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CALCIO: MISURIAMO LA VELOCITÀ

Le componenti di questa fondamentale capacità condizionale e la sua misurazione tramite un test realizzabile, con semplicità, in campo.

La velocità è un’abilità e come tutte le abilità può essere insegnata, sviluppata e migliorata attraverso un programma di allenamento che sia sistematico e progressivo. Vediamo assieme quali sono le sue principali componenti.

 

LA VELOCITÀ REATTIVA
Nel calcio la velocità reattiva è la risposta ai segnali sensoriali come, ad esempio, quelli visivi, acustici e tattili. La prestazione reattiva viene influenzata da una serie di fattori tra i quali l’attenzione neuromuscolare e la pretensione muscolare. Un corretto allenamento può migliorare i tempi di reazione semplice del 10-15% e quelli di reazione scelta fino al 30%.
 
LA VELOCITÀ ATTIVA
È quella determinata dalla qualità del movimento. Per allenarla dunque si lavora sulle abilità e le capacità che sono responsabili delle capacità motorie dell'organismo. Per migliorarne la qualità i movimenti devono essere eseguiti ad alta velocità e con carichi bassi.

 

LA VELOCITÀ COMPLESSA
La velocità complessa è una componente connessa allo sviluppo individuale della forza veloce, della resistenza alla velocità e alla fatica. Va inoltre collegata a esercizi di accelerazione, a movimenti locomotori complessi e alla competizione. A livello professionistico l’allenamento mira a mantenere elevata la qualità esecutiva in presenza di fattori ostativi quali, ad esempio, la pressione psicologica da prestazione, la stanchezza e altri ancora. L'obiettivo è quello di eseguire movimenti complessi con la maggiore velocità possibile, nel modo più preciso e tecnicamente più corretto possibile.

 

CONSIGLI E PROVA PRATICA
L’errore più comune che viene commesso dagli allenatori di settore giovanile con i ragazzi in età compresa tra i 6 e i 17 anni è quello di isolare le componenti tecniche e di insegnarle analiticamente come fossero disconnesse tra loro. Al contrario, i giovani calciatori hanno necessità di abbinare continuamente l’esecuzione tecnica, l’aspetto tattico più altre importanti capacità come la visione di gioco, la coordinazione, l’anticipazione, la determinazione e, soprattutto, la velocità. Il test che vi propongo richiede l'esecuzione di una serie di navette: viene richiesto di analizzare i tempi di esecuzione. Cosa possiamo ottenere da una semplice prova di questo tipo e come possiamo elaborarla? Al calciatore non è richiesto particolare impegno, il test quindi può essere inserito nella programmazione dell’allenamento. Prepariamo un test navetta che comprenda i primi 5 metri in accelerazione, i successivi 10 metri in velocità massima e gli ultimi 5 in decelerazione. Nel programmare l'esercizio teniamo conto che la velocità massima la si raggiunge dopo 30-40 metri di accelerazione, ma che normalmente i percorsi e gli spazi di corsa in partita sono più vicini alle nostre distanze che a quelli riportati nella teoria classica, quindi il test può essere considerato significativo.

 

ESECUZIONE
Il calciatore parte da fermo, c’è quindi una fase di trasformazione cinestetica, che però può essere misurata. Si tratta di ciò che l’atleta compie in funzione di variazioni dell'ambiente esterno percepite o previste mentre si sta eseguendo un'azione. Chi esegue il test può partire in seguito a stimolo o a volontà propria, con il piede dominante o alternando con quello debole nella successione delle partenze: sono, queste, variabili che possono permetterci di raccogliere altre informazioni. La valutazione del test può essere effettuata semplicemente attraverso l’uso di un cronometro, anche se la cosa migliore rimane videoregistrare la prova attraverso l’uso di una normale videocamera. In questo caso, sarà necessario però possedere un software di analisi video, come BioMovie o altri che si trovano, gratuitamente, online. Ad esempio se il calciatore parte a seguito di uno stimolo e questo è visibile a video, basterà calcolare con lo scorrere dei frame in un software apposito il delta di tempo sino alla prima reazione motoria del giocatore. Nell’area test la videocamera è posta lateralmente, la poniamo all’incirca all’altezza del cingolo pelvico degli atleti per evitare errori dovuti al parallasse. Decidiamo, dunque, di far partire la prova con uno stimolo (una palla che si muove, una palla calciata, una palla da tennis lasciata dalla mano, un braccio che si alza, una pettorina che sventola...) e facciamo in modo che l’apparizione dello stimolo sia visibile a video. Nel prossimo post elaboreremo i risultati e valuteremo gli errori commessi dal giocatore.

 

Leggi gli altri post e guarda gli altri test a cura di Mauro Testa

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