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MARCO, COPRO, PROTEGGO E INDIRIZZO

Le esercitazioni e i principi della difesa, nell’uno contro uno, dello spazio interno e profondo. I video delle proposte di Beretta messe in atto dai giovanissimi dell’Aullese.

Il magazine con la progressione didattica degli esercizi, clicca sull'immagine per sfogliarlo o scaricarlo

Ci siamo quasi, vicini alla fine del percorso didattico sull’uno contro uno, visto dalla parte del difensore, che ci ha fornito il nostro tutor Mario Beretta. Come sottolineato sin dall’inizio del cammino la proposta, nel suo complesso, è così analitica che andrebbe “spalmata” in molto più che meno di metà stagione. Grazie all’entusiasmo dei ragazzi, ben felici di sperimentare sulla propria pelle esercitazioni di livello professionale, abbiamo accelerato i tempi di passaggio da uno step all’altro. Lo si nota, chiaramente, dal video di copertina, le dieci esercitazioni (di dodici totali a disposizione, clicca sulla figura di fianco per scaricare il programma completo) relative alla difesa dello spazio profondo e interno hanno fatto riaffiorare errori di posizionamento e di postura nei quali siamo incappati spesso anche in passato. Questo è dovuto, fondamentalmente, al fatto che in realtà abbiamo forzato un po’ le tappe, abbiamo affrontato, in progressione, esercitazioni di livello più complesso quando ancora i principi delle precedenti non erano stati ancora del tutto assimilati. In buona sostanza, come è logico sia, quando si affronta una progressione didattica impegnativa è opportuno pensarne un inizio e una fine in un arco di tempo ragionevolmente ampio. Noi abbiamo volutamente forzato le tappe (i ragazzi ci torneranno sopra in futuro) anche perché, come detto sono emerse ancora delle oggettive difficoltà.

 

LE DIFFICOLTÀ DEI RAGAZZI, SU COSA BISOGNA LAVORARE

Gli esercizi che potete vedere nel video riassuntivo si collocano ancora in un contesto aspecifico: il difensore cerca di proteggere non una parte precisa del campo (la porta, il centro, l’esterno a destra o a sinistra) bensì una zona creata fittiziamente nell’area di lavoro, a rappresentare un interno e una profondità che può essere collocata in qualsiasi parte del rettangolo di gioco.

Il non avere un riferimento preciso, relativo al campo, ma solo una superfice generica collocata nello spazio dietro i difensori, ha messo in difficoltà i ragazzi. In molti  hanno pressato “piatti” oppure sulla verticale del pallone, come avessero perso il senso dello spazio, i riferimenti davanti in funzione di quelli dietro le spalle.  In più, quando non sono riusciti sin da subito a crearsi un vantaggio e l’attaccante s’è ricavato un po’ di libertà di movimento, hanno faticato a indirizzarlo a loro piacimento o comunque dove avrebbero voluto o dovuto. Si sono fatti prendere dalla frenesia, hanno attaccato la palla oppure direttamente l’uomo. Ritengo la cosa del tutto normale, il bilancio complessivo a oggi della squadra dice che attraverso questa esperienza c'è stata una crescita generalizzata ben visibile. Ma solo attraverso un lavoro accurato, analitico prima e in situazione poi, passo per passo, con la perseveranza e l’attenzione sia del mister che dei ragazzi si possono ottenere, quello sì, risultati davvero ottimi. Intanto fate capire loro con chiarezza e semplicità dove e soprattutto perché sbagliano, le esercitazioni funzionano, hanno un senso e sono utili se il giocatore le affronta con impegno e con spirito critico. Il calciatore, per apprendere, deve capire il perché una cosa va fatta in un modo, il perché va presa una decisione invece che un’altra.

 

Guarda i prossimi appuntamenti con Mario Beretta

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