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ROMA JUVENTUS: PIÙ TATTICA CHE GIOCO

Gli uomini di Allegri non sferrano il colpo del kappaò, mentre la squadra di Garcia entra in partita grazie ai cambi con cui il tecnico riesce a girare un’inerzia decisamente negativa. Tutto come prima e bianconeri con vista sullo scudetto.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout.

Il pareggio nel big match del monday night lascia invariate le distanze in campionato tra la Juventus di Allegri e la Roma di Garcia. Entrambe le formazioni dimostrano però di non essere nel loro periodo di forma migliore: i giallorossi non riescono nell’impresa di “violare” l’Olimpico, stregato ormai dal lontano 30 novembre, mentre i bianconeri non sfruttano l’ennesima occasione per chiudere la corsa al tricolore in maniera ancor più netta e forse definitiva.

Foto 1: la disposizione difensiva giallorossa sul rinvio di Buffon.

L’inizio della gara della Roma è molto aggressivo, come testimonia il brutto fallo di De Rossi, da dietro, su Vidal dopo soli 12 secondi di gioco: i giallorossi in fase di non possesso si schierano con l’1-4-2-3-1 (foto 1), con Pjanic avanzato in marcatura su Marchisio, posizionando la linea difensiva in prossimità della linea di metà campo. Il lavoro richiesto alle due ali Ljajic e Gervinho è duplice: in prima battuta attaccare i difensori centrali bianconeri, quando sono in possesso di palla, e in secondo luogo impedire che il pallone arrivi agli esterni di Allegri, gli unici a non essere marcati a uomo, tramite il posizionamento del corpo che deve interferire con la linea ideale del passaggio.

Foto 2: Pereyra sorprende De Rossi alle spalle.

ATTACCO IN CAMPO APERTO

La Juventus però si dimostra molto abile tecnicamente a superare questa prima linea di pressing giallorosso e può così attaccare spesso la linea difensiva di Garcia in campo aperto. Il movimento di Tevez, inoltre, che viene sempre incontro al pallone giocando più da trequartista aggiunto che da punta, attira De Rossi che, alzando la sua posizione, viene spesso preso d’infilata dai movimenti alle sue spalle sia di Pereyra sia di Vidal (foto 2). La Juventus costruisce così, grazie all’ampiezza garantita dagli esterni dell’1-3-5-2, molte situazioni pericolose che solo per mancanza di cinismo non si trasformano in nitide occasioni da gol.

Foto 3: Nessun giocatore della Roma occupa la zona centrale dell'attacco.

Occasioni da gol che la Roma, invece, non riesce a costruire, nonostante un predominio netto nel possesso palla, per via della totale mancanza di ricerca della profondità nella manovra offensiva giallorossa. Totti interpreta il ruolo di prima punta, abbassandosi per ricevere palla nei piedi ma così facendo lascia completamente sguarnita la zona centrale dell’attacco giallorosso con i difensori bianconeri assoluti padroni di ogni palla che si avvicini all’area di rigore (foto 3). Gli unici sbocchi offensivi della manovra della squadra di Garcia sono i cross dalla sinistra di Holebas, che in un paio di circostanze riesce a saltare Lichtsteiner nell’uno contro uno, e gli inserimenti senza palla di Keita che però non viene servito con precisone e puntualità.

Foto 4: l'1-5-3-2 bianconero.

La Juventus controlla il match con assoluta tranquillità, arroccata nella propria metà campo con il compatto 1-5-3-2 (foto 4) di “contiana” memoria, e riparte con grande incisività ogni volta che recupera il pallone, mostrando il calcio impostato su rapide transizioni positive già esibito nell’ottavo di finale vinto col Borussia Dortmund. E sarà proprio una transizione ottimamente eseguita a sbloccare la gara.

Foto 5: Vidal e Pjanic appaiati all'inizio dell'azione del gol. Il bosniaco perderà il duello in velocità con il cileno.

TRANSIZIONE VINCENTE

Vidal vince un contrasto aereo con Pjanic e immediatamente attacca lo spazio alle spalle del difensore centrale giallorosso sguarnito per via della classica posizione alta dei terzini nella disposizione offensiva della Roma (foto 5). Due rapide verticalizzazioni e Vidal, che nella circostanza lascia sul posto Pjanic non adatto a eseguire veloci transizioni negative, si ritrova solo al limite dell’area prima di essere steso dal già ammonito Torosidis. Espulsione, Roma in 10, punizione dal limite, magia di Tevez. Sembrano scorrere i titoli di coda su partita e campionato anche perché la Roma accusa il colpo a livello psicologico, concedendo subito altre due transizioni non sfruttate da Pereyra e dallo stesso Tevez. 

Foto 6: Keita si libera di Cáceres e segna. È il terzo gol consecutivo subito dalla Juventus su palla inattiva.

Ma, come spesso accade nel calcio attuale, sono i cambi a mutare l’esito del match. Florenzi, Iturbe e Nainggolan approcciano la partita in modo encomiabile, garantendo carica emotiva positiva, velocità e aggressività a tutta la Roma. In una decina di minuti i giallorossi collezionano quattro calci piazzati, grazie alle ficcanti progressioni palla al piede dell’ex Hellas che scompiglia i piani difensivi bianconeri, e sull’ultima punizione, battuta ottimamente da Florenzi, Keita si libera di Cáceres e sul secondo palo inchioda Buffon siglando l’incredibile pareggio (foto 6). Inoltre l’1-4-3-2 con il quale Garcia sistema la Roma dopo l’espulsione, porta finalmente Gervinho in posizione più centrale costringendo così i difensori bianconeri a fronteggiare una vera prima punta che ama attaccare la profondità.

Foto 7: Chiellini, specchio delle difficoltà mentali bianconere, arretra inspiegabilmente facendosi puntare frontalmente da Gervinho.

FINALE DA LUPI

La partita cambia totalmente e l’ultimo quarto d’ora è tutto di marca giallorossa, con una Juventus che, ancora una volta, denuncia gravi limiti mentali. La squadra di Allegri arretra pericolosamente, subendo anche una serie di conclusioni da fuori, ma soprattutto smette di giocare come sa, concedendo campo alla velocità di Gervinho e Iturbe, e non attuando più quelle coperture preventive che tanto bene avevano funzionato nel corso del match (foto 7).

Al fischio finale nessuna delle due squadre appare pienamente soddisfatta: la Roma ha il rammarico di non aver interpretato tutta la gara con l’aggressività e la spregiudicatezza mostrate negli ultimi arrembanti 20 minuti di gioco, mentre la Juventus rimpiange il fatto di non aver chiuso una partita, ben controllata per 70 minuti, nella quale si è trovata in vantaggio di un uomo e di un gol fino a pochi minuti dal termine.

Con la collaborazione di Jacopo Zogno e Jacopo Gornati (New G Project)

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