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COME PARLARE AI GENITORI

La diseducazione non va presa di petto, perché così non otterrete risultati, siate positivi, sottolineate i vantaggi dell’essere sportivi e non criticate.

Di fronte all’aumento di episodi di comportamento negativo e diseducativo attuati da genitori durante le partite dei loro figli, le società sportive cercano di porvi rimedio. Un tentativo molto diffuso è quello di esporre, nei pressi dei campi di gioco, cartelli riportanti indicazioni, richiami, esortazioni rivolte ai genitori affinché questi si comportino in modo appropriato. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di iniziative lodevoli, certamente animate dal desiderio di salvaguardare la serenità dei piccoli atleti e garantire un corretto clima agonistico. Non sempre però il cartello esposto risulta ben fatto, a volte anzi finisce per essere controproducente. Questo accade soprattutto quando è frutto dell’esasperazione, dell’amarezza o della frustrazione nei confronti dei genitori, stati d’animo che tolgono lucidità e serenità nel realizzarlo, facendo prevalere la polemica o peggio il moralismo.

Ecco qui di seguito un esempio di cartello non ben riuscito, infarcito, suo malgrado, di insinuazioni e giudizi negativi verso i destinatari, trattati con sarcasmo e infantilismo (vedi immagine a lato). Questa tipologia di cartelli, al di là delle buone intenzioni, risulta poco efficace. Pur sollecitando la collaborazione alimenta in realtà l’antagonismo, se una parte vince l’altra perde, se uno ha ragione l’altro ha torto. Ed è solitamente difficile che una persona accetti di essere nel torto e quindi reagirà ignorando le osservazioni o rivoltando le accuse verso l’interlocutore.

Come si può facilmente notare, inoltre, questo modo di rivolgersi ai genitori trasuda buonsenso e moralismo, ma a nessuno piace essere trattato come un incapace e un irresponsabile: “Ora ti spiego cosa devi fare, perché tu non sei in grado di arrivarci…”. Tutti sappiamo molto bene cosa dovremmo fare in certe situazioni (pensiamo ai compiti domestici, all’educazione civica, al comportamento alla guida…). Ma non è certo sentircelo ricordare in modo antipatico che ci stimola a farlo. Il risultato è che tutti capiscono, ma nessuno si riconosce nella critica, e la reazione spontanea è ritenere che il cartello sia stato scritto per gli altri.

SIATE POSITIVI

Ecco per contro un esempio di testo di cartello che evita la deriva moralistica e lavora invece sulla responsabilizzazione (vedi immagine di copertina). Questo è un buon esempio di approccio “win-win”, ovvero in cui tutti vincono. Nessuno è colpevolizzato, i ruoli sono rispettati, l’obiettivo della correttezza è esposto in modo chiaro e vantaggioso sia per il versante sportivo sia per quello genitoriale. Inoltre viene ben indicato quale sia il criterio di verifica e lo stimolo a dare il meglio. Ma forse si può fare ancora meglio, come mostrato da un terzo esempio, realmente esposto all’ingresso dell’impianto sportivo. L’efficacia del testo sta nel suo stile diretto, positivamente assertivo, che abbina senso della realtà, cordialità e soprattutto un pizzico di “sense of humour” che rende tutto più gradevole e accettabile. Senza sottovalutare l’importanza di segnalare la disponibilità di prendersi in carico i genitori, andando loro incontro, come ben segnalato nelle due righe conclusive.

 

PER FAVORE RICORDA

1.           Sono dei ragazzi

2.           Questo è un gioco

3.           Sii cortese con tutti

4.           Gli arbitri sono umani

5.           Tu e tuo figlio/a non giocate nel Barcellona

Se hai difficoltà a comprendere questo, contatta per cortesia il nostro Settore giovanile al seguente numero di telefono………...  Saremo felici di spiegartelo!

 

Non basta rimproverare i genitori intemperanti, non basta ricordare loro di stare al loro posto. Occorre che i responsabili sportivi vadano loro incontro, a partire dal modo di comunicare. Attenti ai cartelli, dunque, possono fare la differenza tra vittoria e sconfitta.

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