NON LAMENTATEVI SE I BAMBINI SE NE VANNO
Spesso le realtà di settore giovanile si lamentano per il “ratto” dei piccoli giocatori da parte dei propri istruttori o di altre società. Ma cosa fanno per prevenirlo?
Martedì 22 Settembre 2015 | Roberto Mauri
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La nuova stagione è iniziata o, per alcuni, è sul punto di iniziare. Tutte le società e le loro squadre stanno pianificando le attività per essere pronte ad affrontare la stagione nel migliore dei modi. Si programmano amichevoli, si cerca di ottimizzare la rosa, si definiscono scambi e accordi. Chissà se nella mente di dirigenti e allenatori – tra le tante cose da fare e a cui pensare – c’è uno spazio per i genitori, magari per mettere in preventivo un incontro (speriamo proprio di sì). Perché la riunione tra dirigenti, madri e padri va prevista il prima possibile? Perché oggi una società sportiva seria, anche e a maggior ragione se a carattere dilettantistico, deve avere ben chiaro che i genitori sono una componente chiave della programmazione, in grado di influenzarne grandemente efficacia e risultati. Bisogna tenere conto delle loro esigenze, potrebbero avere difficoltà ad accompagnare il bambino o la bambina legate ai giorni e agli orari di allenamento, per esempio. La società deve sapere se sono separati (con i problemi che ne conseguono), inclini a essere troppo aggressivi nei modi e nel linguaggio quando fanno il tifo, deve sapere se sobbarcarsi la presa in carico globale del ragazzo a fronte della sostanziale assenza o incapacità di farlo della famiglia.
RESPONSABILITÀ DA RICORDARE
Per contro ai genitori va ricordato che non è né sufficiente né rispettoso nei confronti dei bambini limitarsi a un generico appoggio morale e al semplice versamento della quota di iscrizione. Vanno spronati a togliersi di dosso la tendenza a demandare e invitati a essere parte integrante della squadra per appoggiarla e sostenerla in tutti i momenti, facili e difficili, della stagione. L’incontro di inizio stagione è necessario per impostare un corretto e positivo rapporto fra società e famiglia. L’obiettivo è uno solo e molto chiaro: gettare le basi per una alleanza educativa a tutto vantaggio del piccolo giocatore. Nello specifico vanno affrontati due aspetti per tenere aperto il confronto e il dialogo. Da un lato mettere al corrente i genitori dei criteri e dei metodi con i quali la società si impegna a operare, dall’altro chiarire quali atteggiamenti sono a loro richiesti all’interno del contesto sportivo: verso i bambini, l’allenatore, l’arbitro i dirigenti e così via…
COME GESTIRE L’INCONTRO… CON I GENITORI
Mi sorge quindi spontanea la domanda: avete pensato a questo incontro? Come lo immaginate? Come dovrebbe svolgersi e cosa dovrebbe accadere? Immagino qualche possibile risposta.
Non ci avete pensato: perché questa disattenzione? È frutto di ignoranza (non vi siete posti il problema)? Mancanza di motivazione (non sapete a cosa possono servire)? O di impreparazione (non sapete come fare)?
Ci avete pensato, ma siete incerti sul da farsi: i vantaggi non sono così evidenti rispetto agli svantaggi. Cosa farebbe pendere la bilancia dall’uno o dall’altro lato? Di quali risorse pensate di avere bisogno per sentirvi più sicuri sul da farsi?
Ci avete pensato ma non volete ripetere l’esperienza, essendo rimasti delusi o peggio incompresi e poco ascoltati, da precedenti simili incontri: come mai? Come sono andati questi incontri? Quali sono per voi gli errori più frequenti quando si organizzano queste riunioni?
Nel prossimo post proveremo a dare qualche suggerimento per renderli più belli, utili e costruttivi, intanto sarebbe davvero interessante scambiarci dei pareri, aneddoti e semplici esempi al riguardo. A meno che non siate tacitamente d’accordo con quell’affermato allenatore (ormai scomparso da diversi anni) che provocatoriamente soleva dire “I ragazzi migliori da avere in squadra sono gli orfani…” Però poi non lamentatevi se alla fine della stagione un gruppo di bambini si trasferisce, magari con l’allenatore, in un'altra società. È probabile che quest’ultima, l’istruttore, o entrambi, abbiano comunicato meglio di voi con mamma e papà.
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