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NON PROTEGGETE TROPPO I PICCOLI CALCIATORI

Un monito ai genitori iperprotettivi, le dinamiche di squadra, anche quelle fastidiose, sono necessarie per la formazione del carattere e la crescita del bambino.

Nel percorso della scuola calcio il primo approccio con l’istruttore e coi compagni di squadra è determinante. Da questo punto di vista, la vita di spogliatoio assume un ruolo significativo in tutte le fasce d'età. Insegna la cura per le proprie cose e per la propria persona ed è un’area comune nella quale bisogna ritagliarsi uno spazio personale, da coltivare e proteggere. In campo, invece, questa zona “privata” corrisponde al ruolo o alla posizione che l'allenatore esorta il calciatore a tenere. Il bambino impara così a definire, all'interno di se, i confini della sua identità e facendo rispettare gli spazi fisici rafforza la sua autostima, oltre a imparare a mettersi in relazione con quelli degli altri. Sono le basi per acquisire il rispetto per sé stessi e per il prossimo.

 

LE CRITICITÀ FORMANO E FORTIFICANO

Lo spogliatoio ha una valenza educativa, nel percorso di maturazione del giovane, come luogo dove esercitarsi a coltivare grandi amicizie e gestire rapporti difficili. Può capitare che durante la stagione qualche scarpino voli in aria, che uno spintone o qualche parola di troppo “ferisca” il piccolo calciatore che sarà tentato di lasciare l’allenamento anzitempo. Sono situazioni grazie alle quali il bambino ha l'opportunità di sperimentare la sua reazione di fronte all'aggressività altrui, confrontandosi anche con la propria o con la sua eventuale tendenza a subire. In tal modo, troverà col tempo il giusto equilibrio. Così quel luogo, dove le personalità dei singoli si incrociano e a volte si scontrano, si trasforma in una palestra di vita… esattamente come il rettangolo verde. E così le soluzioni adottate per risolvere i problemi – in campo come nel campo di gioco – diventeranno schemi mentali da recuperare e mettere in pratica in ogni circostanza analoga futura, nel calcio e nella vita. Lo spogliatoio è quindi un luogo nel quale è necessario salvaguardare se stesso e le proprie cose e nel quale venire mortificato e subire aiuta a stimolare lo spirito di reazione e quindi ad accresce il carattere.

MAMME E PAPÀ FIDATEVI DEL MISTER

Gli allenatori pongono particolare attenzione ai bambini che arrivano al campo già pronti, in divisa di allenamento, o se ne vanno via senza fare la doccia. Sono segnali cui prestare attenzione e i tecnici, a ragione, esortano il piccolo a “vivere” lo spogliatoio perché la vita al suo interno contribuisce a creare il gruppo grazie alla sua valenza educativa. È determinante far comprendere tutto ciò ai genitori che inconsciamente appoggiano le titubanze dei loro figli, come vanno d’altro canto rassicurati quando mostrano preoccupazioni se il bambino si lamenta di subire, nello spogliatoio, la vivacità dei compagni. D’altronde in una società di calcio l'occhio attento di un adulto non manca mai (sia esso l’istruttore o il dirigente che segue la squadra), a mamme e papà va spiegato sin dall’inizio che per il bene dei piccoli devono sostenere l’istruttore e delegargli la gestione dei bisticci e delle criticità che nello spogliatoio quasi inevitabilmente si verificheranno. L’allenatore sa come sdrammatizzare e riportare i bambini a divertirsi stemperando le tensioni. Nelle fasce d’età più alte, a partire dagli Esordienti, è invece bene esortare i ragazzi coinvolti in dinamiche che contemplano stizza e incomprensioni a provare a risolvere la situazione da soli. In questi casi, porsi con un certo distacco fa sì che i giovani calciatori si esercitino a sperimentare la loro autonomia.

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