CALCIO GIOVANI: L’INTENSITÀ COGNITIVA
Una serie di esercitazioni per allenare la capacità cognitiva, che nel calcio moderno ha la stessa importanza di frequenza e resistenza fisica
Giovedì 12 Maggio 2016 | Christian Botturi

Studi scientifici, ma anche l’evidenza empirica che è sotto gli occhi di tutti, rivelano come il calcio moderno richieda al calciatore sempre più elevate energie. Una delle capacità più importanti di cui deve disporre è quella di saper compiere attività ad alta intensità per tutta la durata della partita. Gli stessi studi riportano dati secondo i quali durante gli incontri le squadre di minor successo fanno registrare, nel tempo, un maggior decremento nella distanza totale percorsa in sprint. Quelle che ottengono risultati migliori, viceversa, quando sono in possesso di palla compiono un maggior numero di attività ad alta intensità. L’intensità viene dunque osservata da un punto di vista prevalentemente condizionale. Credo però che questa capacità sia complessa e che non possa essere ricondotta alla sola dimensione fisica. Pensiamo al confronto fra fare una partita a tema utilizzando solo il piede forte rispetto a quella giocata solo con quello debole. In quale delle due riscontrate più intensità? La risposta dipende dal punto di osservazione. In questo caso specifico, se misuriamo il tempo percorso o la velocità delle giocate, adottando la seconda regola, concluderemmo che i calciatori saranno stati meno intensi. Ritengo però che questa sia una considerazione superficiale. Esiste infatti un altro tipo di intensità, più “profonda”, spesso poco considerata: l’intensità cognitiva.
L’INTENSITÀ COGNITIVA
Cambiando punto di osservazione, la precedente conclusione verrebbe invertita: l’intensità (cognitiva) è ovviamente maggiore se si gioca col solo piede debole.
Un’ulteriore prova a favore dell’esistenza di questa capacità sono degli studi basati sull’allenamento con deprivazione acustica, gli effetti sulla visione periferica e la capacità decisionale del giocatore. Da questi ho recentemente preso spunto introducendo allenamenti svolti con deprivazione uditiva e quello che ho potuto osservare nei giocatori è un’alterazione, rispetto a quanto succede nelle esercitazioni standard, in tutte e quattro le dimensioni di gioco (tattica, tecnica, psicologica e condizionale). Da un punto di vista fisico, in particolare, ho notato un evidente calo d’intensità fisica, il che ha rivelato come essa non sia l’unica esistente nel gioco del calcio, bensì esista (e vada considerata) anche quella cognitiva.
IL LEGAME STRETTO CON GLI ASPETTI TATTICI
La capacità cognitiva è lo strumento con il quale il giocatore interagisce a livello percettivo, intellettivo e decisionale con l’ambiente circostante ed è alla base della capacità tattica. L’intensità di gioco è quindi strettamente legata alla tattica e più precisamente al proprio modello, derivante dalle idee dell’allenatore e della società in interazione con le idee e le caratteristiche dei calciatori. In conclusione, l’intensità non è soltanto un aspetto condizionale o cognitivo, tecnico o psicologico, piuttosto può essere considerata il risultato dell’interazione delle quattro dimensioni (tattica, tecnica, psicologica, condizionale) del calcio in relazione al modello di gioco. Nel calcio l’intensità intesa come elemento condizionale isolato e disconnesso dal resto non è significativa. Allo stesso modo il proprio modello di gioco non può esprimersi al meglio senza un’equilibrata interazione dinamica delle diverse componenti sopra citate. A questo proposito vi lascio una progressione di esercitazioni che sono pensate per lavorare in questa direzione e ottenere dei miglioramenti. Vi esorto a provarle e verificare come i vostri calciatori ne vengano condizionati.
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Scritto in collaborazione con Gianluigi Ghia