ALLENIAMO MEGLIO LE GIOVANI CALCIATRICI
In Italia il talento c’è ma si lavora poco sull’intensità e sulla qualità nei settori giovanili, i consigli e le proposte da utilizzare sul campo.
Sabato 19 Settembre 2015 | Gaia Missaglia
Il calcio per me è qualità e intensità, nel mio vocabolario sportivo sono due tra i concetti che preferisco e fra le parole più pronunciate. La prima caratteristica esiste in molte giocatrici, quelle dotate di talento naturale. Dote che non viene quasi mai coltivata e incentivata, a parte in chi ha avuto la fortuna di iniziare a giocare con i maschi in giovane età. Per l’intensità il discorso è diverso. Si tratta di un atteggiamento che andrebbe semplicemente insegnato e stimolato, soprattutto fra le ragazze. Abituarle a giocare con intensità fin da piccole perché diventi normalità da adulte. È come andare in bicicletta, banalmente. Si impara da giovani e poi l’atteggiamento diventa automatizzato e incancellabile. A molte ragazze la si richiede solamente a 20 o 30 anni, in serie A, e diventa più difficile raggiungere l’obiettivo.
NON PONIAMOCI LIMITI A PRIORI
Un buon allenatore deve saper lavorare su qualità e intensità all’interno di ogni seduta, in percentuali diverse e nei momenti più opportuni. Una volta acquisito correttamente il gesto (qualità nell’analitico) la calciatrice è in grado di, e deve, riprodurlo a un ritmo elevato (intensità nel situazionale) per diventare più veloce sia con i piedi sia con la testa. Il livello degli uomini è irraggiungibile, per ovvi motivi legati alle capacità fisiche, ma il gap con le loro prestazioni può essere ridotto sotto ogni punto di vista. E quindi evitiamo l’alibi della differenza riguardo la forza. Aggressività, in senso sportivo chiaramente, e resilienza non sono solo doti innate. Il mister può insegnare molto anche a livello cognitivo (essere brillanti, caparbie e cattive agonisticamente) e comportamentale (diligenti, rispettose ed educate). Uno dei peggiori atteggiamenti che ho dovuto constatare nella mia carriera, da parte dei tecnici, è riassunto da una frase sentita anche troppo spesso: «Questo esercizio non posso proporlo, le mie ragazze (i miei ragazzi) non sono all’altezza». Automaticamente e inconsapevolmente si trasmette al gruppo una mentalità rinunciataria e perdente. Qualunque squadra è in grado di portare a termine un’esercitazione, il trucco sta nello sperimentare e adattare in funzione del livello cognitivo e tecnico con cui si sta lavorando.
COMUNICATE DI PIÙ E MEGLIO
Un altro aspetto da migliorare, nel calcio femminile, è la comunicazione. Durante le partite, tra di noi, sembra di assistere spesso a una gara tra “mute” e quindi anche questa abitudine va allenata e insegnata. La giocatrice deve imparare a parlare per aiutare la sua squadra, chiamare la marcatura alla compagna, far salire la linea dei difensori, farsi restituire la palla in un ‘’uno-due’’ e via dicendo. Comunicate, anche se solo per incoraggiarvi, stimolarvi e aiutarvi, se vi abituate fin da piccole sarà sicuramente un vantaggio che ciascuna di voi porterà con se sino in età adulta.
UNA PROPOSTA PER LE PIÙ GIOVANI
Riguardo all’allenamento dei gesti tecnici, alla loro acquisizione e alla successiva ricerca dell’intensità, vi propongo due semplici esercitazioni una analitica una situazionale che possono essere utili per chi lavora con le giovani: “La stella” è la prima (figura 1 clicca sull’immagine per aprirne la scheda completa). L’esercizio racchiude il dominio della palla, la guida, la finta e dribbling e, col tempo, possono essere aggiunte ricezione e trasmissione.
Consigli: utilizzate sempre sia il piede forte sia quello debole e cambiate ogni volta direzione del giro (senso orario e antiorario). Quando i gesti sono stati automatizzati, ricercate l’intensità per arricchire il bagaglio tecnico delle giocatrici.
In progressione si può effettuare il secondo esercizio, nel quale l’area di lavoro è disposta come in figura 2 (clicca sull’immagine per aprirne la scheda completa).
Consigli: stimolate continuamente la loro creatività per far sì che siano in grado di trovare la miglior soluzione, la finta e il dribbling o la collaborazione con la compagna nel caso di due contro uno. Invitatele a comunicare tra loro, in aiuto e supporto al gioco con parole chiare e forti per esempio… uno-due! Sola! Sostegno!
Figura 2: un'altra proposta di tecnica questa volta situazionale (clicca per aprire la scheda dell'esercizio).
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