centrocampisti (si crea un due contro uno nella zona bassa e anche il portiere può eseguire il passaggio);
  • si rende obbligatorio che sia il giocatore di movimento a dover eseguire il passaggio in mezzo, più specificatamente il difensore servito dal portiere e ostacolato dall’attaccante in pressione.

Il secondo caso allena la ricezione e lo smarcamento (come abbiamo visto nell’ultima fase del riscaldamento tecnico del primo articolo di questo blog), ma qui c’è anche il disturbo di un’attaccante. L’allenatore può quindi inizialmente facilitare chi deve impostare con una regola: l’attaccante può tentare di conquistare la sfera solo dopo aver concesso un tocco di palla all’avversario. Chi imposta dovrà smarcarsi in ampiezza preferibilmente con una corsa incrociata e preparare in anticipo la giocata per evitare di subire la pressione avversaria sull’eventuale secondo tocco. Ricordiamo che non è sufficiente allenare il gesto tecnico in analitico, ma che ai giocatori per raggiungere un apprendimento il più possibile completo servono più esperienze e tipologie di attività (figura 1, clicca sull'immagine per aprire la scheda completa dell'esercizio).

Figura 1: partita a tema per allenare possesso e non possesso (clicca sull'immagine per aprire la scheda completa dell'esercizio)

DAL SETTORE CENTRALE A QUELLO ALTO

Nel settore centrale ci troviamo in una situazione di due contro due più un jolly che crea la superiorità numerica per la squadra che imposta. L’obiettivo è conquistare il settore alto, dove inizialmente si trova un attaccante contro un difensore aiutato dal portiere. Anche qui le regole possono influenzare le modalità di raggiungimento dello scopo. Possono essere per esempio precluse o meno alcune modalità tecniche (portare in guida la palla o obbligare la trasmissione). Allo stesso modo possono essere innescati aspetti tattici: quando la palla giunge nel settore centrale, uno dei giocatori della squadra che imposta l’azione può inserirsi nel settore alto. Il gioco si trasforma così in un due contro uno più il portiere nella terza zona e un due contro due in quella centrale. Appare evidente come per la squadra che attacca vengano attivati tutti e cinque i principi di tattica collettiva in fase di possesso palla: lo scaglionamento e la mobilità (presenza del vertice, capacità di inserirsi e liberare lo spazio, effettuare interscambi o rotazioni); la profondità e l’ampiezza (per favore quest’ultima è possibile definire “zone franche” le fasce laterali); ma anche l’imprevedibilità. Dal canto loro, i difensori si trovano in una situazione di inferiorità numerica e devono applicare i principi di tattica individuale e collettiva in fase di non possesso palla.

 

ESSERE SEMPRE CHIARI SULLE REGOLE

Occorre che le regole siano chiare e ben specificate per non creare fraintendimenti o confusione. Poi l’allenatore le potrà variare in base al contesto e soprattutto alla risposta sul campo del gruppo allenato. Nel nostro caso lavorare su due fronti alternando sempre la ripartenza dal portiere e senza possibilità di contropiede (la squadra che attacca difende nella ripetuta successiva) permette ai giocatori di allenarsi sulle due fasi di possesso e non possesso palla. La terza fase del calcio, quella di transizione, è una fase molto delicata da gestire; per questo il consiglio è di inserire la possibilità di contropiede alla squadra che riconquista la sfera solo in uno step successivo.

Leggi gli altri post e guarda gli altri esercizi a cura di Roberto Valmori

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