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LE REGOLE NON SCRITTE DELLO SPOGLIATOIO

È il luogo in cui il gruppo può guardarsi negli occhi, ognuno essere sé stesso, ciascuno imparare a essere un calciatore e una persona migliore assieme e grazie agli altri.

Il giorno prima della partita la tensione sale inesorabile come una lenta marea. Si cerca rassicurazione nei riti, l’attesa si mescola all’euforia del campo, si legge sui volti dei propri compagni la voglia di misurarsi, di sfidare l’avversario. Lo spogliatoio è il grande catalizzatore. Non solo il giorno prima della partita. Attraversata quella porta può accadere di tutto, si forgia e si nutre l’anima della squadra. È un contenitore impermeabile, stagno, all’interno del quale le personalità dei giocatori si mescolano fra loro, reagiscono l’una con l’altra, alla ricerca di un equilibrio, come elementi chimici. Così è anche per la rappresentativa di San Patrignano dove le dinamiche di gruppo e il crescere insieme sono ancor più importanti e necessarie.

«Lo spogliatoio è il teatro dove si costruisce una vera squadra e non si limita a essere il posto dove ci si cambia prima dei match – racconta Marco, - lo spogliatoio è qualcosa di più: è una sensazione di unione, di fratellanza, di appartenenza che ti fa sentire parte di un qualcosa».

 

IL MISTER INDIRIZZA E CORREGGE

Nello spogliatoio ci sono personalità di tutti i generi. Quelli che fanno massa critica e i battitori liberi. Quelli che si mandano a quel paese prima e dopo, i neutri e gli uomini di fiducia del mister. Consapevole delle divisioni più o meno naturali, parti organiche della vita di gruppo, l’allenatore osserva, indirizza e corregge. Perché è lo spogliatoio che mette in luce eventuali problemi di gioco in campo, è lì che si costruisce buona parte dello spirito di squadra. Un lavoro di fine analisi che raccoglie umori, aspettative e frustrazioni, cercando di trovare l’incastro giusto per aggiustare il tiro e arrivare alla partita ufficiale pronti in tutti i sensi. 

È un mondo a sé con la sua epica, i suoi eroi e le sue vittime. L’allenatore lo può penetrare solo in parte perché si innalza una sorta di barriera fatta di pudore rispetto alle cose che si dicono i ragazzi all’interno di quella stanza. Ognuno può sentirsi libero di esprimere sé stesso poiché ciò che accade lì dentro non ne attraversa le mura. Qui il giocatore dimostra la volontà di stare nella squadra in relazione agli altri, al di là delle sue capacità tecniche e del valore che può esprimere in campo.

L’IMPORTANZA DI FARE GRUPPO

È un luogo simbolico in cui si tesse una rete di rapporti individuali, una protezione verso il mondo esterno, contro eventuali cadute. Nella “nazionale” di San Patrignano il confronto nello spogliatoio è costante e il mister mette in atto interventi personalizzati, o schemi mutuando il linguaggio calcistico, al fine di aiutare i ragazzi a gestire la propria emotività lungo un percorso di crescita. «La mia squadra è per me come una piccola famiglia – conclude Marco - e lo spogliatoio è un po’ la nostra casa, dove tra gioie e vittorie, sconfitte e dolori, cresciamo insieme e capiamo fino in fondo l'importanza che ha nella vita il saper far gruppo.»

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