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CALCIO: I GENITORI DIRIGENTI

Compiti e qualità per svolgere al meglio uno dei ruoli fondamentali per l’attività delle società calcistiche.

ll libro di Maurizio Cadrega edito da La Meridiana può essere anche richiesto alla formazione nazionale del Csi (formazionenazionale@csi-net.it ).

I genitori per fortuna non si limitano a seguire e tifare per i propri figli. In alcuni casi fanno anche gli allenatori, ma sono molti di più, davvero tanti, quelli che si rendono disponibili come dirigenti di squadra o accompagnatori. Una recente indagine condotta su quasi 500 società sportive di base indica che la figura del genitore dirigente accompagnatore è presente e prevista in quasi il 50% dei casi. Senza la loro presenza e disponibilità buona parte dell’organizzazione e attività sportiva rischia di arenarsi. A questi genitori va detto un grande grazie e nel contempo va fatto anche un chiaro invito a essere ben preparati a svolgere questo delicato compito. Vi segnalo al proposito un piccolo testo, appena pubblicato, espressamente dedicato a queste figure fondamentali per il calcio dilettantistico (vedi figura a fianco). Un piccolo manuale rivolto non solo agli attuali e futuri dirigenti accompagnatori, ma alle società sportive, che vi troveranno spunti utili per meglio individuare le persone più adatte a questo compito e discernere il loro operato.

 

LE QUALITÀ DEL DIRIGENTE ACCOMPAGNATORE

  • Saper fare rete, ovvero creare relazioni, condividere esperienze e operare in un contesto capace di coinvolgere il maggior numero di persone.

  • Essere positivi, creare armonia verso i giocatori a lui affidati e verso le loro famiglie, in quanto primo ambasciatore e testimone del progetto educativo e sportivo della società sportiva.

  • Avere un’ottima capacità di ascolto degli altri, capace di cogliere ogni singola sfumatura, ogni emozione, ogni criticità.

CONSIGLI E INDICAZIONI

  • Il dirigente non sceglie la formazione, gli schemi di gioco, le tattiche o le sostituzioni e si astiene dal dare indicazioni ai giocatori in campo che possano essere contrastanti con quelle date dall’allenatore.
  • È compito del dirigente, piuttosto, riprendere, nel giusto modo, eventuali gesti di scorrettezza dei giocatori nei confronti dei compagni, dell’avversario, dell’arbitro, del pubblico, e anche dei componenti la panchina. Questa stessa attenzione il dirigente la userà se necessario anche nei confronti dell’allenatore, richiamandolo al suo ruolo educativo oltre che tecnico e a mantenere comportamenti corretti.
  • Egli cura i rapporti con gli altri genitori e si attiva per tempo per coinvolgere i calciatori e le loro famiglie: avvisa il prima possibile in caso di variazioni al calendario di allenamenti o partite, cerca di instaurare e alimentare il dialogo tra tutti i genitori, favorisce la cordialità e comprensione reciproca, prevenendo o contenendo i genitori più intemperanti.
  • Infine, ma non ultimo, esso partecipa attivamente alla vita della società sportiva e alle proposte che nascono in seno ad essa: riunioni, assemblee dei soci, convocazioni, incontri formativi, ritiri, feste e ogni evento che veda coinvolta la società e l’ambito in cui essa opera.

Piace pensare a questo semplice testo come a un gesto concreto di attenzione, un piccolo omaggio che l’allenatore fa al suo dirigente accompagnatore per ‘fare squadra’ con lui, consapevoli che accompagnare, anche nello sport, è un compito delicato e occorre farlo con sapienza, pazienza e competenza.

Leggi gli altri articoli a cura di Roberto Mauri

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