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IL CALCIO GIOVANILE IN GRECIA

Intervista al responsabile di una delle scuole calcio elleniche più rinomate. Programmi, filosofia di lavoro ed esercizi.

La polisportiva greca Ac Panorama Club di Salonicco è stata fondata nel 2007, un anno prima dello scoppio della crisi economica europea, ed ellenica in particolare. Oltre che nel calcio è attiva nel basket, nella pallavolo e nell'atletica leggera. «Circa due anni fa – ci spiega Kostantinos Foyndas con Vasilis Bourgelis uno dei fondatori oggi responsabile della scuola calcio – abbiamo cercato di svilupparci per raggiungere i massimi standard europei per quanto riguarda la pratica sportiva».

 

Qual è la missione della Scuola Calcio e quale filosofia la anima?

«Nel nome stesso "Art Soccer School" c’è la filosofia della nostra scuola, che è basata sostanzialmente sullo sviluppo tecnico dei giocatori, con uno sguardo agli aspetti tattici, per noi, però, non fondamentali. Gli obiettivi principali sono l’educazione, l'intrattenimento e lo sviluppo psicomotorio dei bambini. Vogliamo creare giocatori che abbiano iniziativa, fiducia in loro stessi e creatività. Non importa quante partite vinciamo, noi vogliamo insegnare l'amore per lo sport, per il calcio e fare in modo che i ragazzi continuino a giocare ovunque: vogliamo insegnare il divertimento attraverso il calcio.  La scuola per eccellenza dove i giovani erano liberi di giocare e migliorare, nel passato, era la strada. I giocatori cresciuti nel nostro vivaio devono avere lo spirito il più vicino possibile a quel modo di giocare. Crediamo che l'individuo sia utile al collettivo e che il collettivo sia altrettanto utile all'individuo. Tutte le nostre sedute di allenamento sono basate sulle cooperazione reciproca fra i ragazzi: ogni individuo deve interagire con il collettivo».

 

Com’è organizzato il sistema calcio in Grecia?

«La Federcalcio greca organizza i corsi per gli allenatori, anche di scuole calcio, sotto l'egida della Uefa dal 2003 per fornire a tutti le dovute competenze al di là della categoria in cui si fa attività. Il consiglio d’istruzione del ministero dello sport ha creato anche una guida pratica che aiuta la programmazione a lungo termine: una sorta di come, cosa e quando allenare, secondo l'età dei giocatori. Per il resto le licenze sono unificate a quelle dell’Unione. Da notare (a differenza che nel nostro paese, n.d.a.) che per gli allenatori praticanti a qualsiasi livello c’è l'obbligatorietà della titolarità della licenza. Per esempio, per allenare fino agli Under 14 possedere l’abilitazione Uefa C è condizione necessaria. Nella nostra scuola tutti gli allenatori sono Uefa B o Uefa C e frequentano regolarmente corsi e seminari di formazione.

Una bella immagine dei bambini della Art Soccer School a lezione con gli istruttori

Quali sono le metodologie di insegnamento alle quali vi ispirate? E qual è la vostra?

«Abbiamo studiato molte delle metodologie internazionali (Johan Cruijff e il Barcellona, la Knvb academy, Horst Wein e il sistema di Peter Shreiner), ma la nostra visione dal punto di vista strettamente tecnico è prossima al metodo del Coerver Coaching, perché è il principale se si pensa allo sviluppo tecnico dei giocatori. Si concentra sulla progressione delle abilità individuali e lo sviluppo della consapevolezza tattica attraverso esercitazioni svolte in piccoli gruppi. Ho speso molto tempo analizzando la metodologia Wiel Coerver e sono venuto a contatto con le persone che con lui hanno lavorato e che sono state da lui istruite. Alla Art Soccer School Panorama, poi, abbiamo una nostra filosofia di allenamento che si basa su tre principi: percezione, decisione ed esecuzione. Attualmente siamo l'unica scuola, nella regione di Salonicco, che propone formazione professionale ai propri allenatori. Dai quattro anni fino all'età di sedici anni miriamo a creare giocatori più abili, collaborazioni reciproche efficaci e quindi squadre più forti attraverso cinque fasi:

 

  1. Dominio della la palla
  2. Dominio dell'avversario
  3. Capacità di prendere le decisioni giuste in campo
  4. Lo sviluppo del gioco di squadra
  5. Immaginazione e creatività.

 

Tutta la metodologia è pensata per i giocatori, che devono risolvere i problemi mediante intuito, creatività e imprevedibilità. Devono prendere l'iniziativa, chiedere la palla con personalità e saper creare lo spazio per spostare il gioco. Ci sono due metodi per raggiungere l'obiettivo: dimostrazioni della tecnica, di cui gli allenatori devono essere esperti, e permettere al giocatore di ampliare e migliorare liberamente le proprie qualità calcistiche».

 

Come organizzate le sessioni di allenamento durante la settimana?

«Ogni settimana ha una propria tematica formativa. Iniziamo sempre con un gioco di riscaldamento per poi passare a sensibilizzazione e dominio della palla. A questo proposito lavoriamo molto su finte, cambi di direzione e dribbling. Proponiamo poi duelli uno contro uno con difesa passiva e attiva. Quando alleniamo la trasmissione facciamo in modo che i giocatori siano "costretti" alla ricezione combinata tramite degli uno contro uno in sequenza (figura 1 clicca sull’immagine per aprire la scheda completa dell’esercizio). Gli allenamenti terminano sempre con rondos o partite a tema in spazi ristretti. Quando impostiamo sedute di allenamento prettamente tecniche, infine, curiamo molto gli aspetti coordinativi».

 

Leggi gli altri articoli di Luca Bertolini e guarda le esercitazioni 

Figura 1: clicca sull'immagine per aprire la scheda completa dell'esercizio

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