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LAZIO: IL CAPOLAVORO DI PIOLI

Prestazione maiuscola in possesso palla, difesa anche a cinque e ripartenze. Qualità, velocità e movimento negli spazi, ecco il segreto dei biancocelesti.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout

Pioli e Benitez salutano il campionato con una partita spettacolare sotto ogni profilo. La Lazio conquista meritatamente la possibilità di giocarsi la Champions dell’anno che verrà con una prestazione maiuscola sia dal punto di vista della qualità del gioco che da quello tattico.

Pur giocando a tre dietro, in apparenza un rischio, la Lazio è riuscita a coprire bene il campo, è rimasta sempre compatta sia in fase offensiva che in quella difensiva. In fase di non possesso, s’è notata subito la volontà di non concedere il giro palla facile ai due centrocampisti del Napoli, grande soprattutto l’apporto di Cataldi in pressione su Inler (Foto 1).

Foto 1 – La copertura dei giocatori della Lazio sui due mediani dei Napoli.

SPLENDIDI I MOVIMENTI SENZA PALLA DEI BIANCOCELESTI

Una volta recuperato il pallone, a fare la differenza sono stati gli ottimi movimenti del reparto offensivo (Foto 2).

Foto 2 – Djordjevic effettua un movimento a mezza luna a uscire mentre Felipe Anderson si accentra per ricevere il pallone. Questo movimento crea anche le basi per la sovrapposizione di Lulic sull’esterno.

In questo senso, il gol che ha portato in vantaggio i biancocelesti è un capolavoro tattico abbinato a tecnica sopraffina. Mauricio s’è mosso in diagonale verso Felipe Anderson che, accentrandosi, ha lasciato spazio per la sovrapposizione di Lulic, servito di prima intenzione dal brasiliano. L’esterno ha atteso quindi l’accentramento di Candreva, servito con i tempi giusti. A rimorchio è arrivato Parolo, che notoriamente accompagna con efficacia ogni offensiva, il suo gran sinistro è risultato vincente. Il centrocampista italiano, oltre al tiro in porta, avrebbe avuto altre due opzioni che avrebbero portato comunque la Lazio in area di rigore, una gestione della fase offensiva da manuale (Foto 3,4,5,6).

Foto 3 – Azione del primo gol della Lazio: Mauricio è in possesso di palla e serve Felipe Anderson che si sposta verso la zona centrale del campo…

Foto 4 – Il movimento di Felipe Anderson libera la corsia per Lulic che si sovrappone a grande velocità e viene servito dal brasiliano con un passaggio di prima.

Foto 5 – Lulic entra in possesso di palla nei pressi dell’area di rigore e premia il movimento ad accentrarsi di Candreva, che a sua volta serve a rimorchio Parolo.

Foto 6 – Parolo decide di calciare e segna ma avrebbe potuto verticalizzare per Felipe Anderson, posizionatosi tra Callejon e Maggio, o aprire sulla destra per Basta, completamente libero in virtù del movimento di Candreva ad accentrarsi.

LA CIRCOLAZIONE DI PALLA TROPPO LENTA DEL NAPOLI

La squadra di Benitez aveva solo un risultato utile per accedere alla massima competizione europea per club ma, soprattutto nel primo tempo, ha sfruttato poco quelle che sono le sue caratteristiche. Complice la lenta circolazione di palla, i difensori centrali hanno dovuto spesso cercare il lancio lungo nel tentativo di premiare l’attacco alla profondità di Higuain e Callejon su tutti (Foto 7) ma sono risultati imprecisi.

Foto 7 – L’attacco in profondità di Callejon servito spesso con lanci lunghi fuori misura dai centrali.

Il fatto che Inler e David Lopez siano rimasti estraniati dalla manovra palla a terra, ha finito per limitare molto i movimenti incontro al pallone di Hamsik e le sovrapposizioni degli esterni bassi, spesso ignorati a favore di un passaggio orizzontale o all’indietro (Foto 8 e 9).

Foto 8 – Movimento incontro al pallone di Hamsik mentre Mertens attacca la profondità. Ghoulam, lento nel decidere il da farsi, opterà per un passaggio indietro per Coulibaly.

Foto 9 – Una delle poche volte in cui Inler ha avuto spazio e tempo per pensare ed ecco l’apertura a sinistra per la sovrapposizione di Ghoulam, che sfrutta l’accentramento di Mertens.

L’atteggiamento giocoforza comunque offensivo del Napoli ha inoltre favorito il gioco della Lazio in ripartenza. In più occasioni i biancocelesti hanno avuto la possibilità di sfruttare la propria velocità nell’attaccare la porta dopo il recupero palla, situazione emblematica il gol del raddoppio biancoceleste (Foto 10 e 11).

Foto 10 – Il Napoli perde palla al limite dell’area di rigore biancoceleste e subisce la ripartenza. Mal eseguite le coperture preventive.

Foto 11 – Palla persa da David Lopez sulla trequarti offensiva. Candreva si inserisce alle spalle di Inler e viene servito in verticale da Parolo. L’attaccante italiano si troverà già a metà campo da solo, con il solo portiere come ostacolo prima del gol.

HAMSIK ARRETRATO SCELTA AZZECCATA

Buona dall’altra parte la scelta di Benitez di spostare Hamsik da trequartista a centrocampista centrale. Lo slovacco spalle alla porta ha fatto fatica a trovare soluzioni diverse dall’appoggio all’indietro, diventando prevedibile e facilmente marcabile. Spostato sulla linea mediana, è immediatamente riuscito a trovare più spazio per partire in dribbling e creare superiorità numerica nei pressi dell’area di rigore grazie anche a grande tempismo negli inserimenti da dietro (Foto 12 e 13).

Foto 12 – La posizione più arretrata permette ad Hamsik di avere lo spazio per girarsi verso la porta e prendere velocità per il dribbling.

Foto 13 – Arrivato nei pressi dell’area di rigore, lo slovacco effettua un uno-due con Gabbiadini che gli permetterà di entrare in area indisturbato.

Da applaudire anche il cambio di atteggiamento che la squadra di Benitez ha palesato nel secondo tempo. Il pressing ultraoffensivo che non si era visto nella prima metà di gara, è diventata una delle cause per cui la Lazio è andata in affanno. Soprattutto Coulibaly s’è spinto spinge in posizione molto avanzata per cercare il recupero altissimo del pallone o provare ad arginare le ripartenze biancocelesti (Foto 14).

Scritto in collaborazione con Jacopo Gornati (New G Project).

Foto 14 – Nel tentativo di recuperare il risultato, il Napoli ha giocato con il pressing ultraoffensivo. La posizione di Coulibaly è emblematica.

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