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CALCIO: LA TOSSE MI METTE IN… FUORIGIOCO?

Le infiammazioni ai bronchi, frequenti nei calciatori, non vanno sottovalutate, il rischio è che la patologia si aggravi. Come riconoscerle e comportarsi.

Raffreddore e tosse non devono essere sottovalutati. Il calcio si gioca all’aperto: incorrere in malattie da raffreddamento è facile. E altrettanto facile, se non si prendono le giuste contromisure, è “cadere” nell’influenza o, ancora, in patologie più complicate, come la bronchite.

 

LA BRONCHITE
La bronchite è un’infiammazione dei bronchi, facilmente riconoscibile per via dei suoi sintomi: tosse, produzione di espettorato (catarro) e, nelle forme più gravi, difficoltà a respirare (il classico “fiatone”) anche dopo sforzi lievi. Per la diagnosi è necessario rivolgersi a un medico in tempi ristretti, perché una bronchite trascurata potrebbe trasformarsi in polmonite, infezione non limitata ai bronchi, ma diffusa alla centralina che permette il passaggio dell’ossigeno dall’ambiente esterno al sangue. Se affetti da polmonite, il riposo deve essere assoluto.

 

INFETTIVA, ALLERGICA E ASMATICA
La bronchite può essere di natura infettiva (virale o batterica), allergica o asmatica. Nelle prime due forme il bronco è infiammato (l’aria passa con una difficoltà minima); nell’ultima il bronco crea uno spasmo, provocando un fenomeno ben più grave: l’asma. Sia da subito chiaro che non si deve smettere di giocare a calcio a causa di una bronchite asmatica o di una forma d’asma.

ERBA SINTETICA E ALLERGIA
Giocare su un campo in erba sintetica non mette al riparo da bronchiti allergiche. Ricordate che il calcio è uno sport che si svolge all’aria aperta e proprio l’aria può trasportare sostanze allergeniche, come per esempio i pollini. Anche in questo caso sarà quindi importante stare attenti e curarsi.

QUANDO ANDARE DAL MEDICO
Se avete tosse o raffreddore, a cominciare dal terzo giorno, dovreste registrare un miglioramento. Se così non fosse, è bene andare dal medico. Un banale raffreddore, ovvero l’infiammazione delle vie respiratorie su base virale senza febbre, può far registrare un lieve aumento della temperatura corporea, raggiungendo i 37.2-37.3. Temperatura, questa, che non indica un’influenza, che invece si riscontra quando il termometro sale ai 38-39 gradi, rendendo necessario l’intervento del medico soprattutto per il calciatore. La pressione di uno pneumatico un po’ bassa è tollerata nella vita di tutti i giorni, non è tollerata se faccio un rally. La stesso discorso vale per il giocatore: se il suo corpo è in uno stato di malattia, qualunque essa sia, è meglio si sottoponga a controllo.
Nel dubbio di una bronchite asmatica, è necessario rivolgersi a uno specialista (non bastano medico generico e dello sport), che attraverso test specifici sarà in grado di fare la diagnosi e quindi individuare la cura.

QUALI FARMACI
La terapia antibiotica, dove il medico lo ritenga necessario, non deve essere rifiutata. Soprattutto quando siete costretti ad assumere farmaci per le vie respiratorie, consultate sempre un medico dello sport, perché alcuni di questi prodotti sono sostanze dopanti e altre lo sono se non vengono dichiarate.

 

EVITATE I PRODOTTI CHE LIBERANO IL NASO
I prodotti che liberano le mucose contengono spesso sostanze dopanti, quindi sarebbero comunque da evitare. Anche quando sono tollerati, però, sono “controproducenti”: la secrezione di muco è una risposta di difesa dell’organismo di fronte a un virus che lo sta attaccando e infettando. Se togliamo il primo baluardo che è il naso, annulliamo di fatto la protezione a monte aprendo, spesso. la strada a patologie più complicate, come appunto la bronchite.

 

SE HO LA TOSSE, POSSO GIOCARE?
Se si ha una semplice tosse, come nel caso della febbre, sarà il giocatore a decidere in base alle sue sensazioni.  Nel caso in cui, però, dopo tre giorni la situazione peggiorasse, dovrà fermarsi, altrimenti la malattia potrebbe complicarsi in forme più gravi.

 

E IL BAMBINO?
Se il bambino ha raffreddore o tosse, non deve allenarsi o giocare una partita. Deve stare a riposo. Al contrario di quanto detto per l’adulto, i calciatori più piccoli vanno tenuti a riposo anche con poche linee di febbre (37.2-37.3). In caso contrario, si correrebbe il rischio di farlo ammalare seriamente.

 

Leggi gli altri post a cura del dottor Tavana

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