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CALCIO E DILETTANTI: CON GIOVANI E ADULTI SI PUÒ FARE DI PIÙ?

Allfootball domani compie un anno. Ecco gli obiettivi che ci hanno guidato nel pensare gli articoli e i contenuti rivolti a giocatori, allenatori, genitori e dirigenti.

Ho preso spunto dalle parole di Arrigo Sacchi nel corso del suo intervento a Colorno nel nostro stage di giugno, di cui presto lanceremo l’edizione 2016, per parlare di uno dei grandi problemi che affligge il calcio dilettantistico, sia a livello giovanile sia di prima squadra: l’impossibilità di lavorare molto e con qualità. Un problema che altrettanto spesso si trasforma in un alibi utile per giustificare la mancanza di risultati e altri problemi. E quindi? Ci teniamo un’utile scusante o proviamo a cercare soluzioni alternative? Pensiamo di essere i più furbi o puntiamo sulla qualità del nostro lavoro? La creazione di una squadra passa anche dalla capacità di convincere i giocatori a seguire un progetto e, tra i giovani, di coinvolgere in questo anche i genitori. Molti a questo punto scuoteranno la testa e si diranno che non è possibile, prendendo così un’utile scorciatoia per non affrontare il problema.

 

COME MIGLIORARE?

Partiamo dagli adulti. In questo primo anno di Allfootball vi abbiamo proposto più volte stimoli utili per coinvolgere i giocatori, fargli assumere maggior coscienza e conoscenza di sé stessi per stimolarli a lavorare sulle loro carenze e a esaltare le loro qualità. Questo significa:

  • corretta esecuzione degli esercizi (sia fisici sia tecnici, altrimenti servono a poco o a nulla);
  • ottimizzazione dei tempi di lavoro della seduta, tramite una valida organizzazione del lavoro;
  • schede di lavoro personalizzate per lavorare (quando è possibile per il giocatore) in campo, in palestra, in piscina… oltre il canonico orario di allenamento;
  • miglioramento della capacità di trasmettere le proprie competenze ai giocatori.

E tra i giovani, in particolare:

  • conoscenza delle capacità da allenare in rapporto alla fascia d’età e al periodo evolutivo;
  • didattica idonea per la fascia d’età;
  • coinvolgimento dei genitori per stimolare ogni possibile occasione di movimento (bagaglio motorio);
  • passione e divertimento, ingredienti indispensabili per motivare e stimolare bambini e ragazzi;
  • più lavoro a livello tecnico e motorio alla fine del periodo scolastico e qualche torneo in meno (nel momento in cui abbiamo a disposizione campi perfetti e tante ore di luce).

È proprio con questi e altri aspetti che possiamo fare la differenza, incrementando sensibilmente la quantità e la qualità del lavoro svolto. Troppo spesso infatti, girando per le società dilettanti, vedo allenamenti con pochissima organizzazione e qualità. Troppe pause, esecuzioni degli esercizi a dir poco precarie, didattica discutibile e nessun progetto che coinvolga i genitori nel moltiplicare – quando e come possibile – le occasioni di movimento per i figli, sia praticando altre discipline sportive sia stimolandoli ad andare in bicicletta con loro, a giocare insieme all’aperto, ad andare con loro in piscina, in palestra o semplicemente a fare una passeggiata.

Coltivate quindi l’ambizione di fare di più laddove è possibile, invece di continuare a rimpiangere l’impossibile. Cercate soluzioni praticabili per motivare i vostri giocatori a essere più ambiziosi, ad avere una condizione fisica che permetta loro di esprimere appieno le qualità di cui sono dotati o a completare correttamente la riabilitazione da un infortunio per evitare un rientro frettoloso, spesso viatico di ricadute.

Curiosamente è proprio sul piano qualitativo che tra i dilettanti si può fare la maggiore differenza.  Ed è con questo spirito che abbiamo lavorato in questo primo anno di Allfootball, per offrirvi un progetto che – tramite i nostri video e i contenuti prodotti – vi permetta di trovare programmi su cui riflettere e confrontarvi, corsi per aiutare voi e i vostri giocatori a migliorare, prove e test da condividere con coloro che allenate per aiutarli a conoscersi meglio e stimolare la loro voglia di migliorare tramite lavori di cui comprendano e condividano l’utilità… per stimolarli a fare bene, molto bene, tutto quel poco che è possibile fare. E soprattutto abbiamo dedicato tanto spazio agli aspetti della didattica e del rapporto con giocatori e famiglie, perché la motivazione passa per la capacità di coinvolgere con la propria passione i giocatori di ogni fascia d’età. E per far questo però spesso non bastano l’esperienza e il buon senso.

E infine crediamo che per apprendere occorra metodo. Non è infatti possibile che un allenatore crei le proprie sedute con esercitazioni prese qua e là senza alcun progetto, senza alcun obiettivo e nessuno strumento di verifica della qualità del lavoro svolto. È incredibile che ancora oggi nei settori giovanili si allenino squadre di cui non si sa nulla, senza nessuna informazione di quanto fatto nell’anno precedente, senza schede che definiscano le qualità e le carenze dei singoli. È come se i vostri figli a scuola non avessero un programma, non fossero mai interrogati, non avessero compiti da svolgere a casa e non facessero mai esami senza quindi ricevere pagelle. Lo riterreste folle e allora perché nel calcio è normale? Lavoriamo quindi assieme per andare oltre facendo meglio e, se possibile, di più.

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