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JUVENTUS: IL BARCELLONA SI BATTE COSÌ

Finale di Champions. Scopriamo limiti e difetti dei blaugrana. Le opzioni di Allegri per sfruttare i punti deboli della corazzata di Luis Enrique. Pirlo e Messi aghi della bilancia.

L'articolo è realizzato in collaborazione con la piattaforma Wyscout

Pochi giorni alla partita dell’anno, la finale di Champions League, ancora più importante per noi italiani perché meritatamente ci è arrivata la Juventus di Allegri. Il nostro calcio nel bel mezzo di una delle crisi più grandi di sempre a livello di risultati in Europa ne aveva bisogno. Ciò dimostra che anche in Italia vi è un club capace di programmare; oggi si lavora per domani e si tirano le somme a fine stagione (leggi anche l'analisi tattica di Angelo Pereni).

Purtroppo o per fortuna l’avversario sarà il Barcellona di Luis Enrique, che non è solo Messi, Suarez e Neymar con i loro 120 gol in stagione, ma anche Iniesta, Xavi, Rakitic, Alves, Alba, Busquets e via dicendo... Purtroppo perché la squadra catalana è, in questo momento, la più forte al sicuramente dal punto di vista offensivo. Per fortuna perché la Juventus sa dare il meglio di se nei momenti più difficili e contro le squadre più forti.

COME GIOCA IL BARCA

Sul sistema di gioco del Barcellona si potrebbe scrivere una tesi di laurea soprattutto sulla fase di possesso. Mi sono per cui concentrato sui difetti, visto che da italiano faccio il tifo per i bianconeri. Ho analizzato alcuni match dei blaugrana cercando qualche aspetto meno memorabile che non sia il loro stellare gioco offensivo. Sicuramente la Juve partirà con il modulo 1-4-3-1-2 visto che giocare con la difesa a 3 rappresenta un azzardo contro i loro tre attaccanti. Guardiola ci ha provato per quindici minuti col suo Bayern nella semifinale di andata persa per tre a zero ma senza successo e prendendo troppi rischi (Immagine 1).

Immagine 1 - Barcellona-Bayern Monaco, il Bayern dietro difende 3 contro 3.

MESSI ESTERNO DESTRO D’ATTACCO, L’AGO DELLA BILANCIA

Ovviamente tutti sanno dei punti di forza di questo Barcellona. Leo Messi, l’extraterrestre da 58 gol stagionali (a oggi), ha assunto nello scacchiere di Luis Enrique una posizione diversa rispetto al passato. È straordinario soprattutto palla al piede in velocità e nelle ripartenze. In questa stagione, partendo da esterno destro d’attacco predilige un modo tutto suo di smarcarsi, si estranea quasi dal gioco per poter ricevere in posizioni a partire dalle quali sprigionare la sua velocità in conduzione. Ciò accade soprattutto quando il Barca manovra sulla destra. Messi non partecipa, poi una volta ricevuta palla inizia la sua cavalcata verso la porta accentrandosi e cercando combinazioni con i compagni nello stretto. I giocatori della catena di sinistra della Juventus quindi dovranno essere molto attenti e rapidi a uscire, se possibile ancora prima che il pallone arrivi sui piedi della Pulce, perché l’argentino in velocità può essere devastante.

Ovviamente ogni medaglia ha due facce. È risaputo che Leo non partecipi molto alla fase di non possesso per cui la Juve dovrà far buon uso della sua fascia sinistra per creare superiorità numerica, con il terzino, una punta e un terzo giocatore (il trequartista o la mezz’ala di sinistra). Il Real Madrid nell’ultimo “Classico” ha alzato Marcelo in linea con Ronaldo e ha creato un 2 contro 1 ai danni di Dani Alves (Immagini 2, 3 e 4).

Immagine 2 - Barcellona-Real Madrid, assetto d’attacco del Barcellona con Messi largo a destra.

Immagine 3 - Barcellona-Real Madrid, Marcelo già in posizione d’attacco a sfruttare lo spazio creato da Ronaldo.

Immagine 4 - Barcellona-Real Madrid, ancora Marcelo che poi sulla stessa azione fa arrivare la palla a Benzema, nel prosieguo sarà Ronaldo a segnare l’1-1.

ALTA CONCENTRAZIONE OFFENSIVA FUORI DALL’AREA

Altra caratteristica di questo Barca è la ricerca dell’ampiezza in fase iniziale di manovra per poi andare ad accentrarsi a ridosso dell’area e in spazi strettissimi cercare la conclusione. Molte volte abbiamo visto giocare negli ultimi 20 metri di campo oltre ai tre attaccanti, anche Rakitic, Iniesta e uno o entrambi i terzini (Alba e Alves). I bianconeri dovranno essere bravi a provare a spingere inizialmente gli avversari sugli esterni e poi a essere concentrati (mentalmente e nell’occupazione degli spazi) centralmente. Ovviamente è assolutamente fondamentale non concedere nessun uno-due nei pressi dell’area perché con le doti tecniche e la velocità di cui dispongono i catalani basta mezzo metro lasciato libero per concedere loro la conclusione a rete.

La Juve dovrà fare attenzione a entrambi gli esterni bassi anche se Jordi Alba è il più esplosivo e bravo a trovare il tempo per inserirsi centralmente piuttosto che in sovrapposizione. Ovviamente questo assetto offensivo lascia molto spazio per eventuali ripartenze, soprattutto sulle fasce. Quindi Vidal, Tevez e compagni potranno sbizzarrirsi dopo la riconquista della palla perché le possibilità non mancheranno.

Torniamo al Barcellona, sulle loro ripartenze la linea difensiva della Juventus deve stare attenta alle marcature preventive. Suarez e Neymar sono molto bravi ad attaccare la profondità mettendosi sempre esternamente, fra terzino e centrale difensivo. È un aspetto da non sottovalutare perché nel momento in cui non vi è pressione sulla palla non disdicono di attaccare immediatamente in verticale, soprattutto dopo aver riconquistato una seconda palla (Immagini 5,6,7,8 e 9).

Immagine 5 - Barcellona-Real Madrid, organizzazione d’attacco del Barcellona con movimento di Neymar ad accentrarsi e inserimento di Iniesta.

Immagine 6 - Barcellona-Real Madrid, organizzazione d’attacco del Barcellona, Messi e Neymar si accentrano e i due terzini si alzano, solamente il mediano e i due centrali difensivi restano dietro la linea della palla.

Immagine 7 - Barcellona-Real Madrid, ancora l’organizzazione d’attacco del Barcellona, molti i giocatori fuori dall’area di rigore.

Immagine 8 - Barcellona-Real Madrid, inserimento di Jordi Alba all’interno fra Neymar e Suarez.

Immagine 9 - Barcellona-Real Madrid, ripartenza del Barcellona con Neymar e Suarez che attaccano la profondità.

LE AMNESIE DELLA LINEA DIFENSIVA DEL BARCELLONA

Adesso vi sveliamo qualche difetto di questa “macchina da guerra”, l’analisi riguarda la retroguardia. Attaccando spesso in molti uomini e giocando nella metà campo avversaria risulta loro difficile una volta persa la palla gestire gli ampi spazi dietro la linea difensiva.

Per cui i giocatori rimanenti a difendere scappano frettolosamente soprattutto se l’avversario attacca la profondità. Ma questo movimento non avviene sempre in modo ordinato e i blaugrana lasciano parecchi spazi per giocare fra centrocampo e difesa oppure per effettuare dei tagli in diagonale dietro alle loro spalle. Anche lo scivolamento e i raddoppi avvengono in modo molto intuitivo e non sono movimenti coordinati di reparto il che lascia zone attaccabili in mezzo ai difensori.  I terzini sono quasi sempre non allineati e devono adattarsi in ritardo ai movimenti dei due difensori centrali invece che anticiparli (Immagini 10, 11, 12, 13 e 14).

Immagine 10 - Barcellona-Real Madrid, la linea difensiva del Barcellona, con Alves che guarda solamente solamente la palla, si farà poi sorprendere da Ronaldo.

Immagine 11 - Barcellona-Real Madrid, ancora la linea difensiva del Barcellona con il taglio fra i due centrali di Benzema.

Immagine 12 - Barcellona-Bayern Monaco, ancora incerta la linea di difesa del Barcellona, in questo caso Piquè decide di raddoppiare esternamente, lasciando libero Lewandowski al centro. Anche Dani Alves si fa sorprendere da Thiago Alcantara.

Immagine 13 - Barcellona-Bayern Monaco, la difesa del Barcellona che scappa immediatamente lasciando spazio fra le linee per giocare.

Immagine 14 - Juventus-Real Madrid, Morata che attacca immediatamente la profondità allungando la difesa avversaria e lasciando spazio per far giocare Tevez. Questo dovrà essere fatto anche contro il Barcellona.

CONCENTRAZIONE E SPAZI DI GIOCO RIDOTTI IN ENTRAMBE LE FASI

Sappiamo che i catalani sono maestri nel possesso palla, hanno gioco e tecnica talmente evoluti che riescono a mantenerlo anche in spazi ridottissimi. È una scelta precisa, lo scopo è attirare l’avversario in una zona di campo e poi usufruire del campo lasciato libero. Se perdono la palla sullo stretto, inoltre, così facendo possono immediatamente mettere pressione in avanti per la riconquista. Ovviamente il ragionamento vale anche al contrario, se sono corti e stretti lasciano a loro volta porzioni di campo libere quindi se si riesce, sotto pressione, a cambiare gioco si possono trovare i corridoi per colpirli in ripartenza (Immagini 15 e 16).

Immagine 15 - Barcellona-Bayern Monaco, assetto difensivo del Barcellona, notiamo l’alta concentrazione di giocatori attorno alla palla e quindi quanti spazi sono disponibili per il cambio gioco.

Immagine 16 - Barcellona-Real Madrid, assetto difensivo del Barcellona, notiamo l’alta concentrazione di giocatori attorno alla palla e quindi quanti spazi ci sono per il cambio gioco su eventuale inserimento dell’esterno basso di sinistra.

Vi sono anche degli aspetti extra tecnici ai quali la Juve dovrà fare attenzione, le provocazioni. Suarez su tutti riesce, oltre a irritare gli avversari anche a farne ammonire senza motivo reale, vedi il cartellino giallo di Pepe nell’ultimo “Clasico”.

Non solo lui, le simulazioni di Neymar e le continue proteste di gruppo per qualsiasi scelta arbitrale sono insidie che potrebbero spingere il direttore di gara a prendere decisioni infelici (Immagine 17).

Immagine 17 - Barcellona-Real Madrid, Suarez pressato da Pepe si lascia cadere al minimo contatto. Qui Pepe viene ammonito senza aver fatto assolutamente nulla.

PIRLO L’UOMO IN PIÙ A CENTROCAMPO

Anche i bianconeri hanno però un giocatore del quale il Barcellona si preoccupa molto e giustamente: Andrea Pirlo. Questo perché se contrapponiamo i due probabili schieramenti (1-4-3-3 del Barcellona contro l’1-4-3-1-2 della Juventus) possiamo intuire facilmente che i bianconeri si troveranno spesso con un centrocampista in più e sicuramente in fase di possesso sarà Pirlo che proverà a smarcarsi per impostare il gioco.

Pirlo sarà l’ago della bilancia per la prestazione della Juventus, in quanto altrettanto fondamentale nel mantenere equilibrio nelle marcature preventive e nei raddoppi per evitare di lasciare i difensori uno contro uno contro lo spaventoso trio spagnolo.

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