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Nel calcio la cooperazione fra compagni di squadra ha un ruolo determinante, un semplice esercizio per incentivarla nei giocatori.

L’essere umano è portato, troppo spesso per sua natura, a vedere le cose da due soli punti di vista: “la mente o il corpo”, “costruire o distruggere”, “il bene e il male”, senza comprendere che tutto è relativo. Per costruire a volte occorre prima distruggere, a volte soltanto rimodellare e riadattare. Esistono cose che fanno bene al nostro organismo, ma che se mal gestite potrebbero provocare danno e pertanto divenire un male. Nel gioco del calcio, il dualismo dominante è il “vincere o perdere”, a noi interessa invece porre l’attenzione su un altro dualismo, troppo spesso trascurato, specie nei settori giovanili.

 

COOPERAZIONE E NON COMPETIZIONE

Il gioco del calcio viene visto da un unico punto di vista, quello della competizione. Eppure la letteratura ci insegna che il calcio è uno sport di squadra altamente complesso e dinamico. Nel gioco interagiscono due sistemi in opposizione per la dominanza territoriale, all’interno di una serie di regole, dove l’uno deve coordinare le proprie azioni per riprendere, conservare e muovere il pallone con l’obiettivo di segnare un gol all’altro. Oltre alla competizione, quindi, esiste un’altra componente decisiva che porta alla vittoria: la cooperazione. Ci sono allenatori che motivano e preparano le partite in funzione degli avversari, altri che allenano le proprie squadre a esprimere un’organizzazione tattica con la quale mettere in difficoltà gli avversari. Sono punti di vista, ed entrambi funzionano.

Se si crede nella cooperazione come dinamica socio-relazionale che ha concesso negli anni a tante squadre di raggiungere inimmaginabili obiettivi individuali e collettivi, occorre proporre esercitazioni in cui i giocatori possano conoscersi e comprendere le proprie capacità e attitudini e quelle dei compagni, per raggiungere la vittoria grazie a fiducia e sostegno reciproci. Se si pensa che fin dal primo giorno vadano poste le fondamenta per la formazione di un gruppo. Vi presento quindi degli esercizi condizionali con questo obiettivo. Sono appositamente pensati a bassa intensità e generali (quest’ultimo termine inteso secondo la metodologia integrata) sia per evitare sovraccarichi a livello articolare e muscolare sia per riportare in condizione i giocatori dopo un periodo di relativa inattività.

ESERCIZI PER VOI

Il gioco (che potete vedere nel video in alto) coinvolge tre squadre che si sfidano in un circuito composto da tre stazioni. Ogni stazione va eseguita per cinque minuti e per due volte per un totale di 30 minuti. Il gioco consiste nell’ ottenere il maggior punteggio di squadra, grazie al raggiungimento degli obiettivi posti in ogni singola stazione. Nella prima i componenti della squadra devono eseguire un appoggio da fermi con lo scopo di far arrestare il pallone in uno spazio definito. Nella seconda l’obiettivo è colpire due sagome – poste all’altezza del primo l’una e del secondo palo l’altra – con tiri di precisione. Nella terza si deve raggiungere una linea posta a 15 metri dal punto di partenza, tenendosi per mano in cerchio, palleggiando senza far rimbalzare per terra il pallone.

Il secondo turno presenta delle varianti. Nella prima stazione la capacità di differenziazione viene legata a una conduzione palla che precede l’appoggio, il che rende più difficile la gestione della forza da dover applicare al pallone. Nella seconda il tiro va effettuato al volo. Infine, nella terza, i giocatori devono palleggiare, utilizzando obbligatoriamente l’interno del piede. L’intensità è garantita da un lato dall’esigenza di dover fare il maggior numero di tentativi per raggiungere un elevato punteggio, dall’altro dalla necessità di essere il più precisi possibile.

Scritto in collaborazione con Gianluigi Ghia (clicca qui e leggi gli altri articoli di Christian Botturi).

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