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POTENZA AEROBICA E TATTICA: ALLENIAMOLE ASSIEME

Nel calcio dilettantistico occorre sfruttare al meglio il poco tempo a disposizione. Per voi alcune proposte concertate con Stefano Fiorini, presidente dell’Aipac.

Se si allena nei dilettanti, pur avendo la necessità di lavorare su tantissime cose e avere pressoché le stesse necessità dei professionisti, il tempo a disposizione è davvero poco. Spesso bisogna fare i conti anche con gli imprevisti: può variare all'ultimo momento il numero di giocatori a disposizione per l’allenamento, le condizioni del campo possono diventare pessime in poco tempo... Quando si prepara la seduta non si è mai certi di poter svolgerla esattamente come è stata pensata. Per questo spesso cerco di preparare esercitazioni semplici, in grado di centrare obiettivi tattici, tecnici e fisici contemporaneamente, in modo da ottimizzare il poco tempo a disposizione ed essere pronto a eventuali forfait dell'ultimo minuto da parte dei giocatori.

 

I CONSIGLI DI FIORINI

Mi sono confrontato col nostro tutor, Stefano Fiorini, presidente dell’Aipac, e con il suo aiuto credo di essere riuscito a strutturare quello che stavo cercando. Il mio obiettivo, nello specifico, era di riuscire ad accorpare il lavoro didattico sulla tattica collettiva di reparto al lavoro condizionale, per guadagnare tempo. Se con gli Small Sided Games (vedi post precedente) l'obiettivo perseguibile, da un punto di vista fisico, era il lavoro in regime lattacido, in questo caso possiamo lavorare in regime aerobico. «Innanzitutto, se decidete di esercitare la tattica in automatico avrete delle distanze di riferimento su cui lavorare – ci ha spiegato il “prof” – se, ad esempio, volete lavorare sui movimenti correlati dei reparti, a maggior ragione dovete decidere voi quanti metri ci devono essere tra l’uno e l’altro, in quanto spazio far stare la squadra. Fissate le distanze di lavoro, va da sé che l'importante è che gestiate al meglio i tempi attivi e quelli di recupero. Un esempio classico e consigliabile è il lavoro con recupero in proporzione uno a uno su tempi ristretti: trenta secondi e trenta secondi oppure un minuto e un minuto.» A questo punto la nostra domanda (naturale conseguenza) è stata: il recupero è meglio farlo da fermo o in movimento? Meglio un lavoro intervallato oppure un lavoro intermittente? «Potete fare in entrambi i modi – ci ha spiegato Fiorini -, l’importante è che stiate all’interno dei tempi che vi ho descritto in precedenza». Da questi consigli sono nate le due esercitazioni che vi propongo, una intermittente e l'altra intervallata, da utilizzare, ritengo, preferibilmente il martedì o il primo giorno di ripresa allenamenti dopo la partita (figure 1 e 2).

Leggi gli altri post a cura di Francesco Leone e Stefano Fiorini

Figura 1: lavoro intermittente per la tattica di reparto (clicca sull'immagine per aprire la scheda completa)

Figura 2: lavoro intervallato per la tattica di reparto (clicca sull'immagine per aprire la scheda completa dell'esercizio)

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Un programma per ottimizzare i tempi di lavoro e il numero di contatti con la palla quando lavoriamo con più portieri. Una semplice proposta per chi allena nei settori giovanili.

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