ALLENIAMO LA VISIONE PERIFERICA
È una dote fondamentale per il calciatore, capiamo di cosa si tratta e come può migliorare inserendo stimoli visivi nelle sedute di preparazione.
Lunedì 20 Luglio 2015 | Mauro Testa
La visione periferica from Allfootball on Vimeo.
Il campo visivo è composto da zone centrali e periferiche e al suo interno si originano due tipi di visione. La prima, quella centrale, in cui si fissa un punto preciso, dove viene messa a fuoco l'immagine con nitidezza e si osservano colori e dettagli, e quella periferica che permette di percepire ciò che sta intorno all'immagine fissata. Mentre la visione centrale è adibita alla percezione dei particolari e dei colori, quella periferica è legata alla retina omonima, consente la visione in bianco e nero o con poca luce e permette di percepire la presenza, il movimento o il colore degli oggetti al di fuori della linea diretta di visione. Colori e luce sono percepiti grazie a cellule presenti sulla retina, bastoncelli e coni, che fungono da fotorecettori. Queste cellule sono concentrate al centro e si diradano gradualmente nelle zone periferiche dell’occhio. La diversa distribuzione dei coni e dei bastoncelli sull’intera retina spiega per quale motivo non è possibile vedere distintamente forme e colori al di fuori di un certo angolo, mentre si riesce a osservare con acutezza ogni oggetto posto al centro del campo visivo. I coni sono responsabili della visione diurna e cromatica e sono posizionati nella fovea, una parte della retina. I bastoncelli, invece, si trovano intorno alla fovea e sono utilizzati per la visione notturna e non cromatica, vale a dire quella periferica. Possiamo definire campo visivo la porzione di spazio che un occhio immobile percepisce di fronte a sé.
MEGLIO VEDO, MEGLIO GIOCO
Un campo visivo normale si estende oltre i 90° temporalmente (a destra e sinistra), 60° nasalmente e superiormente e circa 70° inferiormente, assumendo così una sorta di forma ovoidale. Ovviamente nello sport e nel calcio in particolare avere una buona vista periferica riveste una notevole importanza, pensate al portiere o a un centrocampista: una maggiore capacità di visione laterale migliora nel giocatore i tempi di reazione e favorisce scelte di gioco migliori in relazione all’azione che si sta sviluppando.
L’occhio è mosso dal soggetto attraverso l’uso di muscoli oculari costituiti da fibre motorie veloci, quindi se si cerca una migliore reattività l’uso dell’occhio senza il coinvolgimento dei muscoli del capo è la scelta migliore. Generalmente l’analisi dell’angolo visivo o della mobilità oculare è di difficile esecuzione per chi non è uno specialista e non ha gli strumenti adeguati, ci si riesce comunque con metodi empirici che danno indicazioni di massima senza particolare precisione.
Se fosse possibile elaborare dati sul movimento oculare questi muscoli sarebbero allenabili?
Sappiamo che esiste la ginnastica oculare (è facile trovare informazioni su internet), potrebbe essere utilizzata nell’ambito sportivo? Con questo contributo vi mostro come si può analizzare l’ampiezza visiva senza l’utilizzo di strumenti particolarmente complicati.
CINESINI COLORATI E UN PO’ DI FANTASIA
Nel video in apertura potete vedere l’applicazione di Biomovie all’analisi visiva, è possibile studiare la visione laterale e verticale analizzando contemporaneamente il movimento della testa. In tal modo è possibile comprendere come il soggetto compensi con le diverse parti coinvolte mentre cerca di raggiungere la massima visione periferica e questo ci aiuta a capire quali possano essere i margini di miglioramento. L’allenamento della vista periferica è possibile con appositi strumenti e protocolli. Nel finale del video di apertura è visibile un esercizio tipo che può essere riprodotto con qualunque altro mezzo, nel calcio per esempio con semplici cinesini di colore diverso e l’allenatore incaricato di chiamare i colori. Pochi mezzi, un po’ di fantasia e tanta passione ci possono permettere di costruire percorsi allenanti per aree del corpo del calciatore, come l’occhio (è il principale esterocettore), importantissime nello sport ma scarsamente condizionate.
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