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IMPARIAMO AD ASCOLTARE I GIOVANI CALCIATORI

L’istruttore, oltre a formare sul piano tecnico, accompagna i bambini verso l’autonomia. Alcuni consigli per chi allena nelle scuole calcio.

Se avete la fortuna di allenare giovani calciatori, sicuramente vi è capitato di sentir farvi domande tipo: «Mister posso essere convocato sabato? La squadra avversaria è allenata da mio fratello…» oppure «Mi piacerebbe poter giocare in questa partita perché dall’altra parte ci sono i miei compagni di classe», o ancora: «Fammi giocare questa volta per favore, loro sono una squadra professionistica!» Ci viene chiesto, insomma, una sorta di strappo alle regole. Domande come queste talvolta mettono in difficoltà gli allenatori, che devono cercare di far quadrare la gestione della squadra, soddisfare le esigenze del gruppo e della società, che esige risultati dal punto di vista tecnico. Si corre il rischio quindi di rispondere con un semplice “sicuramente”, oppure un affranto “non posso, mi spiace”.

 

COME CAPIRE LE ESIGENZE DEI PICCOLI?

Ci siamo mai chiesti se stiamo davvero cercando di capire i bisogni dei nostri calciatori? Se un bambino di undici anni chiede espressamente di essere convocato per una determinata gara di campionato, è un problema? Non esiste una verità assoluta, ma possiamo sforzarci di dare credito e ascolto a quanto i ragazzi hanno voluto dirci. Siamo noi istruttori che abbiamo l’onore e anche l’onere di accompagnarli nel percorso che li condurrà verso la futura autonomia di pensiero e la presa di responsabilità. È quindi importante rispondere loro in modo chiaro e inflessibile, ma lo è altrettanto, in qualche caso, essere più duttili e aggirare le regole senza infrangerle. In che modo? Attraverso il dialogo. Come fare? Eccovi un piccolo vademecum…

 

IL MISTER DUTTILE E CONSAPEVOLE…

  • Ascolta i bambini, cerca di capire cosa stanno chiedendo, parla con un linguaggio adeguato all’età, povero di termini “maldestri” o giudicanti, e accoglie le idee degli altri.
  • Si mette in gioco, al termine dell’allenamento coinvolge sull’argomento il gruppo e magari anche i genitori, al fine di spiegare le sue intenzioni e quelle della squadra.
  • Cerca e trova soluzioni creative. Il calciatore chiede di poter scegliere una convocazione “sicura” per il girone di ritorno? L’allenatore crei allora una tabella, organizzi e ordini con criterio tutte le richieste “speciali” dei componenti della squadra. Nella settimana di allenamenti che precede la sua partita “speciale” il giocatore può collaborare con il mister nel corso dell’allenamento.
  • Responsabilizza il bambino. Concorda delle concessioni e chiede allo stesso tempo impegno e passione, presenza all’allenamento, rispetto e studio dei temi tecnici. Spiega chiaramente che solo se viene mantenuto questo atteggiamento si può continuare con un rapporto basato sulla fiducia reciproca.

 

Come dite? Queste sono le stesse cose che si richiedono a noi allenatori? Non me ne ero accorto…

Con la collaborazione di Simone Susio – Clicca qui per leggere gli altri articoli di Susio e Botturi

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