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La gestione del sonno nell’atleta

Il riposo, un momento fondamentale per qualunque persona e, tanto più, per uno sportivo. Consigli e strategie per dormire bene ed esprimervi al meglio, dentro e fuori dal campo.

Il sonno, non lo invento certo io, è necessario per recuperare la fatica fisica e mentale; il ritmo biologico ricordiamocelo è quello del sole, del buio e della luce, sono millenni che l’uomo riposa col buio ed è sveglio con la luce. Il problema si pone per chi ne viene privato per particolari condizioni di lavoro o questioni soggettive. Si può indurlo medicalmente? Beh la risposta è sì, ovviamente. Esistono farmaci utilizzati da sportivi professionisti nella serata prima della gara perché a causa della tensione non riescono ad addormentarsi. Per l’atleta il riposo notturno è necessario per recuperare, questo è un dogma. Perciò sarebbe opportuna non dico una vita monastica, ma almeno andare a letto a un orario ragionevole, tra le undici e mezzanotte al massimo, e con una certa regolarità. Perché il sonno è anche una questione di cicli, circadiani per la precisione, e quindi è scientificamente provato che coricarsi alle due di notte e svegliarsi alle dieci, pur essendo identiche le ore di sonno, non è la stessa cosa. Per questo motivo la maggior parte degli allenatori, anche se la squadra deve affrontare una gara in notturna, fa svegliare gli atleti alla mattina di buon’ora; perché è opportuno distribuire il sonno nelle ore biologicamente “proprie” del riposo.

 

L’insonnia prepartita

Come detto esistono strumenti farmacologici per indurre il sonno ma, attenzione, non bisogna abusarne per il rischio che si crei assuefazione. Da parte di noi medici dello sport c’è la tendenza ad aiutare l’atleta che ha questo tipo di difficoltà il giorno in cui si è svolto un allenamento particolarmente impegnativo; lo si fa con prodotti che hanno un’escrezione molto rapida, cioè il giorno dopo sono stati già smaltiti. Diversa è la fattispecie del prepartita, va fatta una valutazione soggetto per soggetto. Dormire o non dormire prima della prestazione implica qualcosa nella performance? Nella mia esperienza e per quello che si trova in letteratura scientifica no. Un esperimento ha riprodotto una delle più celebri battaglie della seconda guerra mondiale nel corso della quale un gruppo di soldati americani a difesa del ponte di Remagen non dormirono per molte ore prima dello scontro con gli avversari. Che cosa viene meno mancando il sonno, si sono chiesti gli esperti? Si è meno attivi fisicamente? La risposta è no. I soldati erano ancora in grado di eseguire gli ordini con efficienza, viceversa i graduati, coloro che avrebbero dovuto prendere le decisioni, hanno palesato delle carenze. Quindi l’insonnia prima di una prestazione impegnativa pregiudica le capacità mentali più di quelle fisiche dell’atleta. Un esempio eclatante di cui sono a conoscenza è quello di un grande marciatore che è diventato campione del mondo nella 50 chilometri di marcia (uno sforzo enorme) pur non avendo dormito la notte precedente la gara. Ha dovuto affrontare una prestazione fortemente stressante dal punto di vista fisico, molto poco dal punto di vista mentale e del ragionamento. E ce l’ha fatta. Di conseguenza, ove il medico ne manifesti la ragionevolezza si può aiutare l’atleta la sera prima della gara ma, attenzione, in maniera preventiva. Non somministrando il sonnifero su richiesta in piena notte bensì nella serata precedente, alle dieci di sera per intenderci, non alle due, tre del mattino per tamponare un’emergenza. In questo modo si gestisce bene anche l’eventuale variabile psicologica di chi, non avendo dormito, si dovesse fare un cruccio al punto tale da esserne influenzato negativamente al momento di affrontare la prestazione.

Il riposo è fondamentale per i bambini.

I rimedi naturali

Farmaci omeopatici e rimedi naturali sono molto in voga. In base alla mia esperienza francamente non hanno grande efficacia. Sono palliativi che non producono l’effetto desiderato, soprattutto se il soggetto al quale vengono somministrati ha un metabolismo da atleta. Il fisico di uno sportivo è talmente abituato alle tossine che qualsiasi farmaco viene assorbito ed espulso più in fretta che in un soggetto sedentario. Per questo il farmaco, se vogliamo, va bene per un atleta, perché il fegato ne smaltisce velocemente i residui. D’altro canto, se l’uso di rimedi naturali rasserena il soggetto da un punto di vista psicologico occorre dire che, in quel caso, la melatonina, la valeriana o una camomilla male non fanno.

 

Il sonno le donne e i bambini

Le donne presentano differenze a livello ormonale, ma ciò non influisce nella gestione del problema che va affrontato come detto in precedenza. Ove necessario intervenire sì, ma cercando di non creare assuefazione perché comunque si carica l’organismo di un peso in più, lo si obbliga a smaltire una molecola che non è “sua”.

Per i bambini, invece, si pone il problema del riposino pomeridiano che sarebbe utile, posto che al giorno d’oggi riescano a farlo. Pensiamo solo al fatto che si allenano pomeriggio presto perché c’è ancora luce e in molti impianti non c’è illuminazione, o piuttosto, sono soggetti ad altri impegni, scolastici, oratoriali o di diversa natura. In molti non hanno più il tempo materiale di riposarsi nel primo pomeriggio. Certo a loro non va dato nessun tipo di sonnifero di tipo farmacologico, non se ne parli neanche. Il piccolo non dorme? Pazienza, lo farà l’indomani. Neanche i rimedi naturali? La valeriana no, perché è una compressa e non è facile, ammesso che esista, trovarla in forma di infuso. La camomilla magari sì, dopo cena può andare bene anche perché nei bambini ha molto più effetto che negli adulti, come tutti ben sappiamo.

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