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L’attivazione fisica per il pre partita dei dilettanti, l’esperienza dei ragazzi dell’Asd Filvilla allenati da Francesco Leone e seguiti dal presidente dell’Aipac Stefano Fiorini.
Giovedì 1 Ottobre 2015 | Francesco Leone
È iniziato il campionato, stavo guardando i ragazzi che svolgevano il riscaldamento prepartita e, come può capitare a noi allenatori, mi è sorto un dubbio: sono sicuro che quello che facciamo vada bene? Quali competenze ho per verificare la qualità di quel lavoro? La risposta alla seconda domanda è semplice: nessuna. Le mie conoscenze in materia di preparazione fisica sono rudimentali, sono esattamente quelle che può avere chiunque non abbia praticato un percorso di studi specifico. Ho sfruttato, allora, l’opportunità che mi dà quest’avventura e cioè la possibilità di confrontarmi col nostro tutor, il presidente dell’Aipac Stefano Fiorini. Gli ho spiegato come strutturiamo il riscaldamento e quali esercitazioni eseguiamo prima della gara e il suo responso è stato confortante, siamo stati… “promossi”. Fiorini mi ha spiegato che una buona attivazione deve rispecchiare i principi o meglio la filosofia (come dice lui) di gradualità che è basata su tre punti cardine:
a) iniziare con gestualità tecniche a intensità crescente;
b) passare alla mobilità dei distretti coinvolti;
c) finire con gestualità specifica su spazi ridotti.
Mi preme specificare che il mio è solo un esempio, una delle possibilità attuabili. La mia scelta è ricaduta su questo tipo di esercitazioni perché ognuna di esse racchiude anche aspetti mentali e principi di gioco a mio parere fondamentali. Sono dell'idea che la partita non inizia quando fischia l’arbitro, ma molto prima e contro l'avversario più pericoloso… noi stessi. In particolare. È determinante la nostra capacità di arrivare a un livello di concentrazione tale da permetterci di esprimere dal primo all'ultimo minuto della gara tutto il nostro potenziale
IL RISCALDAMENTO PRE PARTITA DELL’ASD FILVILLA
Avvio con gestualità tecniche a intensità crescente: dividiamo in due gruppi da cinque, con delle casacchine, i dieci giocatori di movimento iniziali. Ci trasmettiamo palla a tocchi liberi all’interno di uno spazio predefinito, utilizzando tre palloni con l’unica regola che l’appoggio va fatto alternando i colori. Richiedo ai ragazzi movimento continuo e di appoggiare solo a chi sia in zona luce e abbia la visuale aperta sul passaggio. Questa fase dura cinque, sei minuti durante i quali stimolo la corsetta affinché abbia intensità via via crescente.
Mobilità dei distretti coinvolti: la seconda fase è dedicata alla mobilità articolare. Rotazione spalle e braccia sia in avanti sia all’indietro, semi rotazioni del busto, apertura e chiusura dell'anca, corsa calciata avanti e indietro, skip alto e basso, corsa all’indietro e per finire, a coppie, stacco con spallata al compagno. Ci fermiamo per qualche esercizio di stretching statico e poi torniamo a usare il pallone.
Gestualità specifica su spazi ridotti: prima di concludere eseguiamo un “rondo” otto contro due in cui un giocatore degli otto si muove dentro l’area di lavoro per fare da sponda a chi gioca attorno al perimetro, i due all’interno devono intercettare la palla. Le regole sono semplici, è un possesso per cercare il gioco “dentro”, passando dal compagno che è deputato a fare da sponda. L’intensità all’interno dell’area di lavoro è alta, mentre sul perimetro la gestione della palla richiama quella della partita. Gli interni potete farli ruotare a tempo o secondo criteri analoghi a quelli del classico torello. Ogni minuto e mezzo cambia il giocatore che fa la sponda (faccio ruotare i centrocampisti, il trequartista e i due centrali). Chiudiamo, infine, con una partitina cinque contro cinque per andare in meta palla al piede o con un passaggio filtrante.
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