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ALLENARE LA RESISTENZA NEL CALCIO GIOVANILE

Negli sport di squadra la resistenza non è solo quella fisica, alcune proposte per allenarla con i giovani calciatori.

Le metodiche di allenamento fisico nel gioco del calcio ereditano la propria genetica dagli sport individuali (i primi preparatori fisici nel calcio vennero importati all’atletica leggera n.d.r.). Se pertanto parliamo di resistenza è difficile prendere le distanze dall’idea originaria e consolidata che la intende come la capacità di sopportare fisicamente e psicologicamente uno sforzo prolungato ritardando la comparsa della fatica. Come è facilmente intuibile questa definizione risulta poco adatta al gioco del calcio nel quale si ha bisogno di giocatori capaci di sopportare sforzi variabili e intermittenti, con e senza palla, richiesti dalle diverse situazioni di gioco. Queste ultime sono generate da una continua interazione di elementi ambientali (il pallone, le posizioni e i movimenti di compagni e avversari) e le pressioni indotte da elementi spaziali e temporali che impegnano il giocatore sul piano tecnico, tattico, condizionale, socio affettivo, emotivo volitivo e creativo espressivo.

 

LA RESISTENZA NEGLI SPORT DI SQUADRA

La resistenza negli sport collettivi può essere intesa come la capacità bioenergetica che permette di resistere alle esigenze fisiche, tattiche e tecniche specifiche del gioco. Non solo, Josè Mourinho in un intervista del 2004 ha dichiarato che il lavoro sulla resistenza deve essere anche specifico per il modello di gioco utilizzato: «Per me resistere significa adattarsi a un’idea di gioco ed essere capaci di realizzare le azioni individuali e collettive implicite a quel modo di giocare».

In questa visione sistemica della resistenza nel gioco del calcio, assume grande rilevanza la dimensione tattica e la struttura cognitiva del giocatore, in pratica ciò che emerge dall’interazione dei processi di percezione, presa di decisione ed esecuzione della presa di decisione. Nell’allenamento della resistenza nel calcio, secondo Rafel Pol (preparatore atletico del Barcellona) si devono dunque considerare proposte che tengano conto del ciclo percezione - azione. Oltre al giocatore, essa deve rispettare la natura del gioco, la sua complessità e la costante presenza di incertezza e caos. Benché il pensiero comune sia che il giocatore vada preparato fisicamente misurando distanze da percorrere, cronometrando i tempi, valutando l’intensità del gesto e controllando ogni movimento… in realtà così facendo si allontana il calciatore dalle vere richieste del gioco: comprenderne la complessità e gestire l’incertezza.

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Clicca sull'immagine per aprire la scheda dell'esercitazione.

LA PROPOSTA SUL CAMPO

Vi propongo allora un’esercitazione con due varianti – vedi video di apertura e immagine sopra – caratterizzata da una crescente richiesta bioenergetica e integrata da un gioco per il mantenimento del possesso del pallone.

L’esercitazione: in un quadrato si gioca un tre contro tre più quattro jolly che si muovono liberamente all’esterno dell’area di lavoro. L’obiettivo è il mantenimento del possesso con la possibilità di usufruire della superiorità numerica fornita dai jolly. Questi non possono passarsi la palla ma hanno la possibilità di “provocare”, entrando nel quadrato, sfruttare la superiorità interna e poi tornare esternamente sul proprio lato.

Prima variante: questa proposta richiede un maggior impegno cognitivo e condizionale dei jolly, questi ultimi non possono posizionarsi nel medesimo quadrante. Il jolly che fa da riferimento per il movimento coordinato dei colleghi è quello a cui viene diretta l’attenzione del possessore di palla.

Seconda variante: i jolly esterni stavolta devono correre intorno al quadrato restando sempre in lati differenti. Questa richiesta aumenta la complessità del gioco. I giocatori all’interno dovranno passare il pallone sulla direzione di corsa dei jolly, i giocatori esterni dovranno comprendere quando accelerare, decelerare, fermarsi... e soprattutto quando “provocare” uno spazio di gioco.

Scritto in collaborazione con Gianluigi Ghia

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