CALCIO: I GENITORI DIRIGENTI
Compiti e qualità per svolgere al meglio uno dei ruoli fondamentali per l’attività delle società calcistiche.
Lunedì 7 Marzo 2016 | Roberto Mauri

ll libro di Maurizio Cadrega edito da La Meridiana può essere anche richiesto alla formazione nazionale del Csi (formazionenazionale@csi-net.it ).
I genitori per fortuna non si limitano a seguire e tifare per i propri figli. In alcuni casi fanno anche gli allenatori, ma sono molti di più, davvero tanti, quelli che si rendono disponibili come dirigenti di squadra o accompagnatori. Una recente indagine condotta su quasi 500 società sportive di base indica che la figura del genitore dirigente accompagnatore è presente e prevista in quasi il 50% dei casi. Senza la loro presenza e disponibilità buona parte dell’organizzazione e attività sportiva rischia di arenarsi. A questi genitori va detto un grande grazie e nel contempo va fatto anche un chiaro invito a essere ben preparati a svolgere questo delicato compito. Vi segnalo al proposito un piccolo testo, appena pubblicato, espressamente dedicato a queste figure fondamentali per il calcio dilettantistico (vedi figura a fianco). Un piccolo manuale rivolto non solo agli attuali e futuri dirigenti accompagnatori, ma alle società sportive, che vi troveranno spunti utili per meglio individuare le persone più adatte a questo compito e discernere il loro operato.
LE QUALITÀ DEL DIRIGENTE ACCOMPAGNATORE
Saper fare rete, ovvero creare relazioni, condividere esperienze e operare in un contesto capace di coinvolgere il maggior numero di persone.
Essere positivi, creare armonia verso i giocatori a lui affidati e verso le loro famiglie, in quanto primo ambasciatore e testimone del progetto educativo e sportivo della società sportiva.
Avere un’ottima capacità di ascolto degli altri, capace di cogliere ogni singola sfumatura, ogni emozione, ogni criticità.
CONSIGLI E INDICAZIONI
- Il dirigente non sceglie la formazione, gli schemi di gioco, le tattiche o le sostituzioni e si astiene dal dare indicazioni ai giocatori in campo che possano essere contrastanti con quelle date dall’allenatore.
- È compito del dirigente, piuttosto, riprendere, nel giusto modo, eventuali gesti di scorrettezza dei giocatori nei confronti dei compagni, dell’avversario, dell’arbitro, del pubblico, e anche dei componenti la panchina. Questa stessa attenzione il dirigente la userà se necessario anche nei confronti dell’allenatore, richiamandolo al suo ruolo educativo oltre che tecnico e a mantenere comportamenti corretti.
- Egli cura i rapporti con gli altri genitori e si attiva per tempo per coinvolgere i calciatori e le loro famiglie: avvisa il prima possibile in caso di variazioni al calendario di allenamenti o partite, cerca di instaurare e alimentare il dialogo tra tutti i genitori, favorisce la cordialità e comprensione reciproca, prevenendo o contenendo i genitori più intemperanti.
- Infine, ma non ultimo, esso partecipa attivamente alla vita della società sportiva e alle proposte che nascono in seno ad essa: riunioni, assemblee dei soci, convocazioni, incontri formativi, ritiri, feste e ogni evento che veda coinvolta la società e l’ambito in cui essa opera.
Piace pensare a questo semplice testo come a un gesto concreto di attenzione, un piccolo omaggio che l’allenatore fa al suo dirigente accompagnatore per ‘fare squadra’ con lui, consapevoli che accompagnare, anche nello sport, è un compito delicato e occorre farlo con sapienza, pazienza e competenza.